Fondo da 25 milioni per gli hotel. La Provincia: vogliamo aiutare i gestori e evitare le infiltrazioni mafiose
L’assessore all’Economia: serve sostenere aziende che abbiano la forza di rimettersi in piedi, insomma, «perché non cadano in mani sbagliate»
TRENTO. Entro il 2021 un Fondo Alberghi da 25 milioni, per aiutare le strutture turistiche in crisi. Su questo sta lavorando la Provincia e l'assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, in sede di audizioni in prima commissione sulla manovra di assestamento, ha annunciato un'accelerazione sul progetto, chiaro negli obiettivi ma complesso da concretizzare nel metodo d'intervento.
Notizia che accarezza le aspettative del settore, convinto da tempo della necessità di uno strumento capace di dare ossigeno alle aziende temporaneamente in difficoltà dal punto di vista della liquidità, che senza un intervento sarebbero costrette o a fallire o a vendere. E spesso ad aspettare ci sono le grandi catene, è vero.
Ma non solo: c'è anche il mondo della criminalità, che preme. L'obiettivo è quello di chiudergli la porta in faccia. L'annuncio circa la volontà di intervenire al riguardo, è dell'inizio dell'anno. Per garantire liquidità al sistema economico, si immaginava di intervenire attraverso tre distinti fondi: il fondo crescita - che prevede la sottoscrizione di bond, ma anche interventi di private equity - il fondo strategico per la rigenerazione urbana e un intervento pensato ad hoc per il turismo. I primi due sono già definiti, ad oggi su questo terzo strumento c'è il nome: Fondo alberghi. E c'è l'intenzione di accelerare rispetto alla predisposizione del progetto, dal punto di vista tecnico e metodologico.
«Credo che entro il 2021 riusciremo a metterlo in campo, assieme ai partner, Euregio Plus e Cassa del Trentino - spiega Spinelli - l'obiettivo è creare uno strumento che rafforzi il sistema, ma si deve capire come intervenire, in modo efficace e senza sostenere esperienze che non possono continuare. Bisogna valutare le cause determinanti il momento di difficoltà. Se si tratta di territori interi che hanno perso appeal, ormai usciti dai migliori circuiti, allora il discorso è più di sistema. Ma se il problema è una gestione non efficiente, o una redditività limitata o ancora una difficoltà di liquidità, dovuta ad una situazione contingente, a investimenti fatti e onerosi per via del calo di redditività dovuto al Covid, allora è diverso. Serve trovare la chiave giusta, che sarà un intervento equity, di rafforzamento del patrimonio. O un intervento all'asta, se l'albergo va all'incanto».
Perché serve sostenere il sistema in un momento in cui potrebbe essere sotto attacco: «Chi è dotato di molti denari può permettersi di gestire strutture costose, pur di riciclare denaro illecito. Noi dobbiamo riuscire a prevenire questi rischi. Abbiamo avuto delle segnalazioni, sappiamo che può esserci il problema, per questo interveniamo».
Il nodo, dal punto di vista del come dovrebbe intervenire il fondo, è riuscire a individuare i casi in cui ha senso farlo: «Se un gruppo di gestori si è dimostrato inadeguato possiamo riaffidare a loro la struttura? Non so. Non dovrà essere un fondo di salvataggio di chi non riesce a stare sul mercato. Però le strutture che hanno tanta esposizione bancaria, perché hanno investito, si sono ammodernati, e dopo il Covid sono su quel crinale pericoloso per via della posizione debitoria, con stagioni che partono a rilento, lì si può intervenire. Perché il fondo troverà risorse dai privati, quindi serve che gli investitori abbiano un ritorno, pur ridotto, pur dilatato nei tempi, per via dello strumento».
Serve sostenere aziende che abbiano la forza di rimettersi in piedi, insomma, «perché non cadano in mani sbagliate». Il progetto dovrebbe essere definito entro l'anno. Quanto all'entità, l'orizzonte è preciso: «20, 25 milioni di euro sono la dotazione minima necessaria» conclude Spinelli.