Metà degli autisti senza vaccino: dal 15 ottobre rischio paralisi per i trasporti pubblici in Trentino
Il segretario di Uiltrasporti Nicola Petrolli invita la provincia ad attrezzarsi per l'avvio dell'obbligo di green pass: "Si dovrà organizzare per tempo e garantire i test covid gratuiti ai lavoratori non ancora vaccinati. Ma la soprressione di corse è un rischio molto concreto"
PROVINCIA Green pass anche per chi fa lo smart working da casa
L'OBBLIGO In Trentino circa 60 mila lavoratori non vaccinati
LA PROTESTA Continuano anche a Trento le manifestazioni anti green pass
ROVERETO. Dalla metà del prossimo mese si rischia seriamente il caos trasporti.
La metà degli autisti di autobus e corriere, infatti, non è vaccinato e, se l'azienda non si attiverà per risolvere la questione green pass, minaccia di licenziarsi.
Il decreto del governo di obbligare tutti i lavoratori alla certificazione, dunque, sta per far saltare il banco.
Soprattutto in un settore delicato come quello dei mezzi pubblici che, con le scuole aperte, è indispensabile.
L'allarme lo lancia il segretario di Uiltrasporti Nicola Petrolli che martedì sera ha partecipato all'assemblea dell'area Rovereto e Vallagarina.
Su 120 venti autisti, come detto, il 50% non è vaccinato e la paralisi è dietro l'angolo visto che, inevitabilmente, si dovranno sopprimere delle corse.
«Purtroppo è un problema enorme che riguarda Rovereto ma anche il resto del Trentino. - spiega Petrolli - Ovviamente ci si augura un dietro front del governo ma, allo stato, la questione è che dal 15 ottobre la metà dei conducenti potrebbe non presentarsi al lavoro».
E i torpedoni fermi nel deposito di via Zeni fanno paura.
«Già adesso i mezzi sono strapieni e senza controlli antiassembramento, con la soppressione di alcune corse sarà il caos totale».
Sull'obbligo vaccinale Petrolli, ovviamente, non entra.
«Non è compito mio e poi ognuno agisce come crede. Certo che, allo stato, è impensabile che gli autisti rincorrano le farmacie per farsi fare un tampone prima di recarsi al lavoro. Mi auguro che l'azienda e la Provincia si attivino e si organizzino per evitare disagi assicurati».
Una delle proposte emerse dall'assemblea è il tampone salivare all'ingresso di Trentino Trasporti.
Ma, come detto, l'umore delle maestranze è esasperato e la possibilità di fuga in massa dalla cabina dell'autobus è assai concreta.
«Certo che lo è - sbotta il sindacalista - ma serve organizzarsi per tempo. Purtroppo questo caso è stato preso sottogamba ma è un problema enorme, specie per l'utenza. Tra l'altro non si capisce perché gli autisti hanno l'obbligo di green pass ma sull'autobus possono salire cani e porci senza un certificato. Già nella prima fase della pandemia i nostri conducenti erano gli unici in Italia obbligati a fare il biglietto a bordo senza un presidio che li tenesse distanti dai passeggeri. Invece si sono dovuti arrangiare ed ora li si obbliga al green pass per poter lavorare. Come sindacalista, ripeto, non entro nelle decisioni personali di ognuno ma chiedo a Trentino Trasporti e alla Provincia di attivarsi per evitare il caos».
Nicola Petrolli, dunque, fa suonare il campanellino d'allarme.
«C'è tempo per risolvere la questione ma ci si deve muovere subito. Come sindacati chiediamo innanzitutto di estendere la gratuita dei tamponi a tutto il personale o comunque di provvedere all'ingresso in ditta i tamponi salivari. Con l'approssimarsi del 15 ottobre, per decreto ministeriale, verranno obbligati tutti i lavoratori ad esibire il green pass alla azienda che attesti l'idoneita a poter lavorare. In quella data crediamo ci saranno dei molteplici problemi vista la mancanza per molti operatori del certificato verde in quanto non vaccinati.
Riteniamo pertanto importante che la Provincia o Trentino Trasporti si facciano carico delle spese dei tamponi a cui ogni lavoratore vaccinato o meno decida di sottoporsi. Gravare ulteriormente sui lavoratori la spesa per poter lavorare non lo riteniamo giustificato.
Al riguardo, unitariamente come organizzazioni sindacali, abbiamo chiesto un incontro con la giunta per affrontare il problema e trovare delle soluzioni. Rimaniamo in attesa sperando in una priorita dell'incontro visto i possibili problemi che si potranno verificare all'atto della applicazione della nuova normativa».