Rinotracheite infettiva dei bovini, l'accusa di Degasperi: in Alto adige è debellata da anni, in Trentino si attende da decenni
Il consigliere provinciale di Onda civica all'attacco dopo una risposta della giunta a un'interrogazione sul tema: si tergiversa ancora, dopo 24 anni passati senza riuscire a rendere il Trentino un territorio ufficialmente indenne da questa malattia
TRENTO. Non è soddisfatto il consigliere provinciale FIlippo Degasperi (Onda civica) della risposta alla sua interrogazione sulla rinotracheite infettiva, malattia contagiosa dei bovini, che ha importanti riflessi economici sulla zootecnia trentina.
"La Provincia - dice Degasperi - tenta, riscrivo tenta, di debellare dal 1997 volontariamente prima e dal 2007 in maniera obbligatoria questa malattia.
In totale 24 anni per non riuscire a sconfiggere questa malattia e di conseguenza a rendere il Trentino provincia ufficialmente indenne dalla rinotracheite infettiva dei bovini.
Il vicino Alto Adige é provincia ufficialmente indenne dall'anno 2000 e ha un numero di capi bovini dieci volte maggiore di quelli del Trentino.
Ma quanti sono i capi ancora infetti in Trentino? Una settantina di bovini distribuiti in quattro allevamenti".
Ma quali sono state le risposte alle varie interrogazioni che il consigliere Degasperi dal 2018 ha presentato per conoscere i progressi che si sarebbero dovuti compiere verso l'obiettivo di provincia ufficialmente indenne da rinotracheite infettiva dei bovini?
Dapprima, spiega il consigliere, la giunta ha fatto sapere che non era possibile individuare dei tempi per conseguire l'obiettivo preposto, stante l'impossibilità di intervenire sugli allevamenti positivi per eliminare coattivamente gli animali infetti.
In altre parole, non si è riusciti ad intervenire, perché non si sono riusciti a sensibilizzare gli allevatori che avevano capi positivi.
Successivamente, riferisce Degasperi, la Provincia ha spiegato che in attesa di adeguare il vecchio piano alle nuove norme europe, il ministero della salute invita l'amministrazione ad applicare le regole seguite finora.
Unica novità, e non da poco, è che la comunità europea vorrà una data certa per il conseguimento dell'obiettivo finale di provincia ufficialmente indenne da ibr.
A questo punto, insiste Degasperi, l'amministrazione provinciale non potrà più traccheggiare nel disporre strumenti per dare obiettivi da conseguire e non sarà stato sufficiente far passare la veterinaria dall'assessorato alla salute a quello della zootecnia.
Sul tema la Federazione provinciale allevatori a suo tempo aveva formalizzato l'adesione in toto al piano di eradicazione. Ora resterà da vedere quali nuovi passi potrebbe intraprendere.