In cimitero a Trento l'ultimo abbraccio ad Agitu Prosegue la raccolta fondi per attività in memoria della fondatrice di "Capra felice", uccisa a Frassilongo
Questa mattina l'ultimo abbraccio trentino ad Agitu, l'imprenditrice etiope assassinata a Frassilongo.
Questa mattina l'ultimo abbraccio trentino ad Agitu, l'imprenditrice etiope assassinata a Frassilongo.
Alle 11 al cimitero monumentale di Trento anche i cittadini hanno potuto portare un ultimo saluto ad Agitu.
In questo fotoservizio di Alessio Coser alcuni momenti della toccante cerimonia.
Dopo il commiato dei familiari e la benedizione del religioso etiope (in forma privata), si previsto che il feretro fosse esposto sotto il colonnato antistante l'atrio delle camere mortuarie.
Ieri i fratello e la sorella di Agitu erano stati accolti a palazzo Geremia dal sindaco Franco Ianeselli e dal presidente del consiglio comunale Paolo Piccoli.
Kuma e Bethelihem Ideo Gudeta hanno così voluto ringraziare la città della vicinanza e solidarietà espressa dopo la tragica morte della giovane donna.
Un sentimento di affetto che si è espresso in tanti momenti, dalla fiaccolata in ricordo di Agitu alla raccolta fondi promossa da Zebenay Jabe Daka, presidente dell'associazione Amici dell'Etiopia, che ha superato i 100 mila euro.
A Rovereto, invece, le associazioni Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani, Casa delle Donne di Rovereto, Coordinamento Associazioni Vallagarina per l’Africa e Anpi Trentino invitano chi vuole simbolicamente partecipare al saluto ad appendere al balcone della propria abitazione un nastro rosso in coincidenza con il saluto previsto a Trento.
In segno di partecipazione al lutto e di ricordo, una delegazione delle associazioni ha deciso di deporre una corona a Rovereto in piazza Erbe, nel luogo in cui Agitu era presente con il suo banchetto.
Ieri mattina, in un freddo pungente, fratello e sorella di Agitu, sono saliti a Frassilongo, in valle dei Mocheni, per visitare i luoghi della sorella, accompagnati dall'avvocata Elena Biaggioni. Hanno visitato prima la casa, dove si sono fermati a lungo, tra le lacrime. Il sindaco Luca Puecher li ha invitati in municipio. Ma si sono recati anche nella stalla, che Beatrice, la giovane pastora incaricata di custodire le capre di Agitu, ha aperto loro, in un momento di grande commozione per tutti.
Fratello e sorella di Agitu si sono limitate a poche parole: «Siamo affranti per questa perdita – hanno detto – ma vigliamo ringraziare questa comunità, che tanto bene aveva lavorato con Agitu».
Intanto sfiora quota 100 mila euro la raccolta fondi lanciata per temere viva la memoria di Agitu Ideo Gudeta e del suo sogno di allevatrice di capre felici. Ieri sera su gofundme.com le donazioni in memoria della fondatrice dell'azianda "La capra felice" erano ben 419 - c’è chi ci ha messo 1.000 euro e chi pochi spiccioli, tutto è comunque utile a sostenere la causa - per un totale di 95.747 euro. Ma la raccolta non si ferma: è probabile che tra oggi e domani si superi quota 100.000 euro, cifra che neppure il più ottimista tra gli organizzatori si aspettava di raggiungere in così breve tempo.
«A decidere come investire quei soldi - precisano gli organizzatori - sarà un comitato etico, composto da un familiare di Agitu, dall’amica Elisabetta Nardelli e dal notaio Paolo Piccoli.
Il comitato avrà il compito di tradurre in pratica il triplice obiettivo della raccolta fondi: ovvero contribuire al trasporto della salma in Etiopia, dove verrà sepolta per volere dei familiari, onorare e tener viva la memoria di Agitu e infine trovare le modalità più adatte per continuare i suoi progetti.
È sicuramente quest’ultima la parte più difficile da realizzare a causa delle tante difficoltà pratiche da affrontare. Per questo il comitato etico si impegnerà a considerare e a vagliare ogni proposta, in modo che le decisioni adottate siano insieme sostenibili dal punto di vista economico e il più possibile condivise da chi ha voluto bene ad Agitu e alle sue capre felici».
Il primo obiettivo sarà raggiunto a breve: la salma dovrebbe ripartire per l’Etiopia con il fratello e la sorella di Agitu all’inizio della prossima settimana. I familiari (che tra oggi e domani dovrebbero concludere la quarantena trascorsa in albergo) avranno a Trento giornate intense: l’agenda prevede tra l’altro una visita a Frassilongo per vedere il luogo dove Agitu aveva dato forma al suo sogno e per fare l’inventario dei suoi beni.
Ecco come Agitu descriveva la sua creatura, nel segno della capra felice e delal rivitalizzazione dell'economia montana: "L’azienda nasce da un progetto di recupero di terreni abbandonati e di razze rustiche locali.
Si occupa di allevamento caprino eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima, il latte di capra, e vendita diretta del derivato.
Vengono realizzati formaggi biologici da pascolo da erba, yogurt ed anche prodotti di cosmesi con latte di capra.
L’azienda nasce nel 2010 ed attualmente, dopo diversi spostamenti, opera nel comune di Frassilongo, in Valle dei Mòcheni, allevando la capra pezzata mòchena, razza in via di estinzione, e le camosciate delle Alpi.
Ora l’azienda si opera per il recupero di strutture in disuso per creare un’economia di montagna generata da edifici e terreni abbandonati".