Green pass su bus e treni: c'è confusione sulla norma, la Provincia attende chiarimenti
Si cerca di capire come saranno nel dettaglio le nuove regole varate dal governo e in vigore sui mezzi pubblici dal 6 dicembre. Secondo piazza Dante non è ancora chiaro se il green pass sia stato esteso solo alle ferrovie regionali o a tutto il trasporto pubblico
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TRENTO. Regna grande confusione sull'obbligo di green pass (compresi i non vaccinati con tampone negativo) sui mezzi pubblici dal 6 dicembre, previsto dal nuovo decreto legge approvato mercoledì dal Governo con le restrizioni anti-Covid pre natalizie.
Non è ancora chiaro, infatti, spiegano al Dipartimento territorio e trasporti della Provincia, se il green pass è stato esteso solo alle ferrovie regionali o a tutto il trasporto pubblico, compreso dunque quello su gomma, ovvero autobus cittadini e corriere.
Il testo del decreto legge entrato in consiglio dei ministri, infatti, sembra limitare l'obbligo al trasporto ferroviario, ma si attende di leggere il testo approvato, che non è stato ancora pubblicato, per esserne certi, anche perché il comunicato diffuso dal consiglio dei ministri, invece parlava di ferrovie regionali e trasporto pubblico locali.
Anche a Trentino Trasporti, la società che gestisce sia il trasporto su gomma che la ferrovia Trento-Malé, sono in attesa di vederci più chiaro.
In ogni caso la novità entrerà in vigore dal 6 dicembre quindi ci sarà il tempo di organizzarsi.
È chiaro però che l'impatto maggiore di questa nuova misura anti-Covid si avrà sugli studenti delle scuole medie - dai 12 anni in su - e delle superiori, che fino ad ora non hanno avuto l'esigenza di dotarsi di green pass perché non è richiesto per andare a scuola, a differenza dei lavoratori pendolari, che per accedere al posto di lavoro già devono averlo.
Confrontando le due ipotesi: il green pass esteso ai treni regionali o a tutto il trasporto pubblico locale, si può capire che l'impatto sarebbe molto diverso.
Nel primo caso infatti si stimano circa 1.000 studenti non vaccinati che dovrebbero fare il tampone per avere il green pass e poter salire sul treno per andare a scuola, mentre nel secondo caso (treni, bus e corriere) si arriva a 10-12.000 studenti non vaccinati.Il calcolo è stato fatto dagli uffici provinciali sulla base degli abbonamenti ai mezzi pubblici.
Per quanto riguarda i treni locali, ovvero la linea del Brennero, tra Mezzocorona e Borghetto, la Valsugana, tra Trento e Primolano, e la ferrovia Trento-Malè, gli studenti delle superiori con smart card sono 1.600 sulla Trento-Malé, 500 sulla Valsugana e 1.500 sulla linea del Brennero, per un totale di 3.600 che potranno accedere solo con green pass al servizio.
Stimando, secondo i dati dell'Azienda sanitaria, che il 70% degli studenti sia vaccinato, sarebbero quindi circa un migliaio gli studenti in obbligo quantomeno di tampone per salire sui treni.
Se il decreto legge pubblicato dovesse invece estendere a tutto il trasporto pubblico locale l'obbligo di certificazione allora dei 50.000 studenti totali, tra ciclo primario e secondario, sono 40.000 quelli che utilizzano i mezzi pubblici e i non vaccinati sarebbero stimabili in circa 10-12.000, che dovranno fare il tampone per non dover andare a scuola a piedi o accompagnati in auto da mamma o papà.
E ieri sono già arrivate in Provincia le prime email di protesta di genitori sul piede di guerra, pronti a chiedere il rimborso dell'abbonamento dei figli allo scuolabus o al treno.
Anche sul fronte del personale che lavora sui mezzi pubblici c'è preoccupazione per questa novità del green pass a bordo.Stefano Montani, segrerario della Cgil trasporti è lapidario: «Non abbiamo ancora avuto informazioni su come verrà applicata concretamente la norma ma noi escludiamo che possa essere chiesto agli autisti di fare i controlli del green pass».
Sulla stessa linea è Nicola Petrolli (Uil trasporti): «Non si sa chi dovrà fare i controlli, questo è il grande problema. ma è impossibile che si possano fare a bordo dei bus strapieni. E anche sui treni, andrebbero fatti a terra, da parte delle forze dell'ordine perché i controllori già oggi sono presi di mira e rischiano quando chiedono di verificare l'abbonamento, figuriamoci se chiedono il green pass».