Attivisti no tav davanti al Comune di Trento, stasera un voto sui futuri interventi per la nuova ferrovia in città
La questione della circonvallazione con il tunnel sotto la Marzola torna d'attualità nel giorno della seduta del consiglio comunale. Nuove contestazione per l'impatto dei lavori sul territorio in valle dell'Adige - VIDEO
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TRENTO. Nuova manifestazione contro il progetto per l'alta velocità ferroviaria in Trentino, questa sera, davanti al Comune nel capoluogo.
L'iniziativa è scattata verso le 18, con la presenza di alcuni attivisti di di vari striscioni davanti alla sede municipale di palazzo Geremia.
Di fronte, a palazzo Thun, questa sera alle 20.30, è convocata una seduta del consiglio comunale, chiamata ad approvare il Documento unico di programmazione (Dup) 2022/2024.
Si tratta di uno strumento di governo locale che prevede anche l'attuazione degli "interventi urbanistici e viabilistici propedeutici all'interramento della ferrovia".
La nuova circonvallazione ferroviaria di Trento prevede un tratto in superficie e quindi un tunnel sotto la Marzola: una settimana fa Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) ha depositato al ministero il progetto di fattibilità, e l’opera è inserita con un finanziamento di quasi un miliardo di euro nel Pnrr, il Piano nazionale di rinascita e resilienza.
Si prevede la nuova linea ad alta velocità (pensata prevalentemente per le merci) in località Roncafort, nei pressi dell'interporto di Trento, procedendo in affiancamento alla linea storica per circa 2,5 km, per poi portarsi in prossimità dell'ex scalo Filzi, da qui la galleria 12 km, a doppia canna, che termina in località Acquaviva.
Comitati e circoscrizioni nelle settimane scorse hanno chiesto a Comune e Provincia maggiori informazioni sulll'impatto dell'opera completata e dei cantieri sul territorio. Ed è stata rilanciata l'ipotesi, scartata dalla Provincia, di far passare l'alta velocità sull'altro lato della valle, cioè in destra Adige.
Gli attivisti questa sera ribadiscono le ragioni del no a quella che considerano un'opera dall'impatto inaccettabile sull'ambiente e sulla vivibilità nella valle dell'Adige.
[foto Daniele Panato]