Lavoro irregolare, a Trento le quote più basse dopo la Lombardia
Il sommerso nel suo complesso rappresenta in Italia il 12,6% del valore aggiunto totale: le componenti più rilevanti sono state la rivalutazione della sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese (5,6%) e l'impiego di lavoro irregolare (4,8%)
TRENTO. Il peso del sommerso dovuto all'impiego di lavoro irregolare è particolarmente elevato in Calabria (9,2% del valore aggiunto) e Campania (8,1%), mentre le quote più contenute sono quelle osservate in Veneto (3,5%), Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento (3,6%).
Lo dicono i dati Istat del 2019, ultimo anno per cui sono disponibili le informazioni, con i quali si analizza l'economia non osservata (somma della componente sommersa e di quella illegale). Il sommerso nel suo complesso rappresenta in Italia il 12,6% del valore aggiunto totale: le componenti più rilevanti sono state la rivalutazione della sotto-dichiarazione dei risultati economici delle imprese (5,6%) e l'impiego di lavoro irregolare (4,8%).
La Calabria è la regione in cui il peso dell'economia non osservata è massimo, con il 20,2% del valore aggiunto complessivo; l'incidenza più bassa si registra invece nella Provincia di Bolzano (8,2%). Puglia (8,3%), Campania e Marche (entrambe 7,7%) presentano la quota più alta di rivalutazione del valore aggiunto sotto-dichiarato; le quote più basse si registrano invece a Bolzano (2,7%) e Trento (3,7%).