Ictus non visto nelle tac su una ragazza La procura di Trento apre un'inchiesta
La procura di Trento ha aperto un'inchiesta sulla drammatica vicenda della ragazza di 22 anni che, a causa di un ictus non visto - era stata sottoposta a due Tac - ha riportato lesioni gravissime.
L'indagine, affidata ai carabinieri del Nas e coordinata dalla pm Patrizia Foiera, dovrà stabilire se quanto accaduto sia riconducibile ad un errore medico o se si trattasse di un caso difficilmente riconoscibile per la sua complessità.
L'inchiesta, che si muove su una ipotesi di lesioni colpose gravissime, riguarda i fatti accaduti il 21 agosto scorso. La ragazza stava poco poco bene e i genitori l'avevano accompagnata all'ospedale di Cles, dove era stata sottoposta ad una tac. Dal referto radiologico non erano emersi problemi particolari. Eppure il quadro della 22enne, anche nella sala d'attesa dell'ospedale, si era acuito.
La ragazza aveva iniziato ad avere problemi neurologici e i medici - secondo quanto ricostruito - avevano collegato quella condizione ad un problema di tipo psichiatrico. A quel punto la giovane era stata trasferita all'ospedale di Trento e presa in carico dalla struttura per essere curata dal punto di vista psichiatrico. Nonostante le terapie, però, il quadro non migliorava. Il 23 agosto, quindi, la 22enne era stata sottoposta ad una seconda tac. Anche in questo caso, però, i radiologi non avevano riscontrato alcuna anomalia. Soltanto il 24 agosto, dopo una risonanza magnetica, era emerso il danno provocato dall'ictus, per l'esattezza una trombosi aortica basilare. Era dunque risultato evidente che la ragazza non aveva alcun problema di tipo psichiatrico.
A questo punto, come detto, sarà la magistratura a dovere fare luce sull'intera vicenda. I carabinieri del Nas hanno già acquisito la cartella clinica ed anche la direzione dell'ospedale è ovviamente a conoscenza della vicenda. Gli inquirenti, in particolare, dovranno stabilire se possano esserci responsabilità per il ritardo nella diagnosi o se quanto accaduto sia riconducibile alla complessità del caso.
La trombosi dell'arteria basilare è infatti una sindrome che spesso ha sintomi difficile da
identificare tra i quali, oltre che disturbi visibili o disturbi motori, ci sono anche disturbi psichiatrici. Proprio questo potrebbe aver tratto in inganno i medici che, con in mano una tac negativa, hanno escluso proprio le patologiche ischemiche ed emorragiche.
Dal 2018 a Trento c'è però un servizio di neuroradiologia interventistica interprovinciale, con equipe che lavorano sia su Trento
che su Bolzano. Eppure - ma questo è un altro aspetto al vaglio della magistratura - sembra che la lettura del referto non sia stata affidata ai neuroradiologi, più esperti di queste patologie cerebrali, in cui l'intervento entro 6 ore dall'insorgenza dei sintomi può risultare decisivo per migliorare la prognosi dei pazienti.