Sospensione di 560 sanitari no vax, Cgil preoccupata: «Sistema a rischio, garanzie per chi resta in servizio»
Luigi Diaspro: “Chiederemo ad Apss delucidazioni e rassicurazioni in merito alla tenuta dei servizi pubblici assicurati ai cittadini e sull’aumento dei carichi di lavoro che, mancando un numero consistente di persone, rischiano di ricadere sui lavoratori vaccinati”
IL CASO Partite le lettere per gli operatori no vax
IL NODO Rsa a rischio chiusura, se ne occuperà il dottor Nava
TRENTO. Con riferimento ai 560 operatori sanitari (suddivisi nelle varie professionalità) sospesi dal servizio in quanto non vaccinati, il segretario generale della Fp Cgil del Trentino Luigi Diaspro attende di conoscere maggiori dettagli dalla riunione convocata per domani, venerdì 3 settembre, alle ore 15, presso l’Azienda sanitaria per comprendere la ricaduta sui servizi dell’Azienda che, a quanto pare, non potrà contare – causa sospensione - su 143 dipendenti suddivisi tra Oss (58) e altri profili professionali (85).
«Anzitutto l’incontro potrà essere l’occasione per acquisire informazioni di prima mano sui provvedimenti di sospensione e sulle conseguenti ricadute organizzative che si avranno in tutte le strutture sanitarie trentine. Le preoccupazioni che abbiamo per il sistema sanitario sono in gran parte le stesse che abbiamo espresso, nei giorni scorsi, per le case di riposo. Pare confermata l’assenza di un piano preventivo di intervento e dunque le soluzioni dovranno essere adottate con estrema attenzione e tempestività, auspicabilmente con la partecipazione attiva delle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori”.
E aggiunge: “In estrema sintesi: chiederemo delucidazioni e rassicurazioni in merito alla tenuta dei servizi pubblici assicurati ai cittadini e sull’aumento dei carichi di lavoro che, mancando un numero consistente di persone, rischiano chiaramente di ricadere sui lavoratori vaccinati e dunque regolarmente in servizio.
Ribadiamo dunque che, tanto per il sistema sanitario, quanto per quello delle case di riposo, Provincia, Azienda sanitaria, Upipa e Spes devono necessariamente mantenere una stretta e costante interlocuzione coi rappresentanti dei lavoratori all’interno di tavoli permanenti. Chiediamo una presa d’atto definitiva sulla necessità di valorizzare il personale del sistema sanitario trentino, con superamento della logica emergenziale e misure strutturali, a cominciare dall’apertura dei contratti collettivi con lo stanziamento di adeguate risorse sino a forme di premialità per chi garantirà l’assistenza in questa nuova, delicata fase».
Fondamentale sarà capire nel dettaglio quali professionalità saranno maggiormente sotto pressione e, allo stesso modo, quali territori e quali strutture. Di conseguenza, quali saranno le misure ipotizzate dal datore di lavoro per garantire servizi ai cittadini e tutele ai lavoratori”.