Fa la pipì nei campi, multato dai carabinieri. Ma il giudice lo assolve: "è una consuetudine"
I fatti contestati risalgono al settembre 2018
Al termine della giornata di lavoro in campagna, dove era stata impegnato nella vendemmia, si era appartato tra i filiari per fare pipì. Una libertà che gli era costata cara: era stato visto dalle forze dell’ordine, era stato infatti sanzionato per "atti contrari alla pubblica decenza". Ma l’uomo ha impugnato il verbale e il giudice di pace, accogliendo il ricorso, ha annullato il provvedimento.
Protagonista, suo malgrado, del contenzioso, un bracciante agricolo impegnato nella vendemmia. I fatti contestati risalgono al settembre 2018.
Come ricostruisce il giudice Antonio Orpello, dopo una lunga giornata di lavoro era stato colto da un bisogno fisiologico. Visto che nelle vicinanze non c’era un bagno, aveva pensato di appartarsi tra i filari di vigne e dietro a un mucchio sufficientemente alto di terra e piccoli arbusti per far fronte al bisogno. Ma qui era stato scorto di schiena dalle forze dell’ordine, che il giorno seguente avevano redatto un verbale per violazione dell’articolo 726 del codice penale, ovvero atti contrari alla pubblica decenza.
Il lavoratore si è però opposto, replicando che non si trattava certo di un gesto dimostrativo, ma soltanto di un bisogno fisiologico.
«Nel caso di specie - osserva il giudice - pare che l’azione non fosse palesemente atta a realizzare una condotta censurabile, ma solo ipotetica perché si trovava comunque in un contesto riservato, in un terreno agricolo, probabilmente in circostanze di difficoltà».
Il caso specifico, inoltre, andrebbe valutato tenendo conto del contesto specifico in cui è successo. «È risaputo - osserva - come in zone rurali, e, in special modo, in terreni agricoli coltivati a vigna, sia tollerato l’espletamento di funzioni corporali, specialmente in quei periodi di lavoro in cui è necessaria la presenza sul campo di persone per l’intera giornata senza soluzione di continuità».
Infatti, durante la vendemmia è necessario che il lavoratore - si ricorda - rimanga nel vitigno per l’intera giornata. «Questi, però, non dispone di un servizio igienico - si legge - È per questo motivo, dunque, che è tollerato l’espletamento di bisogni fisiologici “all’aperto”. Anzi, è una vera e propria consuetudine». Da qui la decisione di accogliere il ricorso.