Il Casteller sarà a prova di fuga Una "prigione" rinforzata per M49 Nell'area ci sono già DJ3 e M57
Muri più alti, recinzioni più solide. E meno reticolati elettrificati «la cui utilità, abbiamo potuto constatare negli anni, è relativa. Meglio puntare su metodi di contenimento fisico». È il dirigente Romano Masè a spiegare come M49, quando ultimerà la fase di ambientamento, troverà una “prigione” molto più ostica da sfidare.
I lavori sono già iniziati anche se per ora non stanno interessando la barriera più esterna, bensì le opere interne dell’area faunistica della collina.
«Quando saranno conclusi? Al più presto», spiega ancora Masé anche se - precisa - servirà almeno un mese, circa, per vedere conclusa la nuova recinzione, da quando i lavori partiranno. Un problema in più nella gestione dell’esemplare, che non è solo: nell’area si trovano già, infatti, Dj3, la femmina catturata nel 2011 e nel recinto da allora e M57, l’orso che ha ferito un carabiniere ad Andalo nella serata del 22 agosto.
«Nessun problema di convivenza tra esemplari», hanno precisato ieri sia il presidente della Provincia Maurizio Fugatti che i dirigenti e i tecnici. L’importante sarà finire in fretta i lavori.
Verranno rimosse del tutto le recinzioni attuali, formate da reticolato in metallo elettrosaldato che - M49 ha dimostrato - non possono più ritenersi affidabili. «No, non le vedremo più - ha confermato Masè - e saranno sostituite da opere in metallo più solide. La struttura del Casteller dovrà diventare a prova di fuga. Quando il Casteller è stato realizzato, la recinzione più esterna era stata pensata quasi come una barriera visiva per gli orsi. Si era certi che fino a quel punto gli animali non sarebbero mai arrivati, frenati prima dal reticolato elettrificato. Abbiamo visto che non è così e dunque dobbiamo puntare su barriere fisiche».
Si annuncia dunque uno stato di cattività permanente per M49 e gli altri orsi, al Casteller? Non è detto. Come ieri ha spiegato l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli, «il confronto con il ministero è sempre aperto. Noi continuiamo a ribadire che il progetto, per come si è evoluto negli anni, ha portato alla concentrazione di troppi orsi sul nostro territorio e valuteremo come poterli gestire».
Ad esempio, dunque, trasferendoli altrove. O anche abbattendo gli esemplari più problematici? Fugatti non ha problemi a ribadire chiaramente che «fosse per me, abbatterei gli elementi più problematici. Ma sappiamo anche che le sensibilità sul punto sono molto diverse e che Roma esclude chiaramente questa ipotesi. Dunque per ora nessun abbattimento, ma serve una gestione diversa».