Green pass, Trentino Trasporti conferma: concreto il rischio di dover cancellare corse dal 15 ottobre
Il presidente della società provinciale, Diego Salvatore, spiega che senza un'intervento del governo, il settore rischia davvero di trovarsi in serie difficoltà. In Trentino circa la metà degli autisti dei bus non è vaccinata
TRENTO. L'obbligo del green pass per lavorare rischia di seminare il caos nei servizi.
Dopo l'allarme lanciato da Nicola Petrolli della Uiltrasporti lo conferma anche il presidente di Trentino Trasporti Diego Salvatore.
«Non credo - dice - che i numeri dati dal sindacalisti siano quelli della realtà ma il problema c'è comunque. Non so quanti siano i nostri autisti non vaccinati ma pensare al 50% mi sembra un'esagerazione.
Dico questo, ovviamente, basandomi su un discorso di statistiche nazionale: in Italia mi pare che i vaccinati sopra i 12 anni siano l'80% ma, ripeto, parliamo di sensazioni e statistiche».
Il rischio di saltare delle corse, però, è concreto?
«Sì, lo è a prescindere. Per il trasporto pubblico il problema va oltre i numeri. Anche se i non vaccinati rappresentassero solo il 10% per noi sarebbe difficile organizzare il servizio».
Insomma, cifre a parte, l'imposizione del green pass sui luoghi di lavoro potrebbe paralizzare il Paese?
«Come Trentino Trasporti stiamo attenzionando la questione ma ricordo che si tratta di normative nazionali che noi non possiamo discutere».
E quindi?
«Quindi ci auguriamo che entro il 15 ottobre il governo trovi una soluzione per il trasporto pubblico. Attenzione, però, perché questi problemi li ha anche la sanità. Per questo confido che a Roma decidano presto come sbrigliare la matassa».
In un periodo in cui si parla di transizione ecologica, di macchine da muovere il meno possibile e di mezzi pubblici da incentivare siamo arrivati al paradosso che gli autobus potrebbero restare chiusi nei depositi e gli autisti a casa senza stipendio.
«Mi spiace che siamo arrivati a questo punto. Si è fatto tanto per tenere attivo il servizio di trasporto pubblico anche durante il lockdown ed ora con carico a bordo all'80%. Una conferma del green passa creerebbe difficoltà enormi agli utenti e questo non va affatto bene. Ripeto: ci auguriamo che una soluzione si trovi in fretta».In attesa dell'oracolo romano, però, i sindacati chiedono a Trentino Trasporti il tampone gratuito per evitare di cancellare delle corse.«No, dico subito che non ci sarà il tampone gratuito per i nostri lavoratori perché questo è quanto ha deciso la Provincia».
Si comincia a discutere di come organizzare i turni ma sempre con l'orecchio teso verso palazzo Chigi.
«Al di là del fatto che sono costretto a dire no ai tamponi gratuiti, spiegherò ai sindacati che attendiamo risposte dall'Astra, l'associazione nazionale dei trasportatori, ovvero l'organo deputato a rappresentare al governo le istanze delle aziende di trasporto pubblico. Tra le proposte che porteremo al tavolo c'è proprio quello del green pass. Ci attendiamo risposte prima del 15 ottobre perché si rischia davvero un disagio enorme. Se il governo non farà retromarcia, ovviamente, ci organizzeremo per tempo e certamente avviseremo gli utenti. Confidiamo di sapere come andrà a finire nei giro di tre giorni. Sperando, ovviamente, che, come è capitato spesso, non arrivino proroghe all'ultimo giorno».
Dalla metà del mese, insomma, si rischia seriamente il caos trasporti in tutto il Trentino.
La metà degli autisti di autobus e corriere, o anche uno su tre è uguale, non è vaccinato e minaccia di licenziarsi.
Il decreto del governo di obbligare tutti i lavoratori alla certificazione, dunque, sta per far saltare il banco.
Soprattutto in un settore delicato come quello dei mezzi pubblici che, con le scuole aperte, è indispensabile. L'allarme, come detto, lo ha lanciato Nicola Petrolli che ha partecipato all'assemblea dell'area Rovereto e Vallagarina. Su 120 venti autisti, come detto, il 50% parrebbe non vaccinato e la paralisi è dietro l'angolo.
«Purtroppo è un problema enorme che riguarda Rovereto ma anche il resto del Trentino. - spiegava ieri il sindacalista di Uiltrasporti - Ovviamente ci si augura un dietrofront del governo ma, allo stato, la questione è che dal 15 ottobre la metà dei conducenti potrebbe non presentarsi al lavoro». E i torpedoni fermi nel deposito di via Zeni fanno paura.
«Già adesso i mezzi sono strapieni e senza controlli antiassembramento, con la soppressione di alcune corse sarà il caos totale».
Sull'obbligo vaccinale Petrolli, ovviamente, non è entrato. «Non è compito mio e poi ognuno agisce come crede. Certo che, allo stato, è impensabile che gli autisti rincorrano le farmacie per farsi fare un tampone prima di recarsi al lavoro. Mi auguro che l'azienda e la Provincia si attivino e si organizzino per evitare disagi assicurati».