Ecco la nuova legge sulle concessioni idroelettriche: dopo le polemiche, l’accordo con gli emendamenti
L’assessore Tonina accetta le proposte di Olivi, Manica, Coppola, Marini e Zanella: «E’ un buon risultato, che sblocca uno stallo di dieci anni»
TRENTO. Tanto tuonò che piovve. Ed in caso di materia dell'acqua, il detto ha un suo perché. Partita a rilento la giornata dedicata a dighe, centrali idroelettriche, beni asciutti e beni bagnati, direttive europee e regi decreti, gare e concessioni, piccole, medie e grandi centrali, ma anche inquinamento, acque reflue, catasto e persino rottamazione delle auto, il tema principale su cui si è poi focalizzata tutta la discussione in consiglio provinciale è stato quello sul futuro dell'oro azzurro del Trentino, quelle acque che producono il 10 % dell'energia idroelettrica italiana.
Un bene appetibile che va difeso, come vanno difese le ricadute sui territori che ospitano dighe e centrali, e su cui dopo una lunga opera di confronto, ieri sera maggioranza e minoranze hanno trovato una sorta di accordo. Un compromesso che entro oggi dovrebbe portare all'approvazione del disegno di legge 81 proposto dalla Giunta con l'assessore Mario Tonina, che detta "nuove norme di semplificazione in materia di derivazioni idroelettriche e in particolare per il rinnovo delle concessioni per le centraline di medie dimensioni" a cui è collegato anche il "ddl 8 di Manica e Ferrari in materia di distribuzione di energia idroelettrica".
L’altra sera Tonina ha infatti comunicato di aver accettato buona parte degli emendamenti e degli ordini del giorno proposti dai consiglieri dell'opposizione: tra tutti una moratoria a non staccare nuove concessioni idroelettriche finché non sarà pronto il nuovo Piano di Tutela delle Acque; la possibilità di affiancare alle procedure di gara il partenariato pubblico e privato basato su un preciso accordo di programma; l'istituzione delle comunità energetiche in cui il 70 per cento dell'energia prodotta è per l'autoconsumo; l'obbligo per le società che vanno a gara di considerare anche le ricadute sull'ambiente.
Emendamenti e ordini del giorno fortemente voluti dai consiglieri Alessandro Olivi e Alessio Manica del Pd, Lucia Coppola di Europa Verde e Alex Marini del Movimento 5 stelle, Paolo Zanella di Futura.
I numeri parlano chiaro: «Si tratta di una partita - spiega Manica - del bene demaniale per eccellenza: in questo momento in Trentino abbiamo a che fare con 17 concessioni e 34 grandi centrali, 19 km di condotte e quattro laghi (Molveno, Ledro, Cavedine, Toblino) per un valore di vendita di 240 milioni di euro all'anno, e ben 230 concessioni più piccole di cui solo un terzo è attribuito a società e enti pubblici mentre due terzi sono di proprietà privata». E se in apertura di giornata sono state elencate tutte le specifiche di questo tentacolare disegno di legge "omnibus" che affronta «diverse materie legate fra loro dal filo conduttore dell'ambiente e della qualità della vita nella nostra comunità», come ha spiegato Tonina, è stato poi il tema dei rinnovi delle concessioni che ha tenuto banco.
Un'esigenza a cui non ci si può sottrarre, visto che alcune «sono scadute ancora nel 2010, e i comuni hanno bisogno di certezze», secondo Tonina, ma un percorso che va fatto coi piedi di piombo per le minoranze. Accorato l'appello di Ugo Rossi che, dopo aver rimarcato che in questo ddl «non c'é niente di politico», ha detto: «Si fermi, assessore Tonina!»
Il disegno di legge è stato quindi approvato. Soddisfatto l’assessore Mario Tonina: “Quello raggiunto oggi in Aula consiliare, con l’approvazione del disegno di legge 81, è un buon risultato, che contiene tutele importanti per il Trentino soprattutto su una materia strategica quale è quella del procedimento di riassegnazione delle piccole concessioni idroelettriche, nonché sulla disciplina delle grandi derivazioni idroelettriche. Ringrazio anche i consiglieri di minoranza per la disponibilità al dialogo, che ha consentito di superare gli ostacoli iniziali e arricchire ulteriormente il testo già approvato in Commissione. Io sono sempre stato aperto al dialogo e sempre lo sarò, pur assumendomi fino in fondo la mia responsabilità, anche dal punto di vista politico. Questo disegno di legge è diventato un ‘omnibus’, a causa della situazione contingente e sotto la pressione dell’emergenza creata dalla pandemia. Il filo conduttore che unisce le diverse norme è però ben chiaro, è quello dell’ambiente e della qualità della vita della nostra comunità. Sul tema principale, la produzione di energia idroelettrica, il nostro obiettivo era innanzitutto quello di rispettare gli impegni assunti con il Governo per limitare l’impugnativa di fronte alla Corte costituzionale. Oltre a ciò si disciplina la materia delle concessioni idroelettriche di potenza nominale media annua superiore ai 220 kWh ed inferiore ai 3000 kW, attualmente prevista come soglia minima per le grandi concessioni .
