L'Euregio parla di lupi, ma della limitazione dei Tir no: è tabù
Nella seduta congiunta Dreier Landtag ad Alpach, in Austria, la consigliera provinciale trentina Vanessa Masè ha dovuto ritirare una mozione che interpretava le esigenze degli autotrasportatori attivi fra Italia, Austria e Germania attraverso il valico. La proposta sarebbe stata bocciata dall'assemblea
TRENTO. Sul traffico pesante lungo l'asse del Brennero si è infranto l'idillio tra i consigli provinciali di Trentino, Alto Adige e Tirolo, che si sono riuniti per due giorni nella seduta congiunta Dreier Landtag ad Alpach, in Austria, approvando una raffica di mozioni su temi condivisi.
Il tema "spinoso" dei divieti e delle limitazioni imposti dal Tirolo sul transito dei mezzi pesanti provenienti dal Brennero (divieto di transito notturno, divieto di transito settoriale e da luglio 2022 il divieto di transito per i mezzi Euro 6 immatricolati prima del 2021) è stato sollevato con una proposta di mozione dalla consigliera provinciale trentina Vanessa Masè (La Civica) che si è fatta portavoce del comparto degli autotrasportatori, che lavorano tra Italia, Austria e Germania attraverso il valico del Brennero.
Masè, criticando di fatto le misure unilaterali del Tirolo, proponeva alle tre assemblee di «sostenere ed intraprendere tutte le iniziative possibili per arrivare a delle politiche omogenee e condivise in materia di trasporto, in un'ottica di reciprocità delle azioni attuate sui due versanti del Brennero, all'interno della cornice dei principi cardine dell'Unione Europea, cui sia Austria che Germania appartengono».
Gli autotrasportatori italiani, infatti, da sempre contestano la legittimità stessa dei divieti ritenendoli in violazione delle norme europee.
La mozione proponeva, tra l'altro, di «implementare tutte le possibilità tecniche come barriere antirumore, asfalto silenzioso, tecnologie innovative e quant'altro, ai fini di migliorare la qualità della vita di tutti i residenti lungo il corridoio del Brennero», nonché di « incentivare la realizzazione di un corridoio ferroviario a basse emissioni acustiche con la progressiva eliminazione di vagoni vecchi e rumorosi e la progressiva installazione di barriere antirumore».
Ma l'iniziativa della consigliera è stata stoppata e ha dovuto ritirarla per non vedersela bocciare.
«Non sono una persona divisiva - ha detto Masè nel suo intervento - ma ho proposto la questione perché questo argomento non sia un tabù e si possa fare un pezzo di strada per trovare un terreno comune fra i tre territori».
Una sintonia che, è emerso nel dibattito, su questo tema non c'è neppure all'interno dei singoli consigli provinciali.
Nel corso del dibattito l'ex deputato Svp Daniel Alfreider ha spiegato la difficoltà pratica di elaborare politiche omogenee sul corridoio del Brennero, da Monaco fino a Verona. S'impone, ha detto, una impostazione green, una svolta verso la rotaia, uno sforzo comune. Alessio Manica (Pd) ha detto che il tunnel di base del Brennero consentirà una svolta positiva, ma nel frattempo, ha aggiunto «capisco la posizione tirolese austriaca, a fronte di una mole di traffico pesantissima».
L'altoatesino Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha annunciato di non voler votare una mozione «contro il Land Tirol e che porta la voce unilaterale degli autotrasportatori.
Il trasporto su gomma - ha aggiunto - ha trasformato l'asse del Brennero in un corridoio di emergenza sanitaria, per cui la politica protettiva di Innsbruck va lodata».
Andreas Leitgeb (Neos tirolesi) ha difeso a sua volta la ragionevolezza delle misure adottate a nord del Brennero.
Infine il presidente altoatesino Arno Kompatscher ha suggerito il ritiro della mozione, ha assicurato la via del dialogo e ha spezzato una lancia per un sistema di pedaggio parametrato alle emissioni dei mezzi.
Andrea Gottardi (Confindustria Trasporti Trento) su Facebook ha ringraziato Masè per il tentativo e ha commentato: «Adesso parleranno li avvocati perché siamo stufi di subire... ma non è la strada che volevo e vorrei percorrere».