Crisi, l'Agenzia delle Entrate «congela» 54 mila cartelle a contribuenti della regione
Sono oltre 54.500 le cartelle esattoriali per le quali l’Agenzia delle Entrate e della Riscossione ha congelato l’invio ai contribuenti regionali. Si tratta di cifre importanti pari a centinaia di milioni di euro, con la maggior parte delle cartelle esattoriali congelate per legge nazionale fino al 15 ottobre che hanno un importo inferiore ai 1.000 euro. In particolare, secondo l’elaborazione del Sole 24 Ore su dati delle Entrate, in regione le cartelle sospese da marzo e fino al 15 ottobre con un importo inferiore ai mille euro sono in totale 38.000, pari al 69% circa del totale. Altre 9.500 sono cartelle esattoriali con un importo tra 1.000 e 5.000 euro, mentre 7.000 sono cartelle esattoriali con un’entità superiore a 5.000 euro di importo dovuto.
A livello nazionale, il totale complessivo parla di 6,5 milioni di cartelle sospese, ossia di atti non notificati ai diretti interessati. In questo caso, il 90% del totale ha un importo inferiore ai 5.000 euro.
In discussione in Parlamento c’è l’ipotesi di una proroga del periodo di sospensione, per arrivare a sbloccare l’invio delle cartelle esattoriali al prossimo 15 dicembre. Il decreto Agosto dovrebbe essere varato in Parlamentro entro il prossimo 13 ottobre ma per far ripartire lo ‘stand by’ occorre valutare i costi per lo Stato in termini di copertura. Il precedente slittamento della riscossione coattiva sarebbe costato 65,8 milioni di euro a valere sul 2020 in termini di saldo netto da finanziare e 165,5 milioni in termini di indebitamento netto. Spostare di altri 45 giorni la riscossione vorrebbe dire raddoppiare queste cifre.
A favore di un nuovo rinvio dello sblocco delle cartelle esattoriali si esprime Gianni Bort, presidente di Confcommercio del Trentino. «In un sondaggio tra i nostri associati il problema più grave che è stato messo in evidenza riguarda il versamento degli oneri fiscali e previdenziali» spiega il presidente del sindacato di impresa di via Solteri, nonché presidente della Camera di commercio di Trento.
Il nodo è che, sebbene l’economia stia recuperando rispetto al crollo dovuto al lockdown, la situazione, conferma Bort, non è tale da far parlare di un ritorno alla normalità, anzi. «Io ritengo che un rinvio ulteriore ci sta - sostiene Bort - perché è ben vero che le cose non sono così drammatiche come si pensava durante il lockdown, ma le difficoltà ci sono, tante aziende chiuderanno a causa del Covid che si assomma anche a molte altre ragioni di difficoltà, ma proprio perché l’economia deve ancora recuperare, un po’ di tolleranza con chi ha ancora pendenze con il fisco secondo me è dovuta. Non si tratta né di sconti né di condoni, ma di ridare fiato alle imprese e ai cittadini. Anche perché ottenere linee di credito resta non facile ed è vero che i mutui non sono stati tutti bloccati dalle moratorie e che ci sono ancora imprese che versano le rate. Rimane poi una incertezza e una difficoltà per molte imprese che non vedono una prospettiva chiara, e per le quali i ricavi calano e i problemi sono ancora tanti e non sono stati risolti».
Lo stop alle cartelle esattoriali è stato deciso per il periodo marzo-ottobre. Nel corso degli ultimi sei mesi sono così circa 7 milioni le cartelle esattoriali sospese senza essere recapitate ad altrettanti contribuenti. Uno stop determinato dall’emergenza sanitaria già prorogato, attraverso il decreto Agosto, dall’1 settembre al 15 ottobre. Una sospensione che potrebbe beneficiare di un ulteriore spostamento verso la fine dell’anno per effetto delle istanze politiche e delle associazioni di categoria che premono per rinviare ancora il riavvio della riscossione coattiva.
Resta il nodo della copertura finanziaria del provvedimento: in Parlamento si capirà nelle prossime settimane se le risorse si troveranno e se dunque le entrate del fisco per coloro che hanno pendenze con esso potranno essere rinviate all’ultimo mese dell’anno.