Leonardi a sostegno delle imprese con le slot Esercenti con lui, contrarie le associazioni che si battono contro la ludopatia
I trentini spendono mediamente 500 milioni di euro all'anno nel gioco d'azzardo
I trentini in un anno “normale” (non gravato dalla pandemia) come il 2019, spendono in media nel gioco 500 milioni di euro, dei quali 390 milioni di euro solo con le macchinette videolottery. Il resto è il “giocato” nelle ricevitorie. Nel 2020 le persone sono dovute rimanere a casa e il crollo del giocato è stato da 390 a 120 milioni di euro. In questi giorni la IV Commissione presieduta da Claudio Cia (FdI) ha concluso le consultazioni sul disegno di legge 65 proposto da Giorgio Leonardi per modificare la legge 13 del 2015 sulla prevenzione e la cura della dipendenza da gioco, con l’obiettivo di tutelare anche le attività economiche e l’occupazione collegate all’offerta delle “macchinette”.
Contrarie al ddl, per tutelare la salute delle persone e le famiglie, le associazioni e organizzazioni sociali, che sostengono la necessità di mantenere la normativa provinciale in vigore che dispone la rimozione o il distanziamento dei pubblici esercizi che offrono giochi d’azzardo legali.
Favorevoli le organizzazioni imprenditoriali. Secondo le ricerche il distanziamento dai luoghi sensibili serve solo a spostare chi soffre di ludopatia verso altre dipendenze. Condiviso da tutti il bisogno di puntare di più sulla formazione, sull’educazione e sulla prevenzione valorizzando le relazioni. Le audizioni si concluderanno lunedì 22 con la presentazione del parere del Consiglio delle autonomie locali in merito al ddl sul quale la Commissione si esprimerà con il voto il 2 marzo.
IL DIBATTITO
Serd: la vicinanza delle macchinette influenza negativamente donne e anziani.
Ermelinda Levari del Serd ha segnalato che nel 2020 è diminuito il numero di persone che si sono rivolti al servizio per problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo. Nel 2019 ne aveva preso in carico 77 persone mentre nel 2020 questi soggetti sono stati solo 4. Da un questionario appositamente somministrato sull’argomento tra il maggio e il luglio del 2020 a 46 persone con la collaborazione con l’Associazione di auto mutuo aiuto (Ama), è emerso che non si è verificato tra gli utenti un aumento del gioco online. Il 20% ha dichiarato di aver giocato online prima del lockdown e solo il 2% ha detto di aver aumentato quest’attività dopo la rimozione dello slot e Vlt dai locali. Levari ha precisato che i giocatori d’azzardo in carico al Serd di Trento sono solo una parte degli utenti di questo tipo perché molti altri si rivolgono ai centri di auto mutuo aiuto e ai servizi presenti in altre località del territorio. E ha aggiunto che molti pazienti ludopatici del Serd hanno dichiarato di essersi sentiti sollevati dall’eliminazione degli apparecchi da gioco dai locali imposta dalla legge provinciale.
Associazione Auto Mutuo Aiuto (Ama): le persone dipendenti dal gioco online sono diverse da quelle che abusano delle macchinette (Slot e Vlt)
Giulia Tomasi, responsabile gioco d’azzardo dell’Ama ha osservato che slot machine e Vlt hano un alto potenziale di induzione all’assuefazione per l’alta velocità di gioco, i suoni, le luci, le piccole vincite o le quasi vincite, meccanismi che rendono queste attività molto pericolose. Il distanziamento di questi apparecchi da categorie sensibili come gli anziani previsto dalla legge provinciale vigente è molto utile. A suo avviso tolto il gioco con slot e Vlt la persona che ha sviluppato una dipendenza patologica non si sposta verso il gioco online perché si tratta di attività dotate di un diverso appeal. L’offerta del gioco online attira altri tipi di giocatori. Tomasi ha confermato che i soggetti seguiti dall’Ama che soffrono di dipendenza da slot e Vlt si sono sentiti estremamente sollevati dall’eliminazione di queste macchinette dai locali.
Consorzio cooperative sociali (Consolida): tener ferma la normativa vigente
Serenella Cipriani, presidente del Consolida, anche in rappresentanza del Forum del Terzo Settore ha notato che il ddl allenta le misure restrittive e agevola gli esercenti anche sul piano fiscale. Questo confligge con la prevenzione dei danni sociali che il gioco d’azzardo patologico può causare. Il Consolida non gestisce direttamente servizi dedicate a questa problematica ma incontra persone vulnerabili e con dipendenze come queste. Vi sono anche segnalazioni dagli istituti di credito che si trovano di fronte famiglie economicamente disastrate a causa della dipendenza da gioco. Disagi emergono anche sul piano relazionale nelle famiglie.
