Da sabato riaprono alle visite le Rsa, ma con tanti problemi
Tutti soddisfatti, il protocollo è il primo passo, ma in pratica è una corsa contro il tempo per risolvere i dettagli operativi, a cominciare dai tamponi (chi li paga?)
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ANZIANI Il comitato Rsa Unite: "Ora si apra l'accesso ai familiari vaccinati"
TRENTO. La notizia del via libera alle linea guida per gli incontri senza barriere e all'insegna degli abbracci nelle Rsa trentine ha scatenato ieri sia gli ospiti sia i parenti. In tantissimi, infatti, hanno iniziato a chiedere alle strutture: «Allora sabato vengo?». Un entusiasmo giustificato dai tanti mesi di sofferenza. Ma quello definito da Provincia, Azienda sanitaria, Upipa e Spes è solamente un primo passo.
È vero che da sabato si potrà incontrare di nuovo il proprio genitore o parente, ma ad oggi le strutture devono ancora prepararsi e "limare" alcune questioni. Infatti ieri è stata un giornata all'insegna di telefonate e riunioni, per definire i vari dettagli.
«Prima di tutto va detto che siamo soddisfatti - fanno sapere da Upipa -: ora cambia la cornice e possiamo dare a tutti l'opportunità di contatti con i propri cari il più naturali possibili. Il tutto con una doppia sicurezza, sia per i residenti sia per chi entra nelle strutture. A darci garanzie è il basso rischio, rappresentato dall'aver effettuato almeno una dose di vaccino o da un tampone negativo».
Questo, ricordiamo, per gli incontri all'interno, mentre nei giardini basteranno mascherine Ffp2 e mani igienizzate. Per le visite servirà sempre l'autorizzazione del direttore sanitario, ma le linee guida e la dicitura "e comunque" contenuta nell'ordinanza di Fugatti rappresentano un passo in avanti e una garanzia di "responsabilità condivise".
A tal proposito il comunicato della Cisl medici, a firma del dottor Nicola Paoli, conferma che anche la parte sanitaria è contenta delle novità: «Le linee guida ci piacciono. Vista la novità vale la pena ricordare che se i parenti potranno dall'1 maggio riabbracciare i propri cari con le sole Ffp2 e igienizzandosi le mani, oppure con un tampone risultato negativo nelle precedenti 48 ore, il merito sarà soprattutto di quei coordinatori medici che autorizzeranno l'apertura delle strutture residenziali ai parenti degli ospiti. Per raggiungere tale risultato, condiviso da tutte le componenti, era stato fatto nelle settimane scorse un tavolo tecnico-organizzativo al quale avevano partecipato Upipa, Spes ma soprattutto medici coordinatori di Rsa, al fine di trovare le soluzioni atte a contenere maggiormente il rischio di trasmissione del virus nella gestione degli accessi ai familiari e visitatori».
Resta il nodo dei tamponi. Chi li fa, chi li paga, perché antigenici (meno affidabili sugli asintomatici)? «Un certo numero - spiega Upipa - in proporzione ai posti letto, sarà gratuito e dato alle strutture, che dovranno creare delle finestre settimanali per i test in previsione di una visita. Al momento i rapidi sono l'unico strumento disponibile per abbattere il rischio, vengono usati negli screening su asintomatici anche in altre zone d'Italia e del mondo. Speriamo, tuttavia, che i salivari possano arrivare anche da noi, perché semplificherebbero le procedure. In ogni caso ora le varie Apsp lavoreranno per superare alcuni ostacoli organizzativi - appunto i tamponi ma anche la sanificazione, le "valutazioni" su chi entra - nel minor tempo possibile. L'obiettivo sarà dare a tutti gli ospiti le stesse opportunità di contatto, sempre con visite programmate. In vista della partenza dell'1 maggio purtroppo le previsioni meteo per gli incontri all'aperto non sono confortanti, ma vedremo nei prossimi giorni i dettagli operativi».
Su Facebook ha espresso soddisfazione anche l'ex presidente di Upipa Francesca Parolari. «Sono contentissima perché ho tanto combattuto per questo. Ma, senza essere polemica, non posso non chiedermi: cosa è cambiato rispetto a due mesi fa? Serve sempre l'autorizzazione del medico, non c'è ordinanza che tolga responsabilità, anzi viene ribadita l'eccezionalità della visita perché così dice la legge. Esattamente la stessa situazione di due mesi fa (con in più l'onere dell'inutile tampone rapido per i familiari non vaccinati). Ora io spero vivamente si apra. Sabato avremo la risposta».