Ecologisti di Trento e Bolzano in campo contro il saccheggio dei nidi di tordi
Gli attivisti risaliranno anche la valle dell'Adige in bicicletta per sensibilizzare contro le catture illegali che avvengono in maggio e giugno e alimentano un fiorente mercato nero. Nel 2019 i forestali trentini bloccarono un vasto traffico illecito di richiami vivi per la caccia
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BOLZANO. I volontari delle associazioni Cabs, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf di Trento e Bolzano si uniscono contro il problema del saccheggio dei nidi di tordi.
I guardiani di nidi risaliranno la Valle dell'Adige in bicicletta lungo la ciclabile da Bolzano a Merano per sensibilizzare l'amministrazione altoatesina sull'importanza di contrastare il bracconaggio.
Ogni primavera, tra maggio e giugno, decine di uccellatori lombardi, toscani, umbri, veneti e romagnoli giungono nei meleti del Trentino Alto Adige per prelevare illegalmente i nidiacei di tordo bottaccio, merlo e cesena.
Una volta catturati, gli uccelli vengono dotati di un anello inamovibile per fingere la provenienza da allevamento, vengono cresciuti allo stecco e infine venduti come richiami vivi per la caccia da capanno: passeranno il resto della loro vita in gabbiette minuscole. "Il fenomeno è noto da tempo, ma ha subito un'impennata dal 2015 a causa del divieto di cattura dei richiami con i roccoli." riferisce Andrea Rutigliano, portavoce del CABS Italia, il Comitato contro l'uccellagione.
Il mercato nero dei richiami vivi ha un giro d'affari enorme, ogni uccello vale intorno agli 80-100 euro. Ricordiamo tutti l'operazione interregionale "Pullus Freedom" del 2019, coordinata dal Corpo forestale trentino, con la quale è stato smascherato un enorme traffico illecito di richiami vivi, si stima un giro di 20.000 uccelli per un valore di centinaia di migliaia di euro e che ha portato all'arresto di 18 persone.