La ripartenza dello sci, Valeria Ghezzi: «Se i contagi aumentassero, ski pass solo ai vaccinati»
La presidente dell'Anef: «In caso di difficoltà, chiusure e restrizioni riguardino la minoranza che urla, ovvero i no vax». Luca Guadagnini: «C’è la garanzia che non ci saranno stop»
I CONTROLLI Via libera alla app che unisce skipass e green pass
TRENTO. Pronti a partire. Desiderosi di partire. Ma con ancora alcuni nodi da sciogliere - decisivi - e con qualche legittima preoccupazione vista la risalita dei contagi.
Valeria Ghezzi, presidente dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef), fa il punto della situazione: «Siamo in attesa delle risposte definitive e concrete sui protocolli. La nostra richiesta è di dare il via libera sia ai controlli online, con una App abilitata a verificare insieme green pass e skipass, sia a quelli a campione. Se poi la situazione epidemiologica dovesse peggiorare, non sarei contraria a dare la precedenza ai vaccinati rispetto ai non vaccinati. Tuteliamo chi ha agito con responsabilità, l’Italia sta diventando la democrazia delle minoranze che urlano».
Luca Guadagnini, presidente della Sezione Impianti a Fune del Trentino, spiega che «ci sono state date garanzie che la stagione non subirà degli stop: nei prossimi giorni, in particolare venerdì quando ci sarà la conferenza Stato-Regioni, dovrebbe esserci il documento di sintesi definitiva su green pass, App e controlli. Incremento dei casi? Il problema c’è, inutile negarlo. Ma speriamo che la campagna vaccinale continui e, per quanto riguarda il Trentino, la speranza è quella di riuscire a fare una “barriera” al virus, che cresce nei territori vicini e ad Est».
Entriamo nel dettaglio.
Il protocollo sulla capienza degli impianti, sulla distinzione tra seggiovie-ovovie “al chiuso” e “all’aperto”, su mascherine e distanziamenti c’è ed è chiaro. Il nodo è legato a controlli e green pass. Nelle stazioni più piccole, quelle magari con solo due o tre impianti e tutti aperti, il problema è legato agli assembramenti al momento di comprare il giornaliero, ma la speranza è che tanti sciatori lo facciano online.
«Non possiamo illuderci - prosegue Ghezzi - di passare dallo 0 al 90 per cento in pochi giorni, ma direi che saremmo già bravissimi ad arrivare a un 20%. A quel punto la richiesta è di controlli a campione».
Controlli che vanno poi concordati e definiti con i singoli territori e assessorati: in Trentino, ha detto l’assessore Failoni, è già sicuro che si andrà proprio nella direzione delle verifiche a campione. Capitolo grandi stazioni, come Dolomiti Superski e Skirama, con la gran parte degli impianti chiusi e quindi l’esigenza di controllare il green pass.
«L’idea - spiega Guadagnini - è quella di poter incrociare i dati di green pass e skipass in automatico, tramite una App già pronta.
L’obiettivo è ovviamente alleggerire i controlli alla partenza degli impianti.
Con i tagliandi stagionali o comunque plurigiornalieri gli sciatori dovranno provvedere a incrociare i dati ogni giorno, ma la procedura è rapida».
Il nodo di questo sistema è legato alla privacy, ma il Garante ha dato il via libera. «Si tratta di un’ottima soluzione - commenta Ghezzi -, che rappresenta un sistema efficace ed efficiente: sostanzialmente è la App che verifica il green pass, perché lo skipass non viene di fatto “convalidato” se il corrispondente certificato verde non ci fosse o non fosse valido.
La App sarà comodissima nella grandi stazioni, mentre nelle piccole i controlli a campione saranno la soluzione migliore».
Se i problemi tecnici e organizzativi paiono essere risolti (come detto in settimana ci sarà il via libera definitivo), a preoccupare è l’incremento dei contagi. «Stiamo monitorando l’Est Europa - ammette Guadagnini - e siamo preoccupati».
«Fin da ora - analizza Ghezzi - dobbiamo aspettarci una stagione leggermente al ribasso, viste comunque la portata ridotta degli impianti, i divieti di assembramento e i viaggi dall’estero difficili. La priorità resta salvare la stagione: in tal senso, auspicando che la situazione non precipiti, tuteliamo chi si è vaccinato, responsabilmente e magari non convintamente: se si dovesse andare verso delle restrizioni, le si facciano sui no vax.
Se dovesse servire si guardi al modello austriaco per tutelare le comunità, il lavoro e l’economia. I nostri lavoratori? La gran parte sono vaccinati e qualcuno ha scelto la via dei tamponi. Ad oggi non è un tema che ci crea problemi».