Salvo lo sci, per ora regole invariate: saltata l’ipotesi del super green pass per gli impianti di risalita
Failoni esulta: “Per fortuna è andata così, grazie a Garavaglia abbiamo evitato il peggio”. Ma si dice preoccupato per la chiusura forzata di discoteche e locali da ballo fino al 31 gennaio
TRENTO. Lo sci, per il momento, è salvo. Tra le ipotesi che erano al vaglio del governo in queste ore c'era anche la possibilità di estendere il super green pass - ovvero il certificato verde in possesso di vaccinati e guariti dal Covid - anche a chi utilizza agli impianti di risalita sulle piste da sci. Per il Trentino sarebbe stato un colpo decisamente duro considerato che già con queste regole, in questi giorni, stanno piovendo le disdette.
«Sono soddisfatto che con il nuovo decreto non sia passata l'idea del super green pass sulle piste - dice l'assessore provinciale Roberto Failoni che ha seguito l'incontro Stato-regioni - . Fino all'altro giorno sembrava che questa ipotesi fosse la più accreditata, ma grazie all'intervento del ministro della Lega Massimo Garavaglia siamo rimasti alle vecchie regole. Sono invece preoccupa dello stop alle discoteche. Ora voglio capire meglio la situazione ma nel caso venisse confermato credo che il governo debba pensare a dei ristori».
I titolari di questi locali, infatti, erano ripartiti da poche settimane dopo una lunghissima chiusura e aspettavano queste feste recuperare un po' di mancati profitti. Una scelta, quella di chiudere discoteche e locali da ballo, anche piuttosto inaspettata considerato che nella bozza era previsto che chi volesse andare ad una festa in un locale o a ballare in discoteca dovesse aver fatto il booster o avere un tampone negativo se ancora in attesa della terza dose.
Tornando alla questione delle piste da sci l'assessore Failoni aggiunge: «I controlli che stanno effettuando stanno andando bene e nei prossimi giorni saranno aumentati per garantire la maggior sicurezza possibile. A preoccupare sono piuttosto le regole imposte da alcuni stati che potrebbero frenare l'arrivo di turisti stranieri».
Tira un sospiro di sollievo anche il mondo dello sport. Le mascherine divento obbligatorie all'aperto fino al 31 gennaio e quelle più protettive, le Ffp2, fino allo fine dello stato di emergenza (31 marzo) dovranno obbligatoriamente essere indossate per l'accesso a cinema, teatri, stadi, palazzetti e mezzi di trasporto, compresi bus e metrò: luoghi in cui, inoltre, sarà vietato il consumo di cibi e bevande. Il mondo dello sport trentino tira un sospiro di sollievo perché c'era il timore dell'introduzione del tampone obbligatorio, per chi non ha completato il ciclo vaccinale con la terza dose, anche per palazzetti e stadi.
«Prendiamo atto» dice Luigi Longhi, presidente di Aquila Basket «della obbligatorietà dell'uso delle mascherine Ffp2. Sarà un costo aggiuntivo per le persone, ma sarà sopportabile se la misura servirà a garantire ulteriore sicurezza nei palazzetti, già super controllati e sottoposti a limiti di capienza (al 60%) e distanziamento. Facciamo buon viso a cattivo gioco. Anche perché così si scongiura la scelta, che sarebbe stata perniciosa, dell'obbligo del tampone, anche per chi è già vaccinato, per vedere le partite».
«Obbligare al tampone per accedere allo stadio sarebbe una grande sciocchezza» dice Mauro Giacca, presidente dell'AC Trento 1921, pensando alla prossima partita in casa, al Briamasco, il 16 gennaio con il Südtirol «conta solo che tutti rispettino le disposizione dei responsabili della sanità e si vaccinino, senza seguire i Cacciari e gli Sgarbi di turno».