Maratona vaccinale, ma niente contratto per i dipendenti: scatta lo sciopero (il 16 dicembre) e dal 4 l’astensione da ogni prestazione extra
Il piano straordinario a rischio. Tutte le sigle della Funzione Pubblica annunciano la grave decisione in una lettera ai consiglieri provinciali: «I soldi ci sono, siamo gli ultimi in Italia e Fugatti non rispetta i patti. Adesso basta»
TRENTO. La giunta provinciale chiede al personale di «mettersi a disposizione» per la Maratona vaccinale dal 4 all’8 dicembre. Ma è la stessa giunta che non rinnova il contratto di lavoro del Pubblico Impiego, scaduto da anni. E si profila una clamorosa astensione dalle «prestazioni extra», annunciata da tutte le sigle sindacali del comparto.
Lo annunciano in una «lettera dei sindacati del pubblico impiego, scuola, sanità e ricerca ai Consiglieri Provinciali» firmata Fp Cgil – Diaspro; Flc Cgil – Mazzacca; Cisl Fp – Pallanch; Cisl Scuola – Galli; Uil Fpl Sanità – Varagone; Fenalt – Valentinotti; Nursing up – Hoffer; Satos - Montefusco. La lettera spiega la vicenda per punti:
Perchè i pubblici dipendenti trentini, sempre disponibili anche per fermare il Covid, sono
costretti a scioperare.
i sindacati di pubblico impiego, scuola, sanità e ricerca presidieranno i lavori del consiglio provinciale sulla discussione sul DDL di Stabilità per il 2022. Il tema è arcinoto e riguarda l’assenza di risorse per il triennio 2019/2021. Nella discussione sul bilancio vi chiediamo lo sforzo di sovrapporre alla teoria i volti del personale della sanità, della scuola, delle Case di Riposo, dell’emergenza e della sicurezza e di tutti coloro che garantiscono i servizi universali e welfare sul territorio, per comprendere la responsabilità che vi assumete nelle decisioni che state per prendere e capire quanto il governo provinciale sta facendo contro i suoi stessi lavoratori.
Relazioni Sindacali
Durante la grande manifestazione di piazza del 26 ottobre scorso il Presidente Fugatti non ha trovato il tempo di ricevere i rappresentanti delle migliaia di lavoratori in piazza: un segnale di distacco e poca attenzione nei loro confronti che conferma un atteggiamento di chiusura se non di vera e propria ostilità verso il Sindacato. Il tema delle relazioni sindacali è centrale per far ripartire il territorio e affrontare le grandi crisi, come quella sanitaria che non accenna purtroppo a mollare la presa. Non ci si deve quindi meravigliare o, peggio, gridare allo scandalo se è poi il Sindacato ad essere costretto a sospendere qualsiasi relazione sindacale come atto di protesta in una mobilitazione ampia che porta allo sciopero dei comparti pubblici.
Per la prima volta, siamo gli ultimi d’Italia
Il Governo nazionale sta rinnovando i contratti pubblici con aumenti medi del 4,07% e stanziando risorse per ordinamenti professionali, assunzioni, stabilizzazioni, carriere. Il Trentino, primo in Italia per qualità della pubblica amministrazione e da sempre esempio per il Paese, stavolta è ultimo. Quando il Presidente Fugatti dice di aver stanziato nel DDL di Stabilità 260 mln per i contratti pubblici, dice mezza verità che equivale ad una bugia: omette di dire che quelle risorse sono per il triennio 2022/2024 e quindi sta ratificando il blocco del triennio 2019/2021, con perdita di retribuzione non più recuperabile, contribuzione previdenziale e di arretrati.
Il presidente Fugatti rispetta i patti?
