Covid: sempre più anziani infettati A Pergine 38 casi, focolaio a Mezzocorona Una sola rsa del Trentino ne è libera
Il contagio del Covid è tornato nelle RSA e case di riposo del Trentino: allarmante il dato di ieri, che oltre alle 5 vittime (tutte anziane) ha visto un aumento dei positivi, soprattutto fra le persone sopra i 70 anni di età.
Pur essendo in pieno svolgimento la campagna di vaccinazione, ad oggi delle 8 strutture gestite da Spes e delle 45 strutture gestite da Upipa, solamente una è Covid-free: si tratta della casa di riposo di Vallarsa. Una struttura che in tutti questi mesi è riuscita ad affrontare la pandemia senza registrare alcun contagio. Ma in tutto il Trentino la pandemia nelle case di riposo è a livelli superiori a marzo ed aprile.
Desta preoccupazione il focolaio di Covid 19 sviluppatosi presso la struttura protetta (Rsa) di via Marconi a Pergine, anche se sono già state adottate tutte le misure ed protocolli necessari e previsti in tali situazioni.
Dopo i primi casi di anziani positivi evidenziatisi tra Natale e inizio anno nella struttura gestita dall’Apsp «Santo Spirito - Fondazione Montel» (con alcuni ospiti trasferiti alla Rsa-covid di Volano) il monitoraggio ed i tamponi effettuati a inizio settimana, in sinergia con la task-force dell’azienda sanitaria, hanno evidenziato la presenza di 28 anziani positivi al Covid (circa il 50% degli attuali residenti nella struttura) e di almeno una decina di operatori socio-sanitari contagiati.
«I famigliari degli ospiti sono stati puntualmente informati con una nota congiunta di direttore e presidente dell’Apsp e del direttore sanitario dottor Giorgio Susella - spiega il presidente della struttura Diego Pintarelli -. Come verificato con la task force provinciale, tutti i protocolli e le misure di sicurezza sono state sin qui osservate. La Rsa sono per altro “strutture aperte” (il personale torna quotidianamente presso il proprio domicilio), impossibile verificare tutti i contatti avuti nel periodo natalizio e delle festività».
Un nuovo focolaio, dopo quello che a marzo-aprile aveva colpito pesantemente la attigua Rsa di via Pive, che viene seguito con la massima attenzione da azienda sanitaria e giunta trentina, come confermato dal dirigente del dipartimento salute dottor Giancarlo Ruscitti nell’ultima conferenza stampa della task-force provinciale.
«Restiamo in attesa dei risultati dei tamponi effettuati nelle ultime due giornate per capire i reali numeri del contagio, anche se gran parte degli ospiti contagiati è asintomatica o con leggeri stati febbrili - spiega ancora il dottor Diego Pintarelli - è già stato attivato il “centro covid” (con 10 posti letto) nella nuova struttura che ospiterà in futuro il centro Alzheimer, mentre sulla base dei casi evidenziati un intero piano della struttura potrebbe essere dedicato agli ospiti positivi e diventare un “reparto Covid”. Sin qui la situazione epidemiologica e sanitaria appare meno grave di quella sperimentata in primavera».
Qui si registrarono oltre 90 ospiti e dipendenti contagiati e più di 40 decessi, mentre la Rsa di via Marconi era finora rimasta indenne da ogni contagio, riuscendo ad intercettare in modo tempestivo singoli casi di positività (l’ultimo ad inizio dicembre).
Intanto, alla Apsp perginese sono stati consegnati nei giorni scorsi 33 flaconi del vaccino Pfizer anti Covid 19, pari a 198 dosi: «Il piano di vaccinazioni concordato con l’azienda sanitaria non si ferma - conclude il presidente Pintarelli -: abbiamo già concluso la somministrazione delle prime dosi a personale e ospiti residenti, ed entro due-tre settimane verrà effettuato il secondo richiamo. Il vaccino e l’immunità raggiunta dagli ospiti che hanno superato la malattia, potrebbe essere davvero la fine di un lungo tunnel e della triste vicenda che ha interessato le nostre strutture in questi ultimi lunghi mesi».
L'altroieri, l'Azienda sanitaria ha rivelato che un altro focolaio si è acceso alla struttura di Mezzocorona.