Da Acli e Dao 4.600 euro per i migranti bloccati nel campo di Lipa, in Bosnia
La cifra raccolta stanziando 10 euro per ogni buono spesa emesso sarà ora devoluta all'Opera missionaria diocesana nell'ambito della campagna "Cambiamo rotta" che punta a sensibilizzare l'opinuione pubblica sul dramma che si consuma a poce centinaia di chilometri dal Trentino e a fornire mezzi di sostegno quotidiano per i profughi
TRENTO. Le Acli trentine e il gruppo Dao hanno contribuito con 4.600 euro a una campagna di assistenza rivolta ai migranti della rotta balcanica.
Il progetto, denominato "Cambiamo rotta", è promosso dalla Diocesi di Trento, con il sostegno di Ipsia/Acli e l'adesione del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza del Trentino Alto Adige, del Forum trentino per la pace e i diritti umani, del movimento dei focolari e dell'Osservatorio balcani e caucaso transeuropa.
Per sostenere la campagna, Acli e Dao hanno stanziato dieci euro per ogni buono spesa emesso, per un totale di 4.600 euro che andranno devoluti all'Opera missionaria diocesana.
La somma verrà impiegata nella gestione della lavanderia nel campo provvisorio di Lipa, in Bosnia.
"In un periodo storico in cui l'emergenza Covid ha preso il sopravvento, non vogliamo né possiamo dimenticarci delle molte altre emergenze umanitarie che purtroppo tutt'oggi sussistono, anche se con meno eco da parte dei media", ha detto Nicola Webber, direttore operativo di Dao.
“Cambiamo rotta!” è stata lanciata sei mesi fa da una retedi sei sigle locali: Diocesi, Ipsia (Acli), Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/Cci, Forum trentino per la pace, Cnca, Movimento dei focolari.
L’obiettivo – hanno spiegato i proponenti – è richiamare l’attenzione dei trentini su un dramma alle porte di casa, eppure nascosto ai più.
I migranti che sperano di arrivare in Europa sono bloccati ai confini della Ue, in campi spesso inadeguati, specie d'inverno.
"A soli 500 chilometri dalla nostra provincia, infatti, centinaia di migranti, soprattutto dal Medio-Oriente, tentano di approdare nel Vecchio Continente, ma ad attenderli trovano quasi sempre confini sbarrati.
E un destino da profughi nei campi di accoglienza, dove operano anche volontari trentini, coordinati da Ipsia.
La campagna di sensibilizzazione si pone l’obiettivo di suscitare maggiore consapevolezza su questa ferita aperta nel cuore dell’Europa, negli stessi territori insanguinati dalla guerra degli anni Novanta.
Nel concreto poi, la campagna punta a raccogliere fondi per sostenere l’attività di accoglienza in particolare nel campo profughi di Lipa, in Bosnia Erzegovina.
Con i finanziamenti si vorrebbe anzitutto realizzare una lavanderia, fondamentale per garantire un’igiene basilare e scongiurare la diffusione della scabbia".