Tolta la paletta ai nonni vigile: interviene la Polstrada, «la normativa non la prevede», ma loro ribattono: «Senza, non si ferma nessuno»
Autorizzate solo le forze dell’ordine, quindi per i volontari davanti alle scuole arriverà una torcia rossa (una pila, per capirci). Ma scoppia la rivolta
TRENTO. Alzi la mano chi, da giovane studente o da genitore, ha avuto a che fare con uno di loro, conservando un ricordo piacevole di quel signore, spesso canuto, che dava un aiuto nell'attraversare la strada. Quella del nonno vigile è una figura sottovalutata: una persona, nella quasi totalità dei casi un pensionato, che si mette a disposizione per la collettività, presidiando l'area circostante le scuole o i parchi pubblici, consentendo di dirottare gli operatori della Polizia locale su altri fronti.
Nonostante l'allungamento dell'aspettativa di vita, è una figura che pian piano sta scomparendo: sarà per una carenza di "vocazioni" o chissà per cos'altro, ma tre anni fa l'amministrazione comunale, in collaborazione con la Polizia locale, aveva lanciato un appello per riattivare il servizio di sorveglianza scolastica in tutte le circoscrizioni di Trento.
Ora i nonni vigili sono al centro, loro malgrado, di un singolare cambio... di equipaggiamento. Da qualche giorno, a quelli in servizio in città è stata tolta la paletta d'ordinanza con cui erano soliti fermare il traffico per consentire il passaggio di grandi e piccini sulle strisce pedonali. Serpeggia la curiosità per capire quali siano le motivazioni che si celano dietro a questa modifica.
La ragione è presto detta e non riguarda la Polizia locale, corpo che opera in stretto contatto con i nonni vigili. Il problema è stato sollevato dal comando della Polstrada trentina, che ha invitato a togliere dalla dotazione la paletta seguendo quanto previsto dalla legge.
Ed effettivamente, l'articolo 12 del Codice della strada ne consente l'utilizzo agli appartenenti dei corpi abilitati allo svolgimento del servizio di polizia stradale, quindi Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia locale, Polizia provinciale, Vigili del Fuoco e personale autorizzato dell'ANAS.
I nonni vigili si adeguano quindi agli altri volontari - Protezione civile in testa - che non possono impiegarla.
A sostituire la paletta nel loro corredo arriva però un nuovo oggetto che risulta persino più utile in situazioni di scarsa visibilità, vale a dire una torcia rossa, identica a quella che le pattuglie delle forze dell'ordine usano nei controlli notturni. Non si toccano, invece, la tipica pettorina e la giacca catarifrangente, che continuano a rappresentare il loro segnale distintivo.
Ma la decisione non piace, e fra i volontari è scoppiata la rivolta: che nonno «vigile» sei, se la paletta non ce l’hai?
Non ci ha pensato due volte Franco Rizzoli a convocare una riunione il giorno dopo che i nonni vigili della circoscrizione Argentario, con sede nel Circolo anziani “El Capitel” di Martignano, sono stati privati della paletta d'ordinanza utilizzata per fermare il traffico favorendo l’attraversamento in sicurezza degli scolari e dei loro genitori, strumento ritenuto indispensabile pure per la propria salvaguardia. «Senza paletta - afferma Ivo Plotegher - abbiamo già sperimentato che non si ferma nessuno e noi stessi rischiamo la pelle, pur indossando quella pettorina divenuta ormai di uso comune tanto da sminuirne il significato primario».
Rizzoli coordina undici nonni vigili, vale a dire Gianni Guerrini, Antonella Lama, Silvano Maffezzoli, Angelo Mercurio, Ivo Plotegher, Grazia Maria Recla, Alda Saltori, Renzo Tasin, Anna Maria Tomasi, Lorenza Tomasi, Maria Vittoria Trentini. Il loro reclutamento risale al settembre 2016 e si sono posti al servizio della comunità in maniera volontaria. Da allora prestano servizio nei giorni di scuola in prossimità delle strutture scolastiche al centro di Martignano e nell’attraversamento particolarmente pericoloso in via San Vito di Cognola, dove la limitrofa scuola primaria Belenzani viene frequentata anche di pomeriggio causa tempo pieno.
In mancanza di vigili di quartiere il servizio è richiesto dagli istituti scolastici e soprattutto dai genitori dei giovani. L’accordo con il Comune e il Corpo di polizia locale di Trento promosso dalla Circoscrizione, presieduta all’epoca da Armando Stefani, contempla per l’Amministrazione comunale il carico dei soli oneri amministrativi e una piccola assicurazione. In questo modo si era attivato un servizio vitale per i sobborghi.
Oggi, di fronte alle nuove direttive, il servizio è sospeso in via precauzionale in attesa di indicazioni da parte del sindaco Ianeselli, informato tempestivamente della vicenda.
Mercoledì 27 ottobre i nonni vigili attivi a Trento e Rovereto sono stati convocati dal nuovo comandante della Polizia locale del capoluogo Luca Sattin e dal responsabile della Polstrada trentina Franco Fabbri che, per rispettare l’art. 12 del Codice della strada e le successive ordinanze ministeriali interpretative del 2016 e del 2018, sono intervenuti sia per togliere le palette a suo tempo fornite sia per illustrare le modalità del servizio sia per illustrare le modalità del servizio che, come afferma Ivo Plotegher, «viene ridotto ad un gesto civile di uno scout che aiuta le nonnette ad attraversare la strada. Ma questo non è un servizio qualificato. Tra l’altro è proibito pure qualsiasi gesto delle mani che interrompa il traffico».
In caso di incidente con responsabilità del volontario questo può incorrere in una pena detentiva fino a cinque anni. Accanto alla tipica pettorina e alla giacca catarifrangente che rimangono in dotazione sarà loro fornita in sostituzione una torcia rossa, identica a quella che le pattuglie delle forze dell'ordine usano nei controlli notturni. «Di sicuro utile di primo mattino in inverno, ma a mezzogiorno - solleva qualcuno il dubbio - sarà efficace?».
A fronte della nuova situazione i nonni vigili di Martignano, privati di una sicurezza personale, non possono che sospendere il servizio fintantoché non arriveranno dal Comune indicazioni precise sul “modus operandi” e, al contempo, richiedono un urgente corso di formazione. L’Amministrazione, fanno sapere, in questo frangente dovrebbe farsi carico di informare le scuole e le famiglie interessate al problema e che fino a oggi hanno usufruito del servizio.