Vaccino Pfizer alla moglie giudice, Enrico Nava travolto dalle polemiche Sconcertato anche il presidente Fugatti
Segnana chiede provvedimenti disciplinari esemplari. Degasperi (Onda Civica): “Per qualche suo dirigente, Apss sembra essere diventata quasi un feudo”. Intervengono anche i sindacati
APSS Benetollo: "Episodio grave"
PROVINCIA Segnana: "Provvedimenti disciplinari esemplari"
TERREMOTO Nava lascia l'incarico
L'ATTACCO Zanella: "Vicenda sconcertante"
TRENTO - Bufera su Enrico Nava. Il dirigente dell’Apss è finito nel vortice delle polemiche dopo che si è saputo che la moglie giudice lo scorso 5 gennaio ha ricevuto il vaccino Pfizer senza averne il diritto.
In merito alla vicenda, il direttore generale dell’Azienda Benetollo ha avviato in data odierna un’indagine interna al fine di verificare lo svolgimento dei fatti e verificare i profili di responsabilità a tutela dell’immagine dell’Ente e dei propri operatori. Sconcertata l’assessora Stefania Segnana che ha chiesto provvedimenti disciplinari esemplari. Indignato per quello che è successo pure il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.
Tra le reazioni più dure c’è quella del consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi: “Per qualche dirigente sembra che l’Apss si sia trasformata in una sorta di feudo. Questo caso si aggiunge a quello della dirigente che lavora da Lanzarote. Mentre i trentini aspettano il loro turno per la giudice c'è la corsia preferenziale. Comunque se esistesse una lista di "prenotati in forzatura" sarebbe il caso che Apss la rendesse nota di propria iniziativa perché lunedì in ogni caso gliene chiederemo conto noi con interrogazione e formale istanza di accesso. Che non saltino fuori ragioni di privacy”.
E ancora: “l’assessora Segnana anziché attendere come al solito le iniziative di altri, dovrebbe fare il proprio lavoro. Se la vaccinazione fuori "in forzatura" fosse confermata, il dirigente si deve dimettere non dall'incarico ma dall' Apss e la beneficiaria (che mi pare sia in commissione tributaria) idem. Evidentemente gli anni passati al Tar non sono stati sufficienti per apprendere l'abc, ovvero che "la legge è (sarebbe) uguale per tutti".
La presa di posizione dei sindacati
Questa la dichiarazione dei segretari generali di Cgil, Csil e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti
“L’episodio che ha visto coinvolto uno dei manager di punta dell’Azienda Sanitaria nominato di recente nel suo ruolo dal nuovo direttore generale Benetollo, getta un’ombra sulle strategie vaccinali della Provincia di Trento. Va fatta quindi piena luce su questo increscioso e inaccettabile episodio a partire da un’attenta verifica della sussistenza di altri casi di questo tipo.
Sarebbe infatti gravissimo se anche in altre occasioni fosse accaduto che alcuni abbiano potuto accedere alle vaccinazioni anti-Covid solo in virtù di legami di parentela o conoscenza con figure di rilievo della pubblica amministrazione.
Di più, crediamo che sia arrivato il tempo di fare chiarezza sulle strategie vaccinali della Provincia. Dobbiamo essere infatti certi che, finché l'approvvigionamento delle dosi di vaccino non sarà tale da coprire tutti i cittadini interessati, all’immunizzazione siano chiamati in via prioritaria solo le persone fragili e suscettibili agli effetti più drammatici del Covid-19.
Gli sforzi che il nuovo governo nazionale sta mettendo in campo per aumentare la velocità e la portata delle vaccinazione non possono essere vanificati a livello locale da modalità confuse o poco trasparenti nella distribuzione di un presidio sanitario così importante come il vaccino. Ne va dell’efficacia stessa della campagna vaccinale nel riuscire a garantire un’uscita rapida dall’emergenza ed un progressivo ritorno alla normalità”.