"Inoltre - spiega Cipriani - queste persone faticano a mantenere un rapporto equilibrato con il loro ambiente di lavoro. I problemi di dipendenza di questi soggetti grava sui servizi sociali. In ogni caso per Cipriani vanno tutelati la salute pubblica e il benessere psicofisico delle persone. Per questo Consolida non condivide il ddl di Leonardi ma sostiene la legge vigente del 2015, per non incrementare la povertà sociale e la crisi dei rapporti familiari". Per Cipriani, infine, occorrerebbe sensibilizzare al problema l’opinione pubblica e la cittadinanza, perché non c’è una conoscenza sufficiente dei danni che questa dipendenza può causare.
Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca): no al ddl.
Claudio Bassetti, presidente del Cnca, ha criticato il ddl perché sostanzialmente liberalizza gli esercizi con apparecchi da gioco riducendone la distanza dai luoghi sensibili e non incentiva più i locali che rinunciano alle macchinette. In tal modo si favorisce il gioco d’azzardo anziché contrastare questa pratica come prevede la legge attuale. Con il rischio che si aggravino i costi umani e sociali che la dipendenza patologica da gioco d’azzardo produce, senza contare altri problemi correlati come l’usura. Bassetti ha denunciato in particolare la piaga del “consumo da dissipazione” che sottrae il denaro speso per i giochi al necessario utilizzo per il bene delle persone e delle famiglie.
Per il Cnca occorre quindi ridurre l’esposizione ai giochi fisici come la legge del 2015 già dispone. Un esempio virtuoso del buon risultato derivante dall’attuazione di questo principio è la legge adottata dalla Regione Piemonte, che impone di distanziare a non meno di 500 metri dai luoghi sensibili i locali dotati di macchinette da gioco. Dal 2017 in questo territorio le persone hanno evitato di spendere per slot e Vlt 1.200 milioni di euro. La prevenzione passa dunque dal distanziamento degli apparecchi da gioco dai soggetti esposti al rischio di dipendenza.
Forum delle associazioni familiari del Trentino: la Pat argini l’interesse statale.
Paolo Holneider, che è anche presidente della cooperativa Rete, ha ricordato che legge in vigore del 2015 era stata approvata all’unanimità dal Consiglio provinciale per arginare il dilagante fenomeno della ludopatia. Il Forum vede tante famiglie in difficoltà e i loro patrimoni che si dilapidano per questo problema. Con l’ente pubblico che deve farsi carico di soggetti dipendenti i cui costi sociali sono molto elevati.
I dati del 2019 dicono che in Italia sono stati giocati 110 miliardi di euro, una cifra pari alla spesa annuale dello Stato in tutto il sistema sanitario. Occorre quindi confermare e non ridurre sia le distanze dalle macchinette imposte dalla legge provinciale 13 del 2015 sia i numerosi luoghi sensibili indicati nella normativa trentina, approezzata in tutta Italia. Si tratta infatti di arginare un sistema economico di interesse statale che alimenta disgregazione e povertà sociali, e di mettere la salute dei cittadini al primo posto. Anche perché la Provincia può limitare l’offerta fisica di giochi ma non certo quella online.
Associazione Albora: da quando sono state rimosse le macchinette le persone hanno più soldi.
Luigi Torboli, presidente di Albora, ha ricordato che da quando le slot sono state rimosse nell’agosto del 2020 le persone dimostrano di avere più disponibilità economiche. In precedenza per fronteggiare i problemi economiche le famiglie investivano nel gioco d’azzardo offerto dalle macchinette. Secondo Torboli, poi, gli stessi esercenti non hanno che un vantaggio minimo dall’offerta di macchinette, perché la maggior parte dei soldi spesi dai clienti non restano a loro. Albora invita quindi i politici a conservare l’attuale legge provinciale, che per Torboli funziona benissimo.
Associazione Sapar - Servizi e apparecchi pubbliche attrazioni ricreative: bene Leonardi
Domenico Distante del Sapar e presidente nazionale di Sinagi (sindacato giornalai), ha ricordato la posizione favorevole della categoria al ddl di Leonardi per salvaguardare le tante piccole imprese degli esercenti che hanno sempre lavorato in questo settore a testa alta, con orgoglio, senza nascondersi né vergognarsi.