«Non credo - commentò il presidente della Provincia - che, in cuor loro, i vertici delle organizzazioni sindacali temano che i patti non vengano rispettati. Ribadisco comunque che la Giunta provinciale intende concretizzare il suo impegno già con questa manovra di bilancio. Infatti la negoziazione in atto con lo Stato ... ci consente di guardare alla tematica del rinnovo del contratto con fiducia, ma sempre all'interno di un cauto pragmatismo. Posso pertanto confermare che la strada è tracciata e la percorreremo». Così parlò Fugatti che però solo pochi giorni dopo cambiò idea e disse di voler saltare il rinnovo per il triennio 2019/2021.
No al contratto ma richiamo alla responsabilità: di chi?
Decine di volte il Presidente e la sua Giunta hanno lodato i dipendenti pubblici per l’impegno e i risultati certificati da organismi nazionali e internazionali; adesso, e per l’ennesima volta, li chiamano ad uno sforzo eccezionale per la maratona vaccinale invocandone il senso di responsabilità. Come si può pretendere responsabilità da chi è allo stremo nelle corsie degli ospedali, nelle strutture di supporto, nei laboratori, nelle scuole, negli apparati pubblici senza mostrare alcun cambio di rotta per scelte politiche che mortificano, svalorizzano e depauperano un intero comparto con grave sperequazione rispetto al resto del Paese?
Le risorse ci sono: perché non si rinnovano i contratti?
Ci hanno raccontato per mesi e mesi che le risorse per rinnovare i contratti non c’erano. Non è così: lo Stato ha coperto il minor gettito degli anni 2020 e 2021, le ultime manovre provinciali hanno dato risposte ai settori più colpiti dalla pandemia, il nuovo patto con lo stato ha portato nuove risorse a regime nei bilanci provinciali. Qual’è allora il motivo per questa scelta, unica in Italia? E’ perché i dipendenti pubblici non hanno perso un euro durante la crisi, quindi devono pagare pegno. Così ci raccontano. I dipendenti pubblici tutti, dalla sanità alla scuola alle case di riposo alla polizia locale, agli uffici provinciali e comunali non si sono mai fermati durante la pandemia, anzi. Hanno continuato a lavorare senza tregua, affrontando a mani nude le prime fasi dell’epidemia e garantendo salute, sicurezza, cura, sostegno alle imprese e ai cittadini: privilegiati, secondo la giunta del Presidente Fugatti.
La prossima volta che entrerete in una Casa di Riposo o in Ospedale o in una Scuola, guardateli in faccia, i “privilegiati”: sono quelli che leggono il giornale e si girano i pollici, nevvero?
Condividete dunque, Sigg. Consiglieri, questo malinteso senso di equità che diventa invece punitivo nei confronti di coloro ai quali continuate oggi a chiedere impegno, responsabilità, straordinari?
Il territorio perde attrattività
Rinnovano i contratti lo Stato e il vicino Alto Adige. Avete idea, solo per fare un esempio, della carenza di Oss e Infermieri? Lavorare in Alto Adige è più attrattivo che lavorare in Trentino, non solo lavorare all’estero. Il territorio perde dunque attrattività e sarà sempre più difficile garantire il ricambio generazionale per le figure sanitarie, con una popolazione sempre più anziana e bisognosa di maggiori servizi socio-sanitari, così per tutte le figure necessarie per garantire istruzione, assistenza, sicurezza e servizi pubblici all’altezza dei bisogni e delle sfide storiche che abbiamo davanti.
Sciopero e astensione dagli straordinari
Siamo dunque all’estrema ratio: Il 16 dicembre sarà sciopero di tutti i lavoratori pubblici trentini e, dal 4 dicembre, stop a straordinari e attività fuori dall’orario di lavoro ordinario. Un fatto enorme, gravissimo, mai visto prima nella storia della nostra Autonomia, di cui il Presidente Fugatti e la sua Giunta non potranno andar fieri.
Tutto questo mentre imperversa di nuovo la pandemia, mentre c’è sempre più bisogno di servizio pubblico, mentre – facendo finta di nulla – si continuano a chiedere sacrifici ai pubblici dipendenti.
E’ questa la responsabilità che vorrete assumervi, cari Consiglieri?»
Qui sotto: il post che molti dipendenti provinciali stanno postando su Facebook