Resisterà la scuola trentina? Si teme un boom di contagi e sulle regole della quarantena c'è grande confusione
I numeri delle classi in quarantena continua inesorabilmente a salire: ieri 75, oggi si potrebbe arrivare a 100, ma c'è ancora spazio di manovra. Gli istituti chiedono semplificazione e uniformità delle prassi seguite per disporre il passaggio in dad degli studenti, qualora si accertino in classe dei casi positivi. Il dirigente provinciale Roberto Ceccato: non sappiamo ancora se stiamo raggiungendo il picco
TRENTINO Due giorni di vaccinazioni non-stop e cinque centri hub in più
TRENTO. Nonostante tutto, la scuola resiste. I numeri delle classi quarantenate continua inesorabilmente a salire, ma c'è ancora spazio di manovra. Oggi il balzo le classi in quarantena sono passate da 49 a 70 in 24 ore.
«Erano 25 martedì, 49 mercoledì, e un'ottantina giovedì - spiega Roberto Ceccato, dirigente provinciale generale del dipartimento Istruzione - e non sappiamo ancora se stiamo raggiungendo il picco o se si proseguirà con l'espandersi dei contagi, ma lo scorso anno scolastico siamo rimasti in presenza anche quando c'erano 250 classi in quarantena, e la situazione era accettabile perché comunque si trattava di un 7 - 8 % degli studenti totali.
Anche se nei prossimi giorni si arrivasse ad un 10 % dei 70.000 studenti trentini in quarantena, comunque la didattica viene garantita al restante 90 %».
Per ora siamo ancora lontani da quei dati: ieri i ragazzi contagiati erano 4mila, ma nelle ultime ore se ne sono aggiunti altri 400, e 500 insegnanti: «Un dato importante - riprende il dirigente - ma il sistema scuola tiene, va avanti, in attesa di conoscere cosa accadrà nel fine settimana. Certo, esistono situazioni più critiche magari in certi istituti più in difficoltà, però bisogna fare il possibile per mantenere la didattica in presenza il più possibile». Tra i problemi in essere, c'è anche quello delle assenze degli insegnanti.
«Il numero degli studenti contagiati si sta impennando - ammette il presidente dei dirigenti scolastici Paolo Pendenza - così come il numero delle classi quarantenate, ma questo non mette assolutamente in discussione il sistema scuola: quello che accade è che i ragazzi stanno a casa una settimana o due, e poi si riprende. Anche se il rientro dei ragazzi segue modalità diverse, si valuta classe per classe: se ci sono quasi tutti, si torna in presenza, se invece sono pochi, si resta in dad».
«Una cosa però abbiamo chiesto alla Provincia - riprende Pendenza - e cioè che ci siano regole chiare e semplici perché questo ci aiuta a fare il nostro lavoro: il personale scolastico che si occupa di queste cose è già gravato dalle incombenze, senza contare che è sottodimensionato, a volte anche per effetto dello stesso Covid».
Resta aperto il discorso della normativa che fa scattare o meno la quarantena della classe.
Se infatti a livello nazionale la Dad scatta solamente con tre studenti positivi (e in caso di un positivo si prevede autosorveglianza e uso della mascherina ffp2; con due positivi se vaccinati si va in presenza, se non vaccinati si va in quarantena di 10 giorni), le norme applicate in Trentino seguono altre strade e prendono in esame l'età degli studenti e "bastano" due casi covid positivi correlati entro 5 giorni per far scattare la quarantena.
Che a sua volta ha una durata diversa se il ragazzo ha completato il ciclo vaccinale (7 giorni), non lo ha completato ma fa un test di controllo (10 giorni), non è vaccinato e non fa test (14 giorni). Nei prossimi giorni la giunta deciderà dunque se e come conformarsi alla direttiva nazionale.
Altro problema è che dalla Centrale Covid e dalla scuola arrivano indicazioni diverse anche per quanto riguarda ciò che devono fare gli studenti che hanno avuto un contatto con il compagno di classe positivo.
In pratica la centrale Covid prevederebbe quarantene e tamponi anche laddove non sono previste (ad esempio chi ha fatto terza dose o o ha ricevuto la seconda dose da meno di 120 giorni).
Ieri sera dall'assessorato all'istruzione è partita una circolare interna per fare chiarezza sul tema che si trovano davanti a regole poco chiare e codificate.
Che la dad non sia comunque il male assoluto, è un dato di fatto.
«Nel nostro istituto - spiega Stefano Kirchner, dirigente del Liceo Rosmini di Trento - permettevamo agli studenti di fermarsi al termine delle lezioni per mangiare un panino portato da casa perché le mense sono chiuse, ma da quando è freddo e non si può più stare in cortile, mandiamo gli studenti a casa e la lezione del pomeriggio, una volta in settimana, la facciamo in dad».
Sull'aumento dei contagi nelle scuole è intervenuto oggi il presidente Fugatti.
Nella conferenza stampa, attenzione anche alle scuole, che il Trentino ha deciso di riaprire dopo le vacanze natalizie tenendo però sotto osservazione l’evoluzione pandemica. “Alla scuola in presenza teniamo molto - così Fugatti - e ogni giorno monitoriamo il numero delle classi che hanno i numeri per entrare in didattica a distanza”.
Al momento è prematuro dire se ci sono le condizioni per una modifica dell’attuale protocollo applicato in Trentino, rispetto al protocollo nazionale. “Riteniamo poco utile una Dad differenziata per i non vaccinati, magari solo per alcuni giorni, se poi in breve i contagi salgono in modo tale da richiedere la Dad per tutta la classe - spiega Fugatti -. Per questo stiamo monitorando il livello di contagio nelle classi, in particolare in relazione alla presenza di 2, 3 o più casi. Sono valutazioni in corso, vedremo in base ai dati”.
Riguardo ai numeri, il dirigente del Dipartimento Istruzione Roberto Ceccato ha parlato di “un dato aggiornato di oggi di oltre 400 contagi per gli studenti, che conferma il trend di questa settimana con circa 2.500 casi totali, in più rispetto ai 2.000 della settimana scorsa”.
Le classi in quarantena passano da 49 a 70 e se ne attendono altre 25 domani. Il personale insegnante vede circa 500 insegnanti positivi. “Anche in questo caso - conclude - vedremo se è un picco che si sta raggiungendo oppure se avremo un’ulteriore crescita”.