Questo è infatti il range per qualificare il relativo impianto meritevole di contesa sul mercato, che impone l'apertura alla comparazione con altre proposte anche in sede di rinnovo. Sono inoltre state previste le ipotesi di esclusione dalle procedure comparative , riservate principalmente alle fattispecie ascrivibili all'autoconsumo. La nuova norma disciplina inoltre in via transitoria i procedimenti di rinnovo in corso, con conferma del concessionario uscente, previa valutazione di impatto ambientale, con durata variabile a seconda delle situazioni, per consentire l'ammortamento degli investimenti fatti come consentito del resto dalla giurisprudenza comunitaria. Sullo sfondo rimane il tema delle comunità energetiche, sul quale continueremo a lavorare per garantire ancora maggiori opportunità al Trentino”.
“Il testo licenziato dall’Aula – aggiunge Tonina - favorisce l’attività di programmazione dei titolari di concessione e l'efficienza degli impianti e, quindi la produzione idroelettrica da fonte rinnovabile, nel suo complesso, un bene prezioso anche per le sue ricadute ambientali e che trova in Trentino un terreno particolarmente fertile. Un buon risultato, che coinvolge a fondo le nostre comunità, i nostri enti locali, la cooperazione trentina, e che si lega a quanto già stabilito con il ddl approvato ad ottobre sulle grandi concessioni.
Nel testo è stato necessario introdurre anche norme relative ad una molteplicità di materie che attendevano di essere ridisciplinate: parlo ad esempio degli impianti termici civili, di scarico di acque reflue domestiche, del deposito dei veicoli fuori uso bonificati presso i centri di rottamazione, del trattamento delle acque reflue industriali, della normativa in materia di canoni per le utenze di acqua pubblica e di titoli a derivare. La nuova legge avvia inoltre il processo di riforma delle Reti di Riserve, attualmente 10, realtà molto importanti non solo per la conservazione della Natura, ma anche per la valorizzazione del patrimonio naturalistico del Trentino sotto il profilo socio-economico. Reti di Riserve esistenti da un decennio che non sono enti, come i Parchi naturali, ma scaturiscono da accordi tra Provincia ed enti locali; il che costituisce il principale punto di forza, garantendo la partecipazione delle comunità locali nelle politiche di salvaguardia e valorizzazione, come pure un aspetto critico per la "precarietà" che ne consegue. La nuova legge interviene anche su questo stabilendo che le convenzioni istitutive abbiano durata non più triennale bensì novennale.
Infine la normativa modifica la legge provinciale sui contratti pubblici e introduce variazioni riguardanti problematiche di natura urbanistica ed edilizia che impattano sulla qualità della vita dei cittadini, dall’allineamento dei dati catastali e tavolari all’eliminazione delle barriere architettoniche. Su quest’ultimo fronte in particolare si prevede una semplificazione dei procedimenti autorizzativi per favorire maggiormente le persone disabili che hanno la necessità di avviare al più presto gli interventi di adeguamento.
Ci auguriamo – conclude Tonina – che i cittadini colgano, oltre alla natura specifica degli interventi proposti, anche il disegno d’insieme e la continuità dell’impegno provinciale su questo terreno . Siamo alla vigilia dell’approvazione di un documento di programmazione fondamentale in materia ambientale, la Spross-Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile. Le centrali idroelettriche sono parte integrante di questo disegno, che punta a valorizzare ulteriormente la produzione di energia ‘pulita’ e limitare le emissioni di CO2 nell’ambiente, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Europa da qui al 2030 sul fronte del contrasto al cambiamento climatico. Su queste materie, che impattano sul futuro delle nuove generazioni, sono convinto che maggioranza e minoranze potranno continuare a fare un buon lavoro assieme”.