I lavoratori del pubblico impiego manifestano davanti alla Provincia: "Nuovi contratti, assunzioni e riconoscimento del nostro ruolo"
Buona la partecipazione dei dipendenti, dalla sanità alla scuola, all'iniziativa lanciata da Cgil, Cisl, Uil e Fenalt: critiche alla giunta Fugatti sia per i ritardi sul fronte sindacale sia più in generale sulla necessità di una migliore valorizzazione della funzione dei vari settori pubblici nel tessuto socioeconomico trentino - FOTO e VIDEO
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LA MOBILITAZIONE Scontro tra i sindacati e Fugatti sui fondi per i rinnovi contrattuali
TRENTO. Questa mattina, davanti al palazzo della Provincia, la manifestazione dei lavoratori del pubblico impiego, che chiedono il rinnovo del contratto.
L'iniziativa ha raccolto una elevata partecipazione dei dipendenti dei vari settori provinciali, dalla scuola alla sanità, che davanti alla sede dell'ente pubblico hanno rinnovato sia la richiesta di finanziamenti adeguati per il rinnovo contrattuale, sia un salto di qualità nella considerazione del ruolo della funzione pubblica in Trentino.
Nel mirino la giunta leghista guidata dal presidente Maurizio Fugatti, criticata dai sindacati sia per i ritardi sul fronte contrattuale sia per la scarsa valorizzazione del ruolo del settore pubblico come asse portante del tessuto sociale ed economico del Trentino.
Una delegazione sindacale è stata ricevuta dall'assessore provinciale allo sviluppo economico, Achille Spinelli.
Al centro delle richieste anche la necessità di porre rimedio alla carenza di personale, specie nella sanità, dove anche il turn-over generazionele presenta un saldo negativo: a maggior ragione dopo i mesi più pesanti della pandemia, è evidente la necessità di correre ai ripari e di garantire alla sanità trentina organici adeguati alle esigenze dei territori.
La significativa adesione all'iniziativa odierna ha avuto riflessi, questa mattina, in particolare nella scuola e nella sanità. Molte classi, specie alle materne e alle primarie, oggi restano a casa, mentre sul fronte ospedaliero sono garantite le urgenze ma possono saltare le visite specialistiche prenotate (e anche i prelievi per esami diagnostici).
La mobilitazione lanciata da Cgil, Cisl, Uil e altre sigle sindacali (come Fenalt e Nursing Up), è scattata alle 8 alle cinema Vittoria ed è proseguita alle 10 con il corteo verso piazza Dante.
La mobilitazione, arriva dopo un lungo periodo di attesa e di pressioni per una decisione provinciale che non è ancora arrivata.
Come accennato, data la vasta adesione all'iniziativa sindacale, anche il mondo della scuola sarà toccato dagli effetti dell'assemblea sindacale, molte le famiglie che nei giorni scorsi hanno ricevuto un avviso su lezioni cancellate o ridotte.
Per esempio, alla scuola primaria di Martignano, oggi la maggioranza delle classi si è vista annullare completamente le lezioni, i bambini dunque dovranno restare a casa.
Per altre classi è prevista una riduzione dell'orario, anche fino a meno di un paio d'ore soltanto.
Una situazione simile è presumibile si venga a creare in molte altre scuole primarie del Trentino.
Analoga situazione nelle scuole dell'infanzia.
Cancellazioni previste anche alle medie e alle superiori, dove al momento non è noto se prevarrà la sospensione in toto della giornata o una soluzione a scacchiera fra ore vuote e altre con la presenza dell'insegnante
Sul fronte della sanità, dopo l'annunciata assemblea indetta da Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up e Fenalt, l'Apss ha diffuso una nota cui si precisa che "sarà garantita l’assistenza sanitaria d’urgenza (servizi di emergenza e pronto soccorso), mentre per quanto riguarda l’attività ordinaria, ad esempio visite ambulatoriali o prelievi del sangue, si potrebbero registrare disservizi in relazione al numero degli aderenti all’assemblea e allo sciopero".
L'Azienda sanitaria precisa che la mobilitazione, dalle 7 alle 14, "si sovrappone al perdurare di uno sciopero generale nazionale indetto dal sindacato Fisi che si protrarrà fino al 31 ottobre e per il quale Apss ha già disposto la precettazione dei contingenti minimi di personale, così da garantire i servizi pubblici essenziali a salvaguardia dei diritti delle persone".