Per Ruscitti un nuovo incarico e aumento di stipendio
TRENTO - Nuovo incarico, altre mansioni e altro aumento di stipendio per il dottor Giancarlo Ruscitti. Il numero uno della sanità trentina, direttore del Dipartimento salute ma anche coordinatore della task force Covid, è ora anche dirigente del Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza. Lo ha deciso con un'apposita delibera il presidente Maurizio Fugatti. L'incarico è "retroattivo", ovvero è iniziato il 10 dicembre 2020 («la cui direzione è stata temporaneamente conferita al dirigente in parola a decorrere dal 10 dicembre 2020», si legge), e richiederà uno sforzo notevole in più considerando che - citando ancora la delibera firmata dal presidente - vi saranno «maggiori e rilevanti responsabilità e impegno connessi alla contemporanea direzione di più strutture dirigenziali». Il ruolo era vacante dopo che Andrea Maria Anselmo era stato nominato, a inizio dicembre, direttore amministrativo dell'Azienda sanitaria, al posto di Rosa Magnoni.
Ora il dottor Giancarlo Ruscitti andrà a prendere il 40% della cosiddetta "retribuzione di posizione" per quella figura. Tradotto in euro, 12.500 in più all'anno, da aggiungere ai circa 129 mila guadagnati nel 2019. Circa un anno fa, nei giorni dell'inizio del lockdown, Fugatti aveva già aumentato il compenso del suo uomo di fiducia, scatenando le ire dei sindacati. Sulla questione è immediatamente intervenuta la politica, con un'interrogazione del Pd firmata dal consigliere Luca Zeni: «La situazione molto complessa che sta vivendo la sanità trentina necessiterebbe di una struttura operativa al massimo: l'assenza di una figura apicale grava sulle spalle del Dirigente generale, che concentra nelle sue mani tutte le decisioni e le scelte. Appare strano come non sia stato possibile individuare in tutta la struttura una figura idonea. Non voglio entrare nel tema retributivo, anche se un pizzico di prudenza in più questo momento non avrebbe fatto male».
Guardando la situazione in generale, a poco più di un anno dalla prima riunione della task force Covid, è evidente come la stima e appunto la fiducia della politica nei confronti dei dirigenti coinvolti sia aumentata. Praticamente per tutti ci sono stati riconoscimenti significativi, sia da un punto di vista di carriera e prestigio sia, di conseguenza, da un punto di vista economico.
Ricordiamo che del "gruppo ristretto" fanno parte il presidente Maurizio Fugatti e l'assessora Stefania Segnana, poi i "tecnici": i dottori Giancarlo Ruscitti, Antonio Ferro e Pier Paolo Benetollo, l'ingegnere Raffaele de Col e il capo ufficio stampa Giampaolo Pedrotti. Poi, a seconda delle tematiche, ci sono gli "allargamenti": per la parte politica soprattutto Mirko Bisesti (quando il tema è la scuola) e Roberto Failoni (quando è il turismo), per quella tecnica in particolare Paolo Nicoletti e Roberto Andreatta, quest'ultimo massimo esperto di trasporti, fondamentali in chiave scuole. Tornando allo "zoccolo duro" della task force, nel corso del 2020 ci sono state promozioni per Antonio Ferro, entrato nella squadra come direttore del Dipartimento prevenzione, ma da un mese ha anche il prestigioso incarico di direttore sanitario. Ancora non è possibile quantificare il salto economico, ma dai circa 96 mila euro del 2019 Ferro passerà a circa 150 mila, viste le clausole che gli permetteranno di mantenere il doppio incarico "a scavalco".
Poi, oltre al già citato Ruscitti, salto verso l'alto anche per l'ingegnere Raffaele De Col: il "guru" di tutte le ordinanze e di tutta la logistica come capo della Protezione civile, da settembre è anche capo dei forestali e responsabile del settore caccia, gestione di grandi carnivori (lupi e orsi), foreste e bacini montani. Nel 2019 De Col aveva guadagnato 151 mila euro. Diversa la storia del dg Pier Paolo Benetollo, "ultimo arrivato" in task force: a fine giugno ci fu l'addio di Paolo Bordon, con Fugatti e Segnana che non fecero nulla per trattenere lo stimato professionista.
L'incarico di "facente funzioni" venne affidato a Benetollo, che entrò così nella squadra. Anche per lui stima e considerazione della politica non sono mancate, con un salto di carriera che si è concretizzato a fine novembre con la nomina a nuovo direttore generale e conseguente balzo di stipendio da 114 mila euro a - come si legge in delibera - «un compenso annuo lordo omnicomprensivo di 165 mila euro, al lordo degli oneri e ritenute di legge». Infine il capo ufficio stampa Giampaolo Pedrotti, ormai conosciuto da tutti i trentini come conduttore della trasmissione quasi quotidiana sulla pandemia, che non ha ricevuto promozioni o incarichi e si deve accontentare dei 147 mila euro di stipendio.
La giunta provinciale replica. Sull'aumento di stipendio di Ruscitti, la provincia ha rilasciato un apposito comunicato stampa:
"La decisione di affidare l’incarico di dirigere il Servizio politiche sanitarie della Provincia al dottor Giancarlo Ruscitti, in sostituzione del dottor Andrea Maria Anselmo, divenuto, a dicembre, direttore amministrativo di APSS è una soluzione temporanea, necessaria a coprire il posto lasciato vacante, in attesa di trovare il sostituto più idoneo. Questa la precisazione della Giunta provinciale rispetto ad un articolo apparso oggi su un quotidiano locale.
Il passaggio del dottor Anselmo presso l’Azienda sanitaria ha creato una carenza importante nell’organigramma del Dipartimento salute e politiche sociali, ma è altrettanto vero che per il sistema “sanità” inteso nel suo complesso, si è trattato certamente di un importante rafforzamento in termini di professionalità e di efficacia.
Date le circostanze, - precisa la Giunta - si è considerata l’opportunità che alla direzione del Servizio politiche sanitarie fosse preposta, in questo frangente di emergenza, la persona che, ricoprendo anche l’incarico di dirigente generale del Dipartimento, meglio possa garantire in modo efficace e diretto il passaggio delle indicazioni operative impartite dall’Assessorato e dal Dipartimento stesso al Servizio politiche sanitarie che ne cura poi l’esecuzione amministrativa. Ad oggi il tempo trascorso nell’incarico dal dottor Ruscitti non può certamente essere considerato particolarmente lungo anche alla luce di situazioni simili avvenute in passato. Sotto il profilo economico, l’indennità di sostituzione riconosciuta, calcolata solo sulla retribuzione di posizione, è pari a circa il 9% della retribuzione lorda già in godimento ed è senz’altro proporzionata alle maggiori responsabilità che l’incarico aggiuntivo comporta. Complessivamente, da inizio legislatura sono state interessate da attribuzione di incarichi ad interim, 29 strutture dirigenziali, con il coinvolgimento di 19 dirigenti con qualifica. Ciò a causa principalmente di un elevato numero di pensionamenti. In proposito giova sottolineare che è la stessa normativa provinciale (art. 34 bis della l.p. 7/1997) a indicare quale modalità primaria di copertura di incarichi dirigenziali vacanti, l’affidamento ad interim a dirigenti di un’altra struttura organizzativa così come è la stessa normativa a stabilire che per l’incarico provvisorio spetti una specifica indennità". |