La ginecologa scomparsa, l'Ordine dei medici: chiarire la situazione nel reparto
Il presidente Marco Ioppi interviene sulla drammatica vicenda della giovane Sara Pedri, dopo le denunce dei familiari sull'ambiente nel reparto di ginecologia dell'ospedale Santa Chiara: "Urgente che tutte le parti si siedano attorno a un tavolo per chiarire la situazione interna e collaborare al ripristino di un clima sereno"
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TRENTO. L'Ordine dei medici interviene sul caso drammatico della giovane ginecologa scomparsa a Cles, Sara Pedri.
Dopo la puntata di "Chi l’ha visto?", durante la quale la famiglia di Sara Pedri (nella foto) ha denunciato «l’inferno che c’era nel reparto di ginecologia del Santa Chiara e le umiliazioni continue da lei ricevute», il vertice dell’Azienda sanitaria provinciale ha incaricato una commissione interna di fare chiarezza.
E il presidente dell'Ordine trentino, Marco Ioppi, sollecita questa inchiesta.
"L'Ordine - scrive il presidente - segue con preoccupata attenzione le notizie che stanno investendo il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Chiara.
L’Ordine non intende in questa sede entrare nel merito della questione e delle indagini che l’Azienda sanitaria intende avviare attraverso la nomina di una commissione, ma ritiene urgente che tutte le parti in causa si siedano attorno ad un tavolo per chiarire la situazione interna e per collaborare al ripristino, in un reparto così delicato e strategico, di quel clima lavorativo sereno necessario per garantire un servizio sicuro e di qualità a mamme e neonati.
È necessario fare chiarezza anche per tutelare la professionalità e l’impegno di chi vi lavora che tanto ha contribuito a raggiungere elevati risultati con soddisfazione e fiducia della cittadinanza.
In questo senso l’Ordine dei medici ha avuto un incontro con i vertici dell’Azienda sanitaria e auspica di averne a breve un altro con il personale medico del reparto, anche per verificare eventuali profili deontologici della vicenda.
L’Ordine, per quanto di sua competenza, non farà mancare il suo contributo positivo e come per il passato si mette da subito a disposizione perché il rapporto tra colleghi è di rilevanza deontologica, e perché ha ben chiaro l’importanza del suo ruolo anche in una fase di indagini (della Procura e dell’Azienda sanitaria) ponendosi innanzitutto in ascolto del personale medico e poi, se necessario, in una fase di mediazione".