Droga / Il problema

Fiumi di cocaina sul Trentino: ecco la realtà, raccontata mettendo insieme i sequestri dell’ultimo anno

Arrestato un giovane a Rovereto con 3 chilogrammi, ma prima c’era stato il furgone delle arance imbottito di «neve» e i chili intercettati al casello A22. Ma la domanda è: chi la acquista?
LA NOTIZIA Arrestato a Rovereto con tre chili di coca in auto

di Gigi Zoppello

TRENTO. Roberto Saviano, che al fenomeno ha dedicato il suo potentissimo libro «ZeroZeroZero», la spiegava così: «Fa uso di coca chi ti è più vicino. Se non è tuo padre o tua madre, se non è tuo fratello, allora è tuo figlio. Se non è tuo figlio, è il tuo capoufficio. O la sua segretaria che tira solo il sabato per divertirsi (...). Chi la usa è lì con te». E il Trentino, a quanto pare, non fa eccezione. La «neve» scende copiosa anche sulla nostra terra.

Basta andare a rivedere i sequestri di cocaina nell’ultimo anno, diciamo dall’1 luglio 2020 a oggi. Magari facendo un piccolo passo indietro, a quel 21 febbraio 2020 quando – per un banale controllo per un eccesso di carico – in un furgone che portava arance ed olio a Trento i cani antidroga della Finanza fecero scoprire 540 grammi (oltre mezzo chilo) di cocaina purissima destinata al mercato della città.

Di quella operazione non si è più saputo nulla: da dove veniva quella droga? E a chi era destinata?

Dall’1 luglio 2020 all’1 luglio 2021 i sequestri si sono susseguiti ad un ritmo impressionante. Senza annoverare i molti ritrovamenti di piccole quantità (spesso addosso a piccoli «cavalli» della droga che smerciano per conto di invisibili boss), c’è però una striscia (è il caso di dirlo) di episodi inquietanti. Nonostante il lockdown e la pandemia, questa è una industria che non si ferma. E i cui clienti non mancano mai.

Un anno fa (1 luglio 2020) ricordiamo l’operazione della Polizia di Stato, che individua a Canova di Gardolo una banda di minorenni. Otto ragazzini che avevano in mano lo spaccio nella zona da Melta a Gardolo. E anche loro, come da richiesta del «mercato», spacciavano hashish, marijuana ma anche la cocaina.

Il 10 luglio 2020 è la relazione annuale della Direzione Distrettuale Antimafia di Trento che ci dà il quadro della situazione. Parla di «tanta polvere bianca», e deve però purtroppo registrare un drastico calo dei sequestri di cocaina: nel 2019 erano, per quantità confiscate, il 33,32% in meno dell’anno prima. Ma comunque sappiate che in Trentino, due anni fa, erano stati rinvenuti 47,87 chilogrammi di cocaina.

Avanti con la lista: il 12 luglio di un anno fa il Commissariato di Riva del Garda sgomina una banda di spacciatori, in maggioranza marocchini. Ma il dato è stupefacente: nel corso delle indagini gli agenti documentano più di 500 episodi di spaccio. Il che vuol dire centinaia di «clienti» affezionati.

Il sequestro più eclatante, nel 2020, è quello del 21 novembre: la Guardia di Finanza di Trento scopre un vero «laboratorio della droga» a Mattarello, e sequestra 14 chilogrammi di stupefacente. Valore di mercato: quasi 6 milioni di euro.

E’ solo l’inizio. Il 21 novembre 2020 i Carabinieri di Cavalese intercettano, per un controllo stradale durante il lockdown, una barista della zona che ha in macchina 50 grammi di coca. 

L’1 dicembre 2020 a Trento una vasta operazione dei Carabinieri porta all’arresto di 28 spacciatori, nella zona della Portèla. Anche qui, nel bottino, ci sono 3 chilogrammi di cocaina. Ma soprattutto, emerge dagli atti dell’inchiesta, vengono registrate in pochi giorni nella zona 400 cessioni. Un dato pazzesco, ma che non ha fatto scalpore, e del quale non si è parlato quasi per nulla. Anche perché – lo ripeto – se ci sono chili di coca che girano e ci sono 400 cessioni in pochi giorni, quante persone sono da annoverare fra i clienti? E come direbbe Saviano: chi sono? «Chi la usa è lì con te».

Ma l’elenco è ancora lunghissimo, abbiate la pazienza di seguirmi, perché è importante.

L’11 dicembre 2020 la Guardia di Finanza di Trento sequestra ad un giovane albanese di 25 anni mezzo chilogrammo di cocaina, nascosto in auto.

Il 12 gennaio 2021 invece è una inchiesta di portata nazionale a sgominare una banda specializzata, formata da nigeriani: la base era un appartamento di Verona, il boss era una donna, aveva un magazzino «logistico» nel Vicentino e i suoi corrieri venivano in treno tutti i giorni a Trento (e in tutte le altre città limitrofe, da Padova a Brescia) a rifornire lo spaccio.

