Martina Loss boccia il Mattarella bis: “Il primo che non ci pensa è proprio lui”
La deputata del Carroccio non rimpiangerà il Capo di Stato uscente: “Alcune sue scelte non sono state super partes”
Una pausa di riflessione. Poi la risposta, in una tiepida mattinata romana: «Un Mattarella bis? Non penso proprio. Da tempo poi è il diretto interessato stesso a far presente che non ha nessuna intenzione di restare al Quirinale. Per il resto vedremo cosa succederà”. Martina Loss, deputata trentina leghista, è già proiettata al 24 gennaio, giorno in cui il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il Parlamento in seduta comune per dare l’avvio alle operazioni di voto. Onorevole, che presidente è stato Mattarella?
Volendo commentare il suo mandato, dobbiamo intanto ricordare che parliamo di un Capo dello Stato espresso dal centrosinistra. Ha dimostrato di avere capacità e sensibilità, ma la politica va oltre a questo e diverse sue scelte non sono state super partes.
Faccia qualche nome per il Colle, ne avrà pure in mente.
Certo che li ho, ma le mie valutazioni le farò all’interno della Lega. Sul profilo giusto su cui puntare sarà il partito a dare l’indicazione finale.
Una delle candidature che fa più discutere è quella di Berlusconi. Non sarebbe un passo indietro per il Paese se al Quirinale andasse lui?
A questa domanda rispondo in modo semplice e secco: no, non sarebbe un passo indietro. Prenderemo una decisione in tempi rapidi.
Per il post Mattarella vedrebbe bene un “politico navigato”, per esempio Pier Ferdinando Casini o Giuliano Amato?
Per me il nostro Paese ha bisogno di una figura che sappia portarlo nel futuro. Non rischia il centrodestra di spaccarsi a causa di discordanze nell’individuazione di un candidato condiviso?
Il nostro leader Matteo Salvini è al lavoro da settimane proprio perché, come ha dichiarato lui stesso, ci sia un centrodestra unito che allarghi senza mettere veti nei confronti di nessuno e senza fare forzature. La sommatoria dei voti del nostro schieramento è in grado di esprimere, ci tengo a precisarlo, un nome autorevole. Le piacerebbe una donna al Quirinale?
La scelta di eleggere una donna in una posizione apicale delle istituzioni dovrebbe essere tanto naturale da non dover diventare nemmeno un “caso” di discussione. Andrebbe sempre valorizzato il criterio del merito e della competenza, al di là di quello legato al genere. Io e miei colleghi ci siamo sempre battuti per questo e continueremo a farlo. Tra le donne ci sono parecchi profili di alto spessore.
Servirà molto tempo per eleggere il Presidente oppure no? E quanto il fattore Covid condizionerà il voto?
È difficile fare delle previsioni. Per quanto riguarda il Coronavirus, le misure necessarie per poter votare in sicurezza chiederanno sicuramente dei tempi un più lunghi dell’ordinario.
Una volta archiviata la pratica Quirinale, ci saranno le elezioni?
L’Italia ha bisogno di un esecutivo che prosegua con le riforme e le azioni necessarie per l’utilizzo dei fondi del Pnrr. Detto questo, rimettere il mandato nelle mani dei cittadini per la loro scelta è sempre il supremo atto di democrazia che si possa fare.
Che emozione si prova a vivere da protagonista l'elezione di un Presidente della Repubblica?
Ne sono onorata. Questo è un voto di fondamentale importanza che non deciderà solo chi svolgerà quelle funzioni, ma inciderà profondamente sull’identità che l’Italia avrà non solo oggi, ma pure nel futuro. Non possiamo sbagliare. Discriminazione di genere: esiste ancora in Italia?
Sono tentata di rispondere di no, tuttavia dipende dal tipo di discriminazione su cui si vuole ragionare. Una forma di discriminazione è per me anche che in un Paese dove la maggioranza delle Regioni ha chiesto di poter avere più autonomia, come previsto dalla Costituzione, questa per ora non venga loro ancora concessa. Siamo stati capaci nei millenni di portare avanti e far evolvere il principio e le istituzioni della democrazia, ritengo che oggi si possa lavorare per togliere il concetto stesso di discriminazione, inclusa quella di genere.