Il ddl di Leonardi ha, a suo avviso, il pregio di tutelare gli esercenti dal rischio di dover rinunciare al gioco legale se nelle immediate vicinanza sorgesse un luogo sensibile. Secondo il Sapar le distanze dai luoghi sensibile andrebbero eliminate, ma se proprio devono esserci occorre almeno prevederne una riduzione come propone il ddl. Infine gli esercenti e i gestori di locali con le spot e i Vlt sono disposti a seguire una formazione con appositi corsi, anche ripetuti, per la tutela delle persone che giocano all’interno delle loro attività. Perché la tutela di queste persone va anteposta ad ogni altro interesse, qualunque sia il gioco praticato, compreso il calcio balilla, in qualunque pubblico esercizio. Gli esercenti si pongono in tal modo a servizio delle istituzioni.
Università di Trento: fondamentali la formazione e il controllo sociale.
Nicolao Bonini, ordinario del dipartimento di economia e management dell’ateneo trentino e specializzato in materia di psicologia del consumo, ha raccontato le sue ricerche sui consumatori d’azzardo patologici evidenziando le osservazioni della letteratura scientifica. Più della conoscenza delle probabilità di vincere o di perdere – ha spiegato – contano l’impulsività e l’intelligenza emozionale da cui dipendono i livelli di gravità della dipendenza. Vi sono infatti persone che resistono alla tentazione del gioco e altre no. Quanto più un individuo è impulsivo e ha scarsa intelligenza emozionale tanto maggiore è il livello di gravità della dipendenza patologica del gioco. Tener presente questo rapporto aiuta ad affrontare e a prevenire la malattia. Perché non basta sapere che il fumo fa male per smettere di fumare.
Valentina Molin, collaboratrice presso il dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’università di Trento, sulla base di un’indagine epidemiologica da lei curata ha detto che il gioco d’azzardo in generale e patologico non è molto diffuso nella popolazione trentina, anche se è vero che chi è affetto da questa patologia entra in una spirale discendente che coinvolge anche altri soggetti. Molin ha ricordato che aver collaborato nell’indagine con un centinaio di esercenti in particolare aderenti alla Fit (tabaccai). Il cui timore nel partecipare derivava dal giudizio negativo nei loro confronti dell’Azienda sanitaria.
Alla fine sono stati tuttavia molto soddisfatti della formazione ricevuta. Per Molin è quindi un bene che il ddl di Leonardi punti sulla formazione perché i corsi alimentano la fiducia e la collaborazione degli operatori e produce risultati concreti nei confronti dei giocatori patologici all’interno dei pubblici esercizi. Sono stati formati anche alcuni vigili di quartiere e poliziotti che interagiscono spesso con questi soggetti. Ma potrebbe rivelarsi utile anche il coinvolgimento di chi lavora in banca e viene a conoscenza di situazioni difficili, come pure con i medici di medicina generale. Tutti attori che possono fare rete attorno a queste persone e alle loro famiglie, sfruttando il senso di comunità di cui è ancora ricco il Trentino.
Quanto alle limitazioni, Molini ha osservato che le ricerche condotte a livello internazionale dimostrano che questi meccanismi non hanno effetto ma inducono semmai uno spostamento verso altri territori o altri tipi di dipendenza. Un altro dato importante emerso dalla formazione degli esercenti è che le slot che più spesso creano problemi di dipendenza (nel 75% dei casi a carico del Sert), sono quelle posizionate molto distante dal banco e dai tavoli dove maggiore è il controllo sociale maggiore che limita molto l’utilizzo delle macchinette. Le slot collocate in ambienti interni isolati inducono le persone a perdere il controllo del gioco e a spendere di più, non essendo a contatto con l’esercente.
Fondazione Demarchi, Samaden: puntare tutto sulle comunità educative.
Il presidente della Fondazione Federico Samaden ha sottolineato l’importanza di collegare il ddl a un disegno strategico già messo in campo l’anno scorso dalla Giunta provinciale sulla crescita sana dei giovani in Trentino. Esiste un progetto a lui affidato dalla Giunta provinciale orientato a rendere il Trentino una terra capace di far crescere positivamente i figli potenziando le risorse educative del territorio.
Nel panorama del pensiero pedagogico nazionale ed internazionale – ha proseguito Samaden – ci si è concentrati da un paio d’anni sul tema delle comunità educanti. Ogni territorio del Trentino deve diventare una comunità educante in grado di mettere in campo interventi positivi che riducano le vie di fuga verso le dipendenze patologiche. Si tratta di promuovere percorsi attrattivi che sappiano entusiasmare i giovani. Occorre insomma collegare anche questo ddl ad una visione più ampia, educativa, per la crescita dei giovani. Il problema del Trentino è che raramente si collegano i soggetti e le strutture che si occupano di questo. L’obiettivo è di unire le forze di questi enti per supportare le famiglie nell’impresa educativa.
