Niente bonus ai docenti Causa contro la Provincia

Sta per abbattersi sulla Provicia una class action promossa da migliaia di insegnanti trentini. Vogliono ricevere la Carta docenti, il bonus da 500 euro all'anno riconosciuto da una norma del 2015 ai docenti italiani, ma non ai trentini. I ricorrenti chiedono anche alla Provincia tutti gli arretrati maturati a partire dall'anno scolastico 2015-2016.

In quanti aderiranno alla class action? «È impossibile in questa fase dare dei numeri precisi - replica Mauro Pericolo, segretario del sindacato autonomo Delsa che sta preparando l'azione legale - perché adesso è il singolo insegnante che deve inviare la richiesta di pagamento alla Provincia. Possiamo dire però che l'interesse è alto e alla fine ritengo che i ricorrenti saranno migliaia».

La legge n° 107 del 13 luglio 2015 di riforma della scuola ha introdotto tra l'altro una carta elettronica del valore di 500 euro annui per l'aggiornamento dei docenti. Misura che però non è stata recepita in Trentino - né prima dalla giunta Rossi, né dopo dalla giunta Fugatti - in quanto l'attività di aggiornamento e formazione del personale docente in Trentino viene svolta dall'Iprase, cioè l'Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa fondato nel 1990. Ma l'articolo 33 della Costituzione - ricorda il sindacato autonomo - recita che «l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento…».

«È inaccettabile che la formazione dei docenti in Trentino venga calata dall'alto - sottolinea Pericolo - Abbiamo approfondito la questione da un punto di vista legale arrivando alla conclusione che è illegittimo il mancato riconoscimento della Carta docenti. La formazione fatta da Iprase è condizionata dalle direttive che riceve dall'organo politico di governo che infatti ne nomina la dirigenza. Inoltre l'assegno riconosciuto agli insegnanti nel resto d'Italia prevede una formazione a 360 gradi perché il bonus può essere speso per partecipare a corsi, acquistare libri, ma anche dotarsi di strumenti ormai diventati indispensabili come computer e tablet. L'insegnante deve poter scegliere la sua formazione, questo diritto non viene però garantito in Trentino dove i docenti non possono far altro che aderire alle attività formative offerta da Iprase. C'è dunque un'evidente disparità di trattamento con il resto dei docenti italiani».

L'adesione alla class action passa attraverso più fasi. La prima è bloccare la prescrizione inviando alla Provincia una richiesta (il modello è disponibile sul sito di Delsa) via posta elettronica certificata in cui il singolo docente chiede «ai sensi dell'art. 1 comma 121 legge 107/2015 in combinato disposto con il DPR n. 405/88 e di ogni altra norma atta a definire i limiti di competenza in materia scolastica della Provincia autonoma di Trento, il riconoscimento e l'accredito immediato del suddetto bonus per i seguenti anni scolastici... (dal 2015-2016 fino a quello in corso, ndr)».
Il secondo passo sarà un'eventuale trattativa stragiudiziale, ma è difficile pensare che la Provincia accetti la richiesta aprendo i cordoni della borsa.
La terza fase sarà l'avvio di un'azione civile collettiva a cui - prevede il sindacato autonomo - parteciperanno migliaia di docenti trentini. «A fronte della ostinazione nel negare tale palese diritto del docente - conferma Pericolo - si procederà con l'avvio di una class action davanti al giudice ordinario del tribunale di Trento».

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