Contratto del pubblico impiego, con i soldi arrivati da Roma ? No, Fugatti "salta un giro"
Dopo lo sciopero, l'annuncio della giunta, ma ora la doccia gelata: gli aumenti contrattuali previsti, 4% nel triennio 2019-2021, verranno posticipati dal 2022. I sindacati: "Bugiardo". Ma il presidente replica: "Devono riconoscere l'emergenza"
TRENTO. "Valuteremo nelle prossime ore le ulteriori iniziative di mobilitazione già preannunciate lo scorso 26 ottobre, non escludendo lo sciopero generale dei comparti pubblici". Questa la reazione dei sindacati del pubblico impiego alla notizia che gli aumenti contrattuali previsti, 4% nel triennio 2019-2021, verranno posticipati a partire dal 2022. Per il triennio che si conclude quest'anno, invece, il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti garantirà solamente la vacanza contrattuale, pari allo 0,7%.
"È ora che il presidente Fugatti la smetta di nascondersi - tuonano i sindacati - e convochi le categorie dei comparti per dire loro cosa intende fare del servizio pubblico trentino, un patrimonio di conoscenze, competenze, efficienza e qualità che rischia di essere buttato a mare dall'inconsistenza e dall'insipienza della classe politica. La ripartenza sanitaria, economica e sociale post pandemia in Trentino si traduce in penalizzazione, dequalificazione e minore attrattività del lavoro pubblico, territorio ostile per i giovani che entreranno nella pubblica amministrazione".
Poche ore dopo, la risposta di Fugatti
“Nessuno può chiamarsi fuori e tutti devono fare la propria parte per aiutare il Trentino a uscire prima possibile dalla crisi covid recuperando la sua competitività nazionale ed internazionale. Detto questo, sul rinnovo del contratto pubblico questa giunta non dice bugie ed anzi è pronta ad onorare l’impegno preso. Al netto delle difficoltà contingenti e straordinarie che pur erano state messe in conto al momento della sottoscrizione del patto con i sindacati”.
“Credo che i Trentini - aggiunge Fugatti - sappiano riconoscere lo sforzo che la Provincia sta facendo per garantire un sostanziale equilibrio fra le componenti di un sistema complesso qual è il nostro; uno sforzo che trova una rappresentazione oggettiva: metà delle risorse che siamo riusciti a recuperare nella nuova trattativa con lo Stato sono proprio destinate a questi rinnovi; si tratta di oltre 60 milioni di euro, una cifra importante che vuole riconoscere l’importanza del ruolo di chi è al pubblico servizio”. “I sindacati fanno ovviamente il loro lavoro - commenta ancora Fugatti - ma credo che tutti capiscano che senza crescita, produttività ed efficienza né pubblico né privato possano superare le difficoltà dell’oggi garantendosi un futuro domani”. |