Battuta di Draghi sulle previsioni allarmanti fatte in aprile, la replica del ricercatore trentino Merler
Il premier: «Un celebrato istituto di ricerca» aveva previsto «per la metà di luglio tipo 1.700 morti al giorno e ce ne sono stati 7-8». Lo studioso della fondazione Fbk: «Non abbiamo mai fatto previsioni sull'andamento dell'epidemia, perché è impossibile. Abbiamo solo ipotizzato diversi scenari legati al verificarsi o meno di certi eventi»
TRENTO. Polemica a distanza fra il ricercatore di Fbk Stefano Merler e il premier Mario Draghi, con quest’ultimo che nel sottolineare la bontà della gestione pandemica in Italia, ha citato criticamente le previsioni allarmanti fatte dall’esperto trentino sui rischi di esplosione di contagi e conseguenze cliniche, dopo le aperture fissate dal gopverno lo scorso aprile.
Ieri, nell’incontro con la stampa prima della pausa festiva, il presidente del Consiglio ha ricordato che «un celebrato istituto di ricerca» aveva previsto «per la metà di luglio tipo 1.700 morti al giorno e ce ne sono stati 7-8».
Istituto che altro non è che la Fondazione Bruno Kessler di Trento.
Non tarda ad arrivare la risposta di Stefano Merler, epidemiologo matematico, che proprio per i suoi calcoli sulla pandemia è stato premiato, nel giugno scorso, dal sindaco Franco Ianeselli con ill Sigillo di San Venceslao, una delle massime onorificenze del Trentino.
Merler frena: «Io non posso interpretare il pensiero del presidente del Consiglio ma mi sembrava che avesse citato quei numeri a supporto della straordinaria efficacia della compagna vaccinale».
Ma poi aggiunge: «È comunque vero che è stata fatta molta disinformazione attorno a quei numeri, e non mi riferisco al presidente del Consiglio, spacciando per previsioni quelle che erano delle meno ambiziose analisi di scenario. Noi non abbiamo mai fatto previsioni sull'andamento dell'epidemia di covid-19 per il semplice motivo che lo riteniamo impossibile».
Merler, a proposito dei numeri spesso allarmanti che sono stati diffusi nei mesi scorsi, spiega che i suoi lavori non indicano previsioni assolute ma scenari sulla base di alcune variabili.
«Per prevedere l'andamento di covid-19 - dice - dovremmo essere in grado di predire anche come interverrà la politica e come si comporteranno le persone. Con un'epidemia così devastante anche sul piano economico e sociale, oltre che su quello sanitario, questo è del tutto impossibile, se non nel brevissimo tempo».
In definitiva, riferendosi alle cifre cui probabilmente faceva riferimento il premier, Merler spiega: «Con gli scenari ci si limita ad analizzare quello che potrebbe succedere al verificarsi o meno di certi eventi.
Ad esempio, nel documento sulle riaperture di aprile non abbiamo solo scritto che se Rt fosse salito a 1.25 avremmo avuto una forte ricrescita dei casi, e quindi dei morti, in assenza di ulteriori interventi.
Abbiamo anche scritto che se Rt fosse rimasto sotto 1, a seguito di aperture prudenti, il numero di morti sarebbe stato estremamente ridotto. E questo è quello che si è verificato.
Rt è salito sopra 1 solo in luglio, anche a causa della comparsa in Italia della variante delta. Il senso della presentazione era che il potenziale di trasmissione era ancora elevato. Eravamo ad aprile e con coperture vaccinali distantissime da quelle di oggi, e quindi era auspicabile riaprire senza far salire Rt sopra la soglia di 1».