Addio al dottor Bortot, fu primario di maxillo al Santa Chiara di Trento
TRENTO - veva diretto il reparto di chirurgia maxillo facciale del Santa Chiara dalla seconda metà degli anni Settanta, dandogli lustro a livello nazionale ed europeo per l’elevatissimo livello delle tecniche operatorie.
Ma non è solo il mondo della sanità a piangere il dottor Guerrino Bortot, scomparso nei giorni scorsi. Bellunese d’origine, era cresciuto a Merano, per poi laurearsi in medicina e chirurgia.
«Aveva iniziato a dedicarsi alla professione medica a Vicenza, alla scuola del professor Camillo Curioni, chirurgo tra i più grandi nella specialità della chirurgia maxillo-facciale», ricorda il dottor Fulvio Campolongo, direttore dell’Unità operativa multizonale di chirurgia maxillo-facciale e odontostomatologia dell’Azienda sanitaria.
«Accanto alla passione con cui si era applicato nella formazione professionale, aveva sempre saputo coltivare i rapporti umani», ricorda ancora Campolongo: «Il desiderio di crescita professionale e la conoscenza del tedesco avevano portato il professor Bortot ad intrattenere rapporti professionali e sinceramente amicali con i personaggi che hanno scritto la storia della chirurgia maxillo facciale nel mondo: Hugo Obwegeser di Zurigo, Emil Steinhäuser di Erlangen-Norimberga, Heinz Kole di Graz, Helen Matras di Salisburgo».
Bortot aveva lasciato Vicenza nel 1975, dopo la nomina a primario del reparto di chirurgia maxillo facciale del nuovo Santa Chiara, che era stato inaugurato cinque anni prima.
«A Trento al professor Bortot erano stati sufficienti pochi anni, per dare un’impronta nazionale al proprio reparto: medici da tutta Italia avevano frequentato la sala operatoria della chirurgia maxillo facciale di Trento per vedere ed imparare quelle tecniche operatorie che pochissimi centri in Italia effettuavano», ricorda ancora Campolongo.
«Era stato all’inizio degli anni ottanta che la chirurgia ortognatica, per la correzione delle malformazioni del massiccio facciale, aveva iniziato a muovere i primi passi. Accanto ai successi professionali, dalla presidenza della Società italiana di chirurgia maxillo-facciale alle docenze nelle Università di Milano e Verona».
Bortot era stato anche presidente del Rotary Club Trento e prefetto distrettuale, ma anche Gran maestro della Confraternita della vite e del vino e socio del Panathlon Trento.
«In questi anni dove tutto è frenetico, gridato per mostrare un supposto successo personale - lo ricorda ancora Campolongo - credo che l’insegnamento che il professor Bortot ci lascia sia che esiste la possibilità di coniugare le più grandi soddisfazioni professionali con una ricca vita famigliare e sociale. Il tutto senza troppi clamori».