Politica / Quirinale

Andrea de Bertoldi: “Presidente della Repubblica, ora tocca a noi la scelta”

Il senatore di Fratelli d’Italia: “Mario Draghi sarebbe il candidato più forte, sostenuto dai mondi finanziari internazionali. Ma la sua elezione al Quirinale aprirebbe molti timori sulla fine anticipata della legislatura”

di Paolo Micheletto

Senatore Andrea de Bertoldi, l'intesa su un nome condiviso per la presidenza della Repubblica sembra piuttosto lontana.
Vedo tanta paura in giro. Paura di andare alle elezioni anticipate: tutti le temono, perché ci saranno molti meno posti nel nuovo Parlamento. Nessuno vuole le elezioni anticipate, tranne Fratelli d'Italia: i sondaggi dicono che andremo oltre il raddoppio degli eletti, passando da 50 a 110-130. (Andrea de Bertoldi, 55 anni, è il senatore del collegio che comprende Trento, la Rotaliana e le Valli del Noce. Appartenente a Fratelli d'Italia, è da sempre molto vicino ad Adolfo Urso, attuale presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Commercialista di professione, è al suo primo mandato elettorale).
La paura per le elezioni come può condizionare la corsa al colle?
Mario Draghi sarebbe il candidato più forte, sostenuto dai mondi finanziari internazionali. Ma la sua elezione al Quirinale aprirebbe molti timori sulla fine anticipata della legislatura.
Senza Draghi non sarebbe possibile un altro governo?
Servirebbe un forte patto di legislatura. Non impossibile, ma più difficile, senza di lui. Ricordiamoci poi che a settembre maturerà il diritto al vitalizio: un motivo in più, per chi ha paura di andare a casa, per proseguire con l'attuale governo.
Quanti del Pd e di Fratelli d'Italia se la sentiranno di votare per il cambio dell'esecutivo?
E Fratelli d'Italia che fa?
Siamo la forza politica più coerente di tutti. Nel 2018 ci siamo presentati assieme a una coalizione ben definita e al teatro Adriano abbiamo firmato il patto in base al quale non avremmo mai governato con forze esterne alla nostra coalizione. Una promessa che abbiamo mantenuto durante tutta la legislatura: siamo stati i soli a farlo.
Il nome della coalizione di centrodestra fino a ieri era quello di Berlusconi.
E infatti siamo stati leali su Berlusconi fino a quando ha ritirato la sua candidatura.
Ora cercate un nome condiviso?
La coalizione ha tutto il diritto di proporre il nome di un candidato alla presidenza della Repubblica. Un nome proposto dalla coalizione: il centrosinistra l'ha fatto nel recente passato, non capisco perché non lo possa fare il centrodestra. Quando il centrosinistra ha proposto Giorgio Napolitano o Romano Prodi - anche se in questo caso sappiamo come è andata a finire - nessuno ha sollevato obiezioni.
Ma la fase emergenziale richiede un nome autorevole e più condiviso possibile.
Se emerge una candidatura che piace a tutti, benissimo. Un nome super partes, una personalità che dia la massima garanzia di patriottismo: se si arriva a una soluzione di questo tipo non saremo certo contrari. Ma di sicuro non condividiamo, per la presidenza della Repubblica, il metodo che ha portato al governo dei migliori.
Anche perché per voi non sono certo i migliori, quelli al governo.
Questo è il governo della disfatta del green pass, delle poche risorse alla medicina territoriale e della vigile attesa nella propria abitazione per combattere il Covid. Il Regno Unito e la Germania hanno condizioni migliori anche senza aver adottato le restrizioni che abbiamo avuto noi. E ci sono state molte meno contrapposizioni. Noi vogliamo un presidente della Repubblica vicino al popolo, che provenga dalla politica e che difenda la Costituzione, tante volte violata da quando è scoppiato il Covid. Mi lasci dire una cosa alla sinistra delle quote rosa.
Dica.
Quando le donne hanno incarichi di responsabilità, e potrei citare gli esempi di Margaret Thatcher, Christine Lagarde, Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni, lo fanno solo grazie al merito e non grazie alle quota rosa. E sono di tutte di centrodestra.Infatti è il momento di una donna al Quirinale.
Benissimo le candidature di Marta Cartabia e di Maria Elisabetta Casellati. Sarebbero presidenti all'altezza, in un ambito di centrodestra.
Cartabia di centrodestra? Mi risulta che provenga da Comunione e Liberazione. Non voglio mettere etichette, ma l'appartenenza sembra essere motivo di orgoglio solo per il centrosinistra. Chi è di centrodestra si deve nascondere: non è giusto.Torniamo in Trentino.
Fratelli d'Italia entrerà in giunta provinciale?
Per noi le poltrone sono funzionali solo a rappresentare al meglio i cittadini. L'anno prossimo si andrà al voto: non chiediamo posti di governo ma di discutere da una posizione di primo piano nell'elaborazione del programma di legislatura, alla ricerca di una convergenza con le altre forze della coalizione. Se poi il presidente Fugatti ci chiederà di entrare in giunta provinciale non ci tireremo indietro. Ma sempre con l'obiettivo di migliorare la rappresentanza dei trentini.
Fugatti sarà il candidato naturale nel 2023?
Se lo vorrà, il candidato sarà lui. 

comments powered by Disqus