Tralascio una serie di piccoli sequestri, che accadono in gennaio, da Melta di Gardolo a piazza Dante, alla Val di Fassa. E’ il 4 febbraio 2021 che registriamo una delle più importanti operazioni antidroga a livello italiano (e riguarda anche Trento): E’ la DDA nazionale a sequestrare un intero container di cocaina purissima, arrivato in Italia da un porto croato, su una nave proveniente dal Sudamerica. Oltre una tonnellata di droga, che poi prendeva la strada del Veneto e del Trentino. Ma la cosa interessante è la regia: dietro al traffico internazionale c’era la ‘ndrangheta calabrese, l’unica organizzazione malavitosa che è stata in grado (al contrario della mafia siciliana) di trattare direttamente con i «cartelli» colombiani ed i narcos messicani, come ha ben raccontato il Procuratore Gratteri nel suo libro «La malapianta». E la 'ndrangheta - ci dicono le inchieste locali - è ben radicata in Trentino, nella zona del porfido, da almeno 20 anni.

Andiamo ora in fretta: l’11 febbraio 2021 la Polizia di Riva del Garda ferma un’auto per un controllo: a bordo un giovane albanese residente a Gardolo, con 2 etti di cocaina. 

Il 13 febbraio 2021 la Guardia di Finanza di Trento sgomina una banda di albanesi che nell’«appartamento della droga» a Trento Sud vengono beccati con 1 chilogrammo di cocaina.

Il 5 marzo 2021 uno spacciatore tunisino viene bloccato con 26 grammi in via dei Mille; Il 7 marzo sequestro di simile entità a Riva del Garda da parte dei carabinieri; il 22 marzo 2021 viene identificato dalle Volanti lo «spacciatore in monopattino», che ogni giorno faceva la spola con la cocaina fra piazza Dante e Gardolo, dove spacciava nei pressi di un importante negozio.

Il 23 marzo 2021 uno degli episodi più clamorosi: l’arresto di un «bidello» (in realtà non era un bidello) che lavorava in una scuola di Trento: a casa sua, a Mattarello, la Guardia di Finanza intervenuta perché l’uomo aveva chiesto il reddito di cittadinanza ma aveva un tenore di vita lussuoso, sequestra un chilogrammo di cocaina (valore sul mercato: oltre 400 mila euro).

Fra il 27 marzo e il 3 aprile una serie di episodi di cronaca in Rotaliana e a Rovereto – compreso il pestaggio di una donna da parte dell’ex marito – portano sempre alla luce la detenzione e l’assunzione di cocaina. 

Il 15 aprile 2021 i carabinieri, durante un normale controllo all’uscita del casello autostradale dell’A22 a Trento Sud, bloccano un uomo di Nago Torbole: nascosto nella ruota di scorta, aveva 1 chilogrammo di cocaina.

Ancora: il 27 aprile scorso i carabinieri di Mezzolombardo intercettano uno spacciatore di Lavis, e gli trovano 1 etto di cocaina (che sono più o meno 100 dosi per i «clienti»). Il 26 maggio sempre al casello A22 di Trento, i carabinieri fermano un giovane abanese, che in auto custodiva 3 etti di cocaina. 

Il 4 giugno scorso un altro sequestro della Guardia di Finanza: 1 chilogrammo di cocaina, detenuto da un albanese.  Poi, nell’ultimo mese, altri 4 provvedimenti con entità minori. Ma praticamente uno a settimana, se non di più..

AGGIORNAMENTO. Nell'ultima settimana altri due sequestri: a Civezzano, arrestato un artigiano che nel suo capannone alle Sille nascondeva la cocaina ed anche un pistola.

A Trento, due distinte bande che spacciavano cocaina in città, a Piedicastello e nella zona del Buonconsiglio, sgominate con l'operazione "Home delivery". La droga veniva ordinata e addirittura recapitata a casa del "cliente".

La conclusione? Non sta a noi dirlo. Ma lo facciamo dire a una persona che se ne occupa da anni. 

Angelo Parolari, presidente della comunità di recupero La Voce amica. Che in una intervista al nostro giornale diceva: «La politica ha dimenticato il problema della droga? La politica tende a marginalizzare il problema del tossicodipendente, meno se ne parla meglio è. E tende a nascondere il tutto. (...) mi preoccupa la cocaina, è la droga che va per la maggiore e quella che crea più dipendenza in assoluto. Procura una disfunzione tale che chi ne fa uso non è più in grado di rinunciare, anzi è costretto ad assumerne sempre più».

E allora, il «fiume di polvere bianca» di cui parlavano le autorità, prende un significato diverso.

Chi la porta? Le grandi organizzazioni mafiose (italianissime). Chi la spaccia? Dei poveracci immigrati irregolari che finiscono spesso nelle carceri. Chi la compra? Qualcuno che non sospetti. «Chi la usa è lì con te» (scrive Saviano).

 

 

 

 

 

 

 

 

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