Focolaio Covid a Cesenatico, le accuse di Coppola: «Perché niente tamponi prima della partenza? E perché gli operatori non avevano il Green Pass?»
La consigliera dei Verdi interroga la giunta: le misure di prevenzione sono state applicate a tutti, dai Grest parrocchiali ai campeggi, ma non nella colonia marina. Domani i ragazzi in Trentino, andranno anche a Candriai
TRENTO. Oggi tutti i 260 ragazzi della colonia di Cesenatico verranno sottoposti a tampone, prima del rientro in Trentino previsto per venerdì mattina: sia i «negativi», sia i «positivi» verranno caricati su pullman speciali alle 5 di mattina. A Trento le famiglie potranno scegliere se tenere i ragazzi a casa in quarantena, oppure farli ospitare in una struttura della Provincia (sarà la ex colonia Degasperi a Candirai).
Sulla gestione del caso, comprese le modalità del rientro, ha presentato una interrogazione la consigliera provinciale dei Verdi, Lucia Coppola.
La consigliera ricorda che «Sarà necessario mettere in atto i necessari Protocolli, anche in strutture messe a disposizione dalla Provincia, posto che il direttore dell’unità di Igiene Pubblica di Cesena ha notificato a tutti i partecipanti l’obbligo di quarantena fino al primo di settembre; è piuttosto incredibile e poco corretto che il direttore di Aerat in accordo con la Provincia abbia preferito non rilasciare dichiarazioni; è piuttosto evidente e sconvolgente la superficialità con cui si è organizzata la vacanza in assenza di un tampone preventivo fatto ai partecipanti; è quantomeno sconcertante la dichiarazione della dottoressa Maria Grazia Zuccali: “Tamponi alla partenza, facile dirlo a posteriori, non è il primo gruppo che parte. Con gli altri gruppo non era accaduto nulla”, posto che conviviamo col virus da quasi due anni ed è sotto gli occhi di tutti l’alta contagiosità della variante Delta soprattutto su ragazzi e bambini».
Per Coppola «Un controllo preventivo a fronte dell’esperienza ormai acquisita era davvero il minimo sindacale».
Tutto ciò premesso interroga il Presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere:
«la ragione della scelta improvvida, rivelatasi altamente fallimentare, di non effettuare un tampone prima della partenza, cosa che si fa regolarmente coi grest delle parrocchie e coi campeggi estivi di scout e altre associazioni; perché per gli animatori non era previsto il green pass; perché è stato richiesto e solo agli animatori un tampone, fatto di venerdì con partenza al lunedì; se non si ritiene che le scelte fatte, che ricadono purtroppo su bambini e ragazzi e sulle loro famiglie, non siano state gravemente superficiali e totalmente inadeguate a gestire quello che doveva essere un momento di svago e vacanza per bambini e ragazzi lontani dalle proprie famiglie; se non ritengano corretto fare una significativa autocritica e chiarire di chi sia la responsabilità di un agire cosi poco accorto e adeguato dal punto di vista sanitario a fronte di una pandemia che è ben lungi dall’essere sconfitta. Soprattutto avendo a che fare con minori».