Consiglio provinciale: battaglia sulla "semplificazione" per installare antenne e tralicci, la giunta spinge, le opposizioni preoccupate
L’assessore Spinelli propone un disegno di legge per «adeguarsi alle norme nazionali», ma da Degasperi, Olivi e Manica forti dubbi. Ad esempio su chi deve eseguire i controlli sulla concentrazione di radiazioni al altissima frequenza
TRENTO. In Consiglio provinciale approda una proposta di legge spinosa, ed è subito battaglia fra giunta e minoranze. Il nodo è il disegno di legge 114 sulla semplificazione delle procedure per installazione impianti di telecomunicazione e radiodiffusione, alla quale sono seguiti l’intervento dell’assessore Spinelli e quelli di Degasperi, Manica e Olivi in discussione generale. L’assessore Spinelli ha chiesto una nuova sospensione di mezz’ora che allo scadere è stata ratificata dal Presidente del Consiglio provinciale che ha terminato la seduta di ieri e aggiornato il Consiglio a questa mattina.
L’assessore Achille Spinelli ha chiarito che il ddl vuole mettere la Pat in grado di rispondere alla rapida evoluzione tecnologica in corso, senza tuttavia rinunciare a tutelare la salute, il paesaggio, il patrimonio storico-culturale e le esigenze legate alla pianficazione urbanistica del territorio. Le norme – dice la giunta – prevedono misure di semplificazione, con l’introduzione dell’autorizzazione unica per detti interventi e, nell’ottica dell’infrastrutturazione necessaria, l’istituzione di un Tavolo di coordinamento tra Pat, gestori delle reti e soggetti interessati, quale strumento per risolvere le questioni d’interesse e per rispondere a strategie specifiche sulla localizzazione degli impianti e sulla tutela del paesaggio. L’assessore ha infine comunicato che è stato trovato l’accordo su alcuni emendamenti, in particolare due di Manica e Olivi finalizzati al miglioramento dell’impianto del ddl.
Filippo Degasperi (Onda Civica) ha esordito dicendo che il ddl non presenterebbe particolari motivi di frizione, ponendosi in scia con le scelte di regolamentazione introdotte a livello nazionale. Purtroppo però si è trovato all’interno di un ordine del giorno che prevedeva altri punti di discussione, come il testo unificato di due ddl di Degasperi e Ferrari sulla scuola, per il quale ha sollevato alcune argomentazioni sul metodo e sul merito, per chiarire il perché dell’ostruzionismo sul presente argomento, che ne fa indirettamente le spese.
Su quel disegno di legge – ha detto – c’è stato un percorso di metodo scorretto, con attese, suggerimenti, limature su proposta dell’assessore, e poi la liquidazione senza il minimo confronto: una modalità non rispettosa del lavoro dei consiglieri. Nonostante questo, l’iter è proseguito apprezzato da tutti i soggetti ascoltati nelle audizioni, che lo hanno ritenuto migliorativo della situazione esistente (tranne i dirigenti che vedevano limitati i propri poteri).
«Una pagina non brillante di questa legislatura e questa la ragione per aver depositato gli ordini del giorno al presente ddl, alcuni dei quali di merito. L’ostruzionismo serve a chiedere un supplemento di riflessione sul ddl sulla scuola».
Dopo questa approfondita premessa Degasperi è entrato nel merito del ddl 114, richiamando la vicenda delle emissioni elettromagnetiche di un traliccio e ripetitori nel Comune di Cles, già oggetto di una sua interrogazione e chiedendosi se attraverso questo intervento legislativo si potranno prevenire questi rischi. Ha poi rilevato alcune interessanti osservazioni venute dagli auditi, come quella dell’Azienda sanitaria rispetto a chi dovrebbe essere incaricato ad effettuare le misurazioni, e la richiesta che la valutazione sia fatta su dati forniti da terzi.
Oppure le associazioni degli impiantisti che osservano che il tavolo ha una composizione troppo ampia: meglio spiegare a questi soggetti che ci sono anche le ragioni dei cittadini e della salute. O un rappresentante sindacale che chiede una posizione forte da parte della Pat con controlli sugli impianti, non solo documentali a carico dei cittadini: solo alcuni esempi per chiarire che servono rassicurazioni da parte della Provincia su questo tipo di infrastrutture e sui possibili rischi da campo elettromagnetico di cui potremmo essere presto vittime.
Degasperi ha infine citato alcune autorevoli fonti che evidenziano i pericoli dell’inquinamento elettrico ed elettromagnetico di queste nuove tecnologie, con l’aumento dell’elettrosmog ad alta frequenza (che produce gravi alterazioni riproduttive e metaboliche): non esistono evidenze epidemiologiche, ma esistono evidenze scientifiche che dimostrano l’alterazione dell’espressione genica, la proliferazione delle cellule, la funzionalità dei sistemi neuromuscolari, mutazioni cromosomiche ecc. I bambini e le donne in gravidanza, organismi in via di sviluppo, sarebbero i più esposti agli effetti nocivi dell’elettrosmog, che sarebbe uno dei 14 rischi emergenti per la salute e l’ambiente. Queste affermazioni si possono anche contestare, tuttavia quello che stiamo facendo oggi, allineandoci a prescrizioni che arrivano dallo Stato è scorretto nei confronti dei cittadini che dovremmo tutelare.
Un ddl molto procedimentale e apparentemente non preoccupante, lo ha definito Alessio Manica (PD), ma sul quale si innestano elementi che ruotano attorno al rapporto tra gli strumenti di telecomunicazione e la salute dei cittadini. Il dibattito in Commissione è stato utile per cercare di fare luce su una materia estremamente tecnica ed entrare nel merito di come si governano le autorizzazioni e si dispongono i controlli e di come si distribuiscono i ripetitori nel loro rapporto con il territorio. Si è chiarito, ad esempio, che il rischio dell’accorpamento dei tralicci è quello dell’aumento dell’intensità e della concentrazione delle emissioni su alcuni impianti e su alcune zone.
Si è chiarita anche la mole di interessi economici attorno a questi servizi e a quelli che stanno arrivando. Manica ha detto di aver posto alcune riflessioni, affrontate con alcuni emendamenti, da quelle più critiche sui temi della salute ed ambientali, a quelle sul ruolo degli enti locali dove sorgeranno i tralicci e le infrastrutture e che saranno chiamati a dare risposte ai cittadini. Il Tavolo di coordinamento rappresenta un tentativo di governare questi temi: Manica l’ha definito uno strumento che potrebbe evitare conflitti e scontri, oltre che trovare un punto di sintesi delle problematicità che emergeranno e velocizzare l’infrastrutturazione che si renderà necessaria. Nella sostanza, il consigliere del PD ha espresso un giudizio positivo su una norma che ha definito “utile”, sulla quale occorre tuttavia mantenere alta l’attenzione per le delicate implicazioni che sottende.
Olivi: una materia che va maneggiata con cura, alla ricerca dell’equilibrio tra evoluzione tecnologica, salute ed ambiente, ha definito Alessandro Olivi (PD) quella trattata dal ddl 114, alla ricerca di un equilibrio fra evoluzione tecnologica e tutela della salute e dell’ambiente. Una materia che va a suo avviso costantemente approfondita e monitorata, anche attraverso un dialogo con i diversi attori e con il territorio.
Olivi ha anticipato un emendamento che va nella direzione della riduzione del numero delle infrastrutture per salvaguardare siti di maggiore pregio paesaggistico, ambientale o turistico, attraverso il confronto con i gestori e con il territorio, anche razionalizzando e rottamando gli impianti esistenti, senza pregiudizio per i risultati della diffusione.