Giornalai, tabaccai e totoricevitori: attenti alla crescita dei giochi illeciti e online.
Michele Busetti del Sinagi (Sindacato nazionale giornalai d’Italia), ha apprezzato lo sforzo del ddl di riequilibrare gli interessi in gioco. Non a caso appena entrata in vigore la legge provinciale si sono moltiplicati gli operatori commerciali che hanno iniziato a mettere in vendita apparecchi da gioco illegali. Segno che il vuoto lasciato dai locali che offrono giochi leciti tende ad essere riempito subito da proposte di gioco illecito. L’accesso a piattaforme online di gioco illegale e non controllato è lievitata.
Mentre un esercente preparato sui rischi è il primo vero baluardo per prevenire e ridurre il problema della ludopatia. L’effetto espulsivo della legislazione attuale dirotta il giocatore problematico verso altri giochi come le schedine e le scommesse. Sinagi dice no alla liberalizzazione del settore ma anche a norme che penalizzano troppo le imprese. Questo ddl va accolto perché disciplina l’utilizzo delle macchinette nei pubblici esercizi. E perché pone rimedio alla questione della distanza (le slot vanno rimosse se non sono più lontane di 300 metri dai luoghi sensibili) fatta coincidere oggi con un raggio in linea d’aria.
Vi è insomma da garantire per Sinagi la salvaguardia dell’attività di impresa così come è doveroso tutelare la salute pubblica. Busetti ha citato anche i dati forniti dal Serd del Trentino da cui si evince che i soggetti che soffrono di ludopatia in Trentino sono circa 120 contro i circa 3.000 che patiscono la dipendenza dall’alcol. Inoltre la Provincia ha un importante ritorno fiscale legato agli apparecchi da gioco, pari a circa 65 milioni di euro di cui 48 milioni derivanti dalla rete fisica e che entro il 2022 verrà a mancare. Infine se il blocco dei licenziamenti non sarà protratto, il settore perderà centinaia di posti di lavoro diretti e nell’indotto anche a causa della legge attuale.
Gabriele Sannicolò, presidente provinciale della Fit-Federazione italiana tabaccai, ha ricordato la partecipazione della categoria ad un corso organizzato nel 2018 per riconoscere e contrastare la ludopatia. I tabaccai inoltre devono frequentare ogni 9 anni un corso obbligatorio e sono quindi disponibili ad ulteriori iniziative di formazione per aiutare i clienti a rischio ludopatia.
Emilio Zamparelli vicepresidente nazionale dell’Sts-Sindacato totoricevitori sportivi, ha ricordato che già dall’agosto del 2020 i tabaccai del Trentino hanno rimosso le slot subendo per questo una considerevole perdita di fatturato. Questo ha favorito l’aumento del gioco illegale ma anche del gioco online che occupa il 25% delle attività e che risultadifficile da contenere come causa di dipendenza. Se c’è una domanda di gioco – ha concluso – meglio vi sia un’offerta adeguata per non favorire le devianze.
Il problema occupazionale. Stimata una perdita di circa 380 posti di lavoro.
Nel corso delle audizioni, Alessia Ambrosi (Lega) ha chiesto se vi sono dati sull’aumento del gioco online, del gioco illegale e sul numero di posti di lavoro persi per la rimozione degli apparecchi. Busetti di Sinagi ha risposto che si sa della chiusura di 150-200 siti per il gioco ritenuti illegali. In provincia di Bolzano molti operatori in vista della scadenza delle licenze imposta dalla Provincia a fine 2015, hanno acquistato totem che permettono di accedere al gioco d’azzardo. Secondo Sinagi, quindi, alla diminuzione del gioco lecito fisico corrisponde la crescita dei giochi online e illeciti. In Trentino, dopo la rimozione del 90% delle macchinette il fatturato è crollato causando la perdita di circa il 40% della forza lavoro che ha prodotto 368-370 disoccupati, per lo più operai generici privi di specializzazione, di età non giovanissima e difficili da ricollocare. Bisogna ora vedere quel che succederà in primavera se si ponesse fine al blocco dei licenziamenti.
Profumo di Confcommercio ha ricordato che dal 2017 al 2019 l’incremento del gioco a distanza è stato del 34%. Durante il lockdown della primavera scorsa si è passati dall’8 al 13% del gioco online. Quanto ai dati occupazionali, un anno fa molte attività avevano investito sulle macchinette per far fronte alla contrazione della domanda.