Bonus alimentare a 10 mila trentini: nei prossimi giorni una nuova opportunità di fare domanda
TRENTO - L’obiettivo del nuovo bonus alimentare era uno: dare un sostegno a chi era in qualche modo fuori dai radar, a chi cioè fino a pochi mesi fa probabilmente galleggiava senza eccessivi problemi, ma che a causa della pandemia ha perso il lavoro, non ha più le entrate su cui poteva contare, non ha sostegni né aiuti. Perché purtroppo ci sono persone cadute a terra all’improvviso.
I numeri.
Quante persone siano in questa situazione, lo dicono i numeri: in Provincia sono state 3.634 le domande accolte, che corrispondono a 10.274 persone interessate. Una prima lettura potrebbe portare a dire che si tratta di poche richieste: all’uscita dal lockdown erano state di più. Ma la flessione è appunto spiegabile nei criteri, che riducevano in modo naturale la platea di riferimento: questo bonus (più pesante, in termini economici, di quello garantito la scorsa primavera) è a disposizione di chi ha meno di 1.500 euro sul conto corrente e non può contare su altri aiuti. Reddito di cittadinanza, assegno unico e molti altri contributi infatti rientravano nel reddito da calcolare, riducendo la possibilità di accesso. Da qui arriva il numero, decisamente più basso della scorsa primavera, di quanti avevano diritto al beneficio e di conseguenza hanno presentato domanda.
Quanto ai diversi territori, naturalmente Trento e il territorio Val d’Adige vede i numeri più pesanti: 1.438 domande, di cui 549 - e questa è una novità - da famiglie composte da una sola persona, 230 le domande arrivate da nuclei composti da 2 persone, 210 domande da nuclei di 3 persone e 449 domande da famiglie con 4 o più componenti. Per quanto riguarda gli altri territori: 532 le richieste a Rovereto, 356 comunità della Vallagarina, 57 in Primiero, 257 in Alta Valsugana e Bersntol, 643 in Alto Garda e Ledro, 88 in Val di Cembra, 81 in val di Sole, 108 in val di Fiemme, 18 nella Magnifica comunità degli Altipiani Cimbri, 124 in Valsugana e Tesino, 185 in Val di Non, 248 in Giudicarie, 121 in Rotaliana Konigsberg, 23 in Paganella, 60 in Valle dei Laghi, 42 in Comun General de Fascia.
Sostegno in parte già liquidato.
Per quel che riguarda l’aiuto, come detto, si è operato in modo diverso, rispetto a quanto fatto la primavera scorsa: meno beneficiari, ma con un assegno più sostenuto. Quindi il bonus alimentare - che verrà accreditato sul conto corrente - sarà di 150 euro per una persona, 250 euro per nuclei da 2 persone e, a salire, 350 euro e 500 euro. In parte il bonus è già stato liquidato: 59.350 euro sono già finiti sul conto corrente dei beneficiari, nei prossimi giorni si procederà con tutti gli altri (il totale, viste le domande accolte, è 792.500 euro).
Le prossime domande.
Questa è la fase uno degli aiuti: in provincia sono disponibili circa 2,9 milioni in tutto, quindi ci sono fondi ancora da gestire. Ora si tratta di capire come. «Nei prossimi giorni faremo una valutazione, con le Comunità di valle e i Comuni di Trento e Rovereto -spiega Stefano Bisoffi, della giunta del Cal - analizzeremo i numeri e decideremo se allargare le maglie e modificare qualche criterio, per permettere di accedere a persone in questa prima fase escluse. Tenendo presente che, evidentemente, chi ha difficoltà oggi le avrà verosimilmente anche il mese prossimo». Quanto al numero delle domande, sono in linea con le previsioni: «Sì, ci si aspettava questo - spiega Bisoffi - e credo di poter dire che è stata data una risposta efficace, all’emergenza alimentare, se penso a tutte le azioni messe in campo nei diversi territori. Ricordo infatti che sono stati estremamente utili gli sforzi di associazioni diverse, che su tutti i territori hanno distribuito viveri, in stretta sintonia con servizi sociali e enti pubblici, che hanno sostenuto la loro azione in questi mesi».
La sfida tecnologica.
Il bonus alimentare ha rappresentato anche la prima sfida vera dal punto di vista tecnologico, della burocrazia trentina. E ad oggi pare una scommessa vinta. Gli uffici si sono organizzati: a Trento gli addetti alle pratiche di bonus erano a disposizione dell’utenza che avesse bisogno di un sostegno tecnologico, con tanto di postazione dedicata in municipio. Ma la stragrande maggioranza delle richieste è arrivata on line: «Sì e il sistema si è dimostrato particolarmente flessibile - osserva Bisoffi - mentre la domanda si è dimostrata, come speravamo, di facile presentazione. Lo dicono altri due dati: in media l’utenza ha impiegato tra gli 8 e i 10 minuti a compilare la domanda, e solo il 24% delle richieste è stata inviata da computer o notebook, il resto da smartphone».