Natale e Capodanno, stop spostamenti fra Comuni: "Ma così il Trentino è penalizzato" dice il presidente Gianmoena
Il Decreto firmato dal premier stabilisce che sono vietati gli spostamenti tra regioni, e anche tra province autonome, dal 21 dicembre al 6 gennaio. Per l’economia trentina è un brutto colpo, e non parliamo solo di quella legata agli sport invernali.
«È uno di quei momenti in cui qualsiasi decisione venga presa, rischia di essere sbagliata», ammette Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei comuni. «Chi deve decidere, fatica a farlo perché la situazione è molto complessa: difficile dal punto di vista sanitario e anche da quello economico. Posso dire una cosa, però: un conto è la Lombardia con i suoi 10 milioni d’abitanti, o il Veneto con i suoi 8; un altro è il Trentino con i suoi 500mila».
L’impatto economico di questa norma, ammette dunque Gianmoena, «è profondamente diverso a seconda del territorio su cui incide».
Ma non è finita: a Natale, Santo Stefano e il primo dell’anno saranno vietati anche gli spostamenti da un comune all’altro. E qui Gianmoena conta fino a dieci (anche qualcosa in più), poi riparte. «Penso che quando una norma viene promulgata vada rispettata. Questo il primo pensiero. Il secondo si ricollega a quanto dicevo prima: c’è comune e comune. C’è Milano, c’è Roma, c’è Trento, ma ci sono anche i piccoli comuni delle nostre valli». E questa è un’altra prova di quanto sia difficile emanare una legge.
«L’obiettivo è limitare gli spostamenti: d’accordo, lo capisco», annuisce il presidente del Consorzio dei comuni, «però ci sono dei casi che andrebbero valutati. Spero, ad esempio, che introducano la possibilità di andare a trovare un genitore che viva da solo in un comune vicino».
Ma i comuni controlleranno oppure no che i propri residenti non “valichino i confini” per recarsi in un altro comune? «Facciamo appello soprattutto alla responsabilità dei cittadini», dice Gianmoena, «e comunque prima che il decreto entri in vigore si terrà la riunione del Comitato provinciale per la sicurezza pubblica alla quale parteciperanno, come sempre, il questore, il commissario del governo e i rappresentanti delle forze dell’ordine.
Certamente, per fare rispettare le regole non schiereremo una “squadra” più numerosa: le forze della Polizia locale sono quelle che conosciamo».
E ieri sera in conferenza stampa il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, era visibilmente deluso. «Abbiamo preso atto delle decisioni del governo», ha detto a testa bassa. «Le Regioni, tutte assieme, hanno prodotto un documento ufficiale in cui si contesta il mancato confronto su questo Dpcm. Il governo non ha tenuto in considerazione le nostre richieste». Nel mirino, soprattutto, le limitazioni agli spostamenti e alle «relazioni sociali», come le ha chiamate Fugatti, riferendosi all’impossibilità di festeggiare il Natale in famiglia nel caso i componenti risiedano in comuni diversi.
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