Femminicidio di Cortesano: per Cattoni accuse da ergastolo
TRENTO - Deborah stava facendo la spesa quando ha ricevuto il messaggio del marito che le chiedeva conferma dell'appuntamento in campagna. Erano le 12.15 di lunedì: sul cellulare della donna, analizzato dagli investigatori della squadra mobile, è rimasta quell'ora ad indicare l'ultimo accesso a Whatsapp. Deborah Saltori, 42 anni, madre di quattro figli, aveva concluso gli acquisti piuttosto celermente ed aveva raggiunto la sua abitazione. Probabilmente aveva fretta, molta fretta di incontrare Lorenzo Cattoni, l'uomo che ha amato per tanti anni nonostante fosse un violento.
Ne sono convinti i poliziotti e gli stessi familiari, notando un particolare non secondario nella ricostruzione delle ultime ore di vita della donna: in casa Deborah aveva appoggiato la spesa sul tavolo, senza sistemare gli alimenti in frigo e nella dispensa, pensando probabilmente di rientrare presto per sistemare tutto, prima dell'arrivo dei figli da scuola. Di tornare con l'assegno che il marito le aveva promesso a favore del figlio più piccolo.
«Sembra quasi che avesse fretta di incontrarlo. Non aveva detto a nessuno dell'appuntamento» spiegano i familiari.Deborah dunque immaginava di risolvere la questione in pochi minuti, senza alcun tipo di contrattempi. L'appuntamento era stato fissato il venerdì precedente, dunque non c'era molto altro da dirsi. Non immaginava di dover subire per l'ennesima volta la violenza di Lorenzo, sennò non l'avrebbe mai raggiunto nel capanno che si trovava nella campagna di Cortesano, dove spesso andava con i figli durante la bella stagione. Quando la collera di lui si è trasformata in furia omicida per Deborah non c'era più scampo. In quel luogo nessuno avrebbe potuto sentire le sue urla di aiuto e correre per salvarla.
Per gli inquirenti Lorenzo Cattoni, accusato di omicidio volontario aggravato, avrebbe teso una trappola a Deborah dandole appuntamento in un luogo isolato e in una fascia oraria in cui era sicuro che lei sarebbe arrivata da sola, senza figli, e che le persone che lavorano i campi vicini sarebbero state a pranzo.Tra le aggravanti contestate all'omicida c'è la premeditazione: aveva fissato l'appuntamento per darle un assegno, ma la consegna non è avvenuta.
La polizia ha ritrovato un blocchetto nuovo, riposto in un mobile all'interno del capanno. Cattoni avrebbe potuto effettuare un bonifico, documento tracciabile, prova della donazione del denaro in caso di contestazioni in fase di separazione. Perché non l'ha fatto? Per gli inquirenti l'assegno sarebbe stato solo una scusa per incontrare Deborah, per attirarla al capanno.
All'uomo oltre alla premeditazione vengono contestate le aggravanti del coniugio e della crudeltà. Accuse da ergastolo che verranno analizzate con attenzione dalla difesa, affidata agli avvocati Luca Pontalti e Stefano Ravelli. I legali attendono di poter sentire Cattoni, non appena l'uomo - in stato di fermo e ricoverato al Santa Chiara per aver tentato di togliersi la vita con un coltello - sarà in grado di parlare.Deborah Saltori è stata ferita mortalmente con due colpi di accetta alla carotide, ma da un esame esterno sono state notate alcune ecchimosi al capo. Dall'autopsia, che verrà eseguita lunedì, si potrà risalire all'ora del decesso, elemento fondamentale per ricostruire le ultime ore della donna. C'è infatti un "buco" di tre ore. Alle 12.15 di lunedì Deborah ha consultato per l'ultima volta i messaggi sul cellulare e il corpo senza vita è stato scoperto verso le 15.30: non ci sono certezze sull'ora del suo arrivo al capanno e sul tempo che ha trascorso assieme al marito prima di essere uccisa.