Settanta docenti contro la giunta: "No alla mensa sorvegliata da cooperative"
TRENTO - Non è passato in sordina l'emendamento che il 29 dicembre 2020 è stato apportato all'articolo 61 della legge provinciale sulla scuola del 2006, con il quale è stata introdotta la possibilità di appaltare il servizio mensa e le attività dell'interscuola a soggetti privati. Nei giorni giorni, le consulte dei genitori degli istituti comprensivi altogardesani «Riva 1» e «Riva 2» hanno affidato preoccupazioni ed incertezze alle pagine de l'Adige, spiegando come il passaggio della cosiddetta "ricreazione lunga" nelle mani di cooperative esterne alla vita scolastica possa incrinare il rapporto di fiducia tra insegnanti e alunni.
Ad evidenziare questo aspetto è oggi un gruppo di circa settanta docenti del Trentino, che venerdì scorso si è riunito in una videochiamata per affidare a l'Adige un appello destinato alla giunta provinciale: il ripristino della versione legislativa precedente.«Le attività d'interscuola - si legge nell'art. 61 della legge 5/2006 - possono essere affidate, nel rispetto dei contratti pubblici, a soggetti privati che diano adeguate garanzie sul piano organizzativo, pedagogico e qualitativo, come stabilito con la delibera provinciale che tiene conto delle specifiche esigenze educative degli studenti nelle diverse fasce di età. A tal fine, riserva al personale docente l'attività di interscuola nel primo biennio della primaria. Per gli anni successivi, in caso di affidamento a privati, prevede comunque la compresenza dei due personali».
«La primaria subisce tagli continui - hanno illustrato le portavoci - eliminare il nostro lavoro durante l'interscuola e la mensa comprometterebbe la qualità educativa e relazionale dei bambini. La scuola elementare rappresenta una fonte di crescita insostituibile, in mensa e in occasione della ricreazione è possibile conoscere gli alunni nella loro vera essenza, danno vita a una preziosa rete di scambi e comportamenti diversificati. Grazie a quanto osserviamo in quel lasso di tempo, integriamo le lezioni e affrontare ogni singola problematica. Negli ultimi anni abbiamo ricevuto una mole inimmaginabile di circolari incentrate sull'approfondimento dei legami umani, tirando il freno a mano sulla verifica delle conoscenze.
Con questa modifica, sembra di ritornare ai "dopo scuola" degli anni Ottanta. La scuola deve essere il pilastro della società, non può essere sostenuta solo dalla nostra buona volontà».Non esiste apprendimento senza relazione affettiva e, affinché questa si formi, è necessario alimentare la naturale fiducia tra bambini e maestre.«L'interscuola è un momento educativo - viene ribatido - notiamo dinamiche nuove rispetto a quelle in classe. I bambini sono la nostra priorità, abbiamo il dovere di tutelarli e di garantire solidi punti di riferimento, non un turn-over di persone. In questo periodo di naufragio, la scuola è un porto sicuro e merita di essere supportata, non snaturata. Chiediamo di eliminare l'emendamento e di dialogare in un tavolo condiviso. La scuola è un ambiente formativo, non una mera classifica di attività».