Rimborsi per le spese di viaggio e di missione: Ossanna e Guglielmi al top della classifica
Cia, Olivi, Rossato, Degasperi e Zanella nel 2021 non hanno chiesto nemmeno un euro. Dallapiccola ottiene rimborsi più altri dal consiglio regionale che da quello provinciale
TRENTO. La più giovane consigliera regionale del Trentino Alto Adige, la sudtirolese Jasmin Ladurner (Svp) a fine anno si è dimessa per aver chiesto il rimborso spese per quattro trasferte a Trento, che in realtà non avrebbe effettuato con la propria auto, ma trasportata da un altro consigliere regionale altoatesino.
Il caso era stato sollevato dalla Tageszeitung nei giorni scorsi e le dimissioni sono avvenute in accordo con il segretario della Svp, Philipp Achammer, come ha annunciato il partito stesso con un comunicato, in cui si definisce questo passo «inevitabile per un comportamento errato».
«Ladurner - aggiunge la nota Svp - merita rispetto per essersi assunta la responsabilità con le dimissioni tempestive». Il regolamento prevede che i consiglieri regionali che non hanno l'ordinaria residenza nella città dove ha sede il consiglio regionale possono chiedere il rimborso delle spese di viaggio per partecipare alle sedute del consiglio regionale, lo stesso vale per le sedute del consiglio provinciale.
I consiglieri provinciali trentini, esclusi i componenti della giunta provinciale che vengono rimborsati dalla Provincia e non dal Consiglio, possono chiedere il rimborso delle spese sostenute per i viaggi effettuati dal luogo di residenza a Trento anche per svolgere la loro attività presso il consiglio provinciale ed i gruppi consiliari.Il rimborso delle spese di viaggio è ammesso entro il limite di 6.000 chilometri per anno di legislatura.
Il rimborso spese per l'uso dell'automezzo è pari al 30% del costo per litro della benzina a chilometro, mentre per l'uso dei mezzi pubblici viene rimborsata l'intera spesa documentata. In sostanza i consiglieri provinciali/regionali possono chiedere il rimborso delle spese di viaggio sia al consiglio regionale che al consiglio provinciale, in relazione all'attività svolta nell'una o l'altra istituzione di cui fanno parte (partecipazione alle sedute dell'aula o delle commissioni, riunioni dei capigruppo o altro), visto che i consiglieri provinciali sono anche consiglieri regionali.
Possono inoltre chiedere rimborsi di spese di viaggio per missioni per mandato istituzionale, in questo caso vengono pagate anche le spese di pernottamento, pasti, parcheggi, taxi, voli e treni. Nei due anni di pandemia molte attività si sono svolte in videoconferenza e quindi i viaggi si sono ridotti, ma quest'anno sia le sedute del consiglio provinciale che regionale hanno comuque ripreso a svolgersi in presenza.
Tra i consiglieri, però, si notano grosse differenze tra chi decide di chiedere il rimborso e chi, pur abitando fuori Trento, come Claudio Cia (FdI) o Alessando Olivi (Pd) non lo fa. C'è poi chi, come Michele Dallapiccola (Patt), che vive a Civezzano, nei primi sei anni del 2021 ha chiesto ottenuto dal consiglio regionale rimborsi spese di viaggio per oltre 2.400 euro, mentre al consiglio provinciale ha chiesto in un anno 360 euro.
I rimborsi più alti sono stati chiesti dal noneso Lorenzo Ossanna (Patt) con un totale di quasi 7.800 euro nel 2021, senza contare i rimborsi regionali del secondo semestre, seguito dal fassano Luca Guglielmi (Fassa) con circa 6.800 euro. Per quanto riguarda la giunta, i rimborsi dell'anno, fino a settembre 2021, vedono in testa il presidente Maurizio Fugatti.
A Mattia Gottardi non risultano erogati rimborsi da inizio legislatura, mentre non sono ancora pubblicati sul sito i dati relativi al 2020 e 2021 per Roberto Failoni.