Mauro Leveghi grande elettore nel 1999: «No a Berlusconi, bene Draghi»
Il 13 maggio 1999, quando Carlo Azeglio Ciampi venne eletto presidente della Repubblica, a Roma rappresentava il Trentino Alto Adige assieme a Siegfried Messner (Svp) e a Giacomo Santini (Forza Italia) - (Intervista uscita il 18 gennaio)
Mauro Leveghi, presidente del Trento Film Festival, è stato un grande elettore. Il 13 maggio 1999, quando Carlo Azeglio Ciampi venne eletto presidente della Repubblica, a Roma rappresentava il Trentino Alto Adige assieme a Siegfried Messner (Svp) e a Giacomo Santini (Forza Italia). Leveghi, che allora guidava il Consiglio regionale, partecipò all'unica votazione: Ciampi, infatti, fu eletto in una sola tornata, votato da 707 grandi elettori su 1010.
Cosa ricorda dei giorni che portarono all'elezione di Ciampi?
Prima di tutto una curiosità. Ricordo che portai a Roma una grande valigia. Sa, i tempi romani... c'era la possibilità di dover restare diversi giorni nella capitale. Chiesi a mia moglie di venire con me, partimmo il giorno prima della votazione iniziale.
Ma non sapeva già che Ciampi sarebbe stato eletto subito?
No, tutt'altro. C'era un clima di grande incertezza e me lo confermò anche Enrico Boselli, che avevo contattato in quei giorni. Il nome più forte sembrava quello di Rosa Russo Iervolino.
E poi cosa successe?
Successe che nel pomeriggio del 12 maggio si trovò l'accordo sul nome di Carlo Azeglio Ciampi. La proposta fu di Walter Veltroni e dell'allora presidente del Consiglio Massimo D'Alema: il centrodestra diede il via libera.
Lei ha votato Ciampi, quindi?
Certo. In maniera convinta.
Ha avuto modo di incontrare il presidente Ciampi, negli anni successivi?
L'ho incontrato alla Campana dei caduti di Rovereto e poi agli appuntamenti con i presidenti delle assemblee legislative. Ciampi è stato un ottimo presidente della Repubblica, sempre attento alla difesa dei valori costituzionali. Un vero partigiano della Costituzione.
Cosa pensa di Berlusconi candidato per il Colle?
Non credo che Berlusconi potrà fare il presidente della Repubblica. Non tanto perché è un uomo di parte: tutti lo sono, ma poi diventano super partes a difesa della Costituzione una volta eletti presidenti della Repubblica. Il problema di Berlusconi è che non può essere proposto per rappresentare il Paese. Siamo come dopo la seconda guerra mondiale.
In che senso?
La pandemia ha cambiato il mondo. Per la ripartenza c'è bisogno della massima unità possibile: per fare l'arbitro del Parlamento c'è bisogno di una persona con la massima autorevolezza possibile.
Quindi o il bis di Mattarella o Draghi?
Mattarella sarebbe perfetto, ma lui stesso ha negato l'ipotesi della conferma. Bene Draghi, certo, oppure una donna. L'importante sarà individuare un presidente autorevole, soprattutto in un questo momento difficile, in cui il capo dello Stato non si limita a fare rappresentanza, ma svolge un lavoro di supplenza rispetto alla debolezza della politica.
La politica è debole?
Ormai tutto si gioca sui leader...La mia generazione e soprattutto quella precedente hanno fatto politica attraverso i partiti, che erano organizzazioni importanti e che puntavano sulla formazione. Se oggi Draghi è al governo è perché la tecnica rimedia alla carenza del personale politico.
Che giudizio dà del governo leghista in Provincia?
Vedo una Provincia legata alle risorse che rimangono e non ai valori dell'autonomia. E il centrosinistra non sta creando una valida alternativa.
Il centrosinistra dovrebbe iniziare a pensare alle elezioni del 2023?
Preoccupa pensare che tra due anni ci saranno le elezioni e che il centrosinistra non ha ancora iniziato a pensare a un progetto che abbia un orizzonte più alto. A Trento c'è stata la candidatura del sindaco Ianeselli, che dobbiamo ringraziare.
Finirà che andranno a chiedere al sindaco di riproporre il "modello Ianeselli" anche in Provincia.
Ma per rispetto degli elettori del Comune di Trento non si potrà candidare.