Ianeselli: «Città militarizzata? Serve la responsabilità di tutti»
Sull'ordinanza, dopo avervi apposto la firma, ha voluto metterci anche la faccia. Nel primo venerdì sera regolato in alcune zone del centro dalle nuove limitazioni per contrastare eccessi e contagi, il sindaco di Trento Franco Ianeselli è rimasto fino alle 2 del mattino con le forze dell'ordine, confrontandosi anche con esercenti, avventori e residenti.
Assieme a Daria de Pretis aveva partecipato alla proiezione, al teatro San Marco, di "Viaggio in Italia", documentario sulla situazione delle carceri in Italia. Sarà anche per questo che non vuole sentir parlare di "città galera".
Sindaco Ianeselli, ha militarizzato il centro?
«Non mi pare proprio. Comprendo che vedere in azione decine di agenti di polizia e polizia locale e militari di Arma e fiamme gialle possa aver destato stupore, ma quello che deve essere chiaro a tutti è che ad essere eccezionale è l'emergenza che stiamo vivendo. Serve la responsabilità di tutti e se vedremo che tutti sapranno dimostrarla, le forze dell'ordine potranno occuparsi di altro. Sono i cittadini a dover dimostrare che le pattuglie non servono».
Lei è rimasto in centro fino alle 2. È soddisfatto di quello che ha visto?
«Direi che le cose sono andate come dovevano andare, ho visto molta collaborazione da parte degli esercenti, direi condivisione delle decisioni prese e questo non può che fare piacere. Anche da parte degli avventori ho visto compresione, la gran parte di tutti noi sta capendo che queste non sono rinunce dettate da chissà quale volontà di limitare la possibilità di svagarsi, ma sacrifici, limitati, necessari per evitare che la situazione possa peggiorare».
Anche per questo ha gradito l'adesione volontaria agli orari ridotti da parte di altri locali, al di fuori della zona individuata dall'ordinanza?
«Proprio così. Il messaggio che è arrivato da quegli esercenti è importantissimo. Testimonia la consapevolezza della necessità, da parte di tutti, di fare il possibile per arginare questa nuova crescita dei contagi. Una presa di posizione che mi ha fatto molto piacere. La settimana prossima incontreremo con il vicesindaco Stanchina proprio le associazioni di categoria per fare il punto della situazione e valutare la possibilità di estendere la riduzione di orari ad altre zone della città. Del resto, mi pare che le intenzioni del governo vadano in questo senso. Se serve ridurre di poco, per evitare la chiusura completa, credo farlo convenga a tutti».
In centro, soprattutto nelle zone in cui è scattata la riduzione degli orari di apertura, sul tavolo c'era anche la questione della convivenza tra locali e avventori da un lato e residenti dell'altro. Anche da questo punto di vista è soddisfatto?
«Ho potuto incontrare direttamente, in centro, alcuni dei residenti già venerdì sera. Altri li ho sentiti oggi (ieri, ndr). Mi pare di aver colto soddisfazione per aver potuto beneficiare di una tregua in un contesto che si era fatto da tempo oggettivamente difficile. Come dicevo, l'obiettivo è quello di far sì che il rispetto tra tutti coloro che vivono la città diventi spontaneo, un automatismo, senza la necessità di ordinanze e controlli. Per questo incontreremo anche le associazioni degli studenti. Ma finché serviranno, percorreremo anche queste vie».