Lavis, sfruttati nella ditta dei rifiuti: reportage shock sugli operai stranieri
In copertina sull'Espresso il racconto degli operai africani della raccolta differenziata: lavoratori interinali a sei euro l'ora e con meno diritti dei colelghi dipendenti. Il sindaco del capoluogo, Ianeselli: «Trentino. Alabama, un'immagine della nostra terra di cui essere tutt'altro che fieri. Perché i lavoratori interinali della Ricicla Trentino di Lavis non hanno contratti stabili, ferie e tutele, come i loro colleghi?»
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TRENTO. Il racconto è un pugno nello stomaco: lo sfruttamento nel lavoro c'è, a due passi dalla città, a Lavis, e non da oggi.
Lo raccontano gli operai africani della raccolta differenziata al settimanale l'Espresso, che dedica la prima pagina al reportage.
Sei euro l'ora per separare i rifiuti dei "sacchi azzurri" che passano sul nastro trasportatore ad una velocità - sostiene il sindacato Usb - accelerata, con conseguenti rischi maggiori per la sicurezza.
L'azienda è la Ricicla Trentino 2 e i lavoratori, stranieri e con tutti i documenti in regola, hanno un contratto a tempo indeterminato con una agenzia interinale, ma mensile di missione con l'azienda.
Ciò significa niente tredicesima e nessuno scatto di anzianità, ma anche ricattabilità perché il lavoro anche se continuativo è sempre precario sulla carta.
E la precarietà, con annessa incertezza di capacità economica, rende più difficile anche il ricongiungimento familiare.
«Trentino. Alabama»: inizia così il post del sindaco di Trento Franco Ianeselli, che parla di «un'immagine della nostra terra di cui essere tutt'altro che fieri».
«Perché i lavoratori interinali della Ricicla Trentino di Lavis - prosegue Ianeselli - non hanno contratti stabili, ferie e tutele, come i loro colleghi che svolgono più o meno le stesse mansioni, ma hanno la pelle un po' più chiara?
Che valore può avere la nostra raccolta differenziata da record, che senso ha il nostro Trentino green, se dietro la facciata dell'ecologia si calpesta la dignità dei lavoratori? Se ci facciamo queste domande, non è per denigrare il Trentino. Non abbiamo mai sminuito i nostri primati positivi».
Prosegue il sindaco: «Non possiamo però tacere né rassegnarci alle ombre della nostra provincia. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di fare la nostra parte: anche se formalmente il Comune non ha rapporti con Ricicla Trentino 2, è chiaro che quel che accade in qualsiasi punto della filiera dei rifiuti è anche affar nostro.
Ci prendiamo dunque l'impegno a far dialogare tutte le parti in causa e a trovare al più presto una soluzione all'altezza della storia delle nostre conquiste sociali e soprattutto della nostra idea di futuro».
La consigliera provinciale Sara Ferrari, capogruppo del Pd, ieri ha depositato un'interrogazione sul caso della Ricicla Trentino, per chiedere all'assessore competente se sia al corrente della «terribile situazione lavorativa presso la ditta, se abbia mai promosso delle verifiche" o se, alla luce di quanto emerso sulla stampa, intenda ora farlo attraverso l'ispettorato del lavoro.
«Da mesi - si legge nell'interrogazione - gli addetti dell'azienda stanno lamentando, anche con azioni di sciopero, condizioni di lavoro precarie e la sistematica violazione dei diritti dei lavoratori. Lo scorso 11 e 12 maggio i lavoratori hanno indetto uno sciopero davanti all'azienda "a causa dell'indisponibilità dell'azienda ad aprire un confronto relativamente alle rivendicazioni avanzate dai lavoratori e l'atteggiamento di completa chiusura", e in particolare al caso di licenziamento di uno dei lavoratori, che secondo i colleghi sarebbe stato "mandato via senza una reale motivazione e sostituito da altro personale assunto per tramite di un'altra agenzia"».
Il documento depositato lunedì 28 giugno segue a distanza di due mesi l'interrogazione sulla condizione di sfruttamento dei drivers presso la ditta INbox terzista per Amazon, nella quale sono in corso verifiche ispettive.