I test sierologici nei 5 comuni più colpiti dal Covid in Trentino saranno analizzati a Roma
Con i test sierologici di ieri a Canazei si è conclusa la seconda fase dell’indagine di sieroprevalenza: 1.058 i prelievi del sangue effettuati e un’adesione del 75,5%. La popolazione dei cinque comuni trentini maggiormente colpiti dal virus Sars-CoV-2 ha aderito in maniera convinta alla seconda tornata di test nell’ambito dell’indagine epidemiologica realizzata dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari in accordo con la Provincia di Trento e la supervisione dell’Istituto superiore di sanità. In questa seconda fase sono state coinvolte 1400 persone tra la popolazione di Borgo Chiese, Campitello di Fassa, Canazei, Pieve di Bono-Prezzo e Vermiglio.
Ad essere testate, questa volta, sono state solo alcune delle persone che già avevano partecipato ai test dello scorso maggio. L’indagine nel suo complesso ha l’obiettivo di individuare nella popolazione dei comuni più colpiti gli anticorpi anti Sars-CoV2 e studiarne il comportamento nel tempo. Con questo secondo prelievo si potrà quindi verificare la persistenza degli anticorpi nel sangue: non è infatti noto a livello scientifico per quanto tempo gli anticorpi siano ritrovabili nel sangue dei soggetti che li hanno sviluppati.
I dati raccolti nella prima fase di maggio hanno permesso di correlare al meglio i dati sierologici con sintomatologia, positività al tampone ed eventuale presenza di cluster localizzati. Grazie a questi ultimi prelievi potranno essere fatte ulteriori valutazioni sulla persistenza degli anticorpi nei soggetti risultati positivi. In questo senso la risposta dei cittadini è stata davvero buona e grazie alla loro grande disponibilità saranno raccolti dati epidemiologici preziosi per ricostruire l’andamento del contagio e capirne l’evoluzione futura.
I cittadini hanno aderito su base volontaria e chi, per vari motivi, non ha avuto la possibilità di fare il prelievo, riceverà nei prossimi giorni una nuova lettera di invito per effettuare il test in una data alternativa. I campioni raccolti verranno esaminati a Roma dall’Istituto superiore di sanità; serviranno quindi una trentina di giorni per avere i risultati. Come ribadito in più occasioni i test sierologici non hanno carattere diagnostico e non danno una «patente di immunità», ma sono fondamentali per comprendere la dimensione dell’epidemia di Covid-19 sul territorio e identificare dei sintomi non evidenti (oppure clinicamente non rilevanti) associati all’infezione da Sars-CoV-2.