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Uiltec a Dolomiti Energia: «Di fronte agli enormi rincari va offerto uno sconto in bolletta»

Il sindacato fa appello alla società controllata da enti pubblici affinché si sforzi per alleviare l'impatto su utenze domestiche e aziendali: «Si può fare di più, molto di più. Si potrebbe vendere l'energia a prezzo di costo per un periodo limitato»

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ALLEVATORI «Notevole aumento dei costi, piccole realtà a rischio chiusura»

TRENTO. «Si può fare di più, molto di più».

Giuseppe Di Chiara, segretario regionale della Uiltec settore elettrico, gas, acqua e ambiente, è convinto che di fronte al problema degli enormi rincari registrati negli ultimi mesi il Trentino potrebbe sfruttare la condizione peculiare di avere una società, la Dolomiti Energia, controllata dalla Provincia e dai Comuni di Trento e Rovereto, potrebbe intervenire direttamente sia nei confronti dell'utenza domestica che delle aziende abbattendo i costi.

Agire insomma direttamente sull'offerta, rinunciando agli utili e offrendo in questo momento drammatico un'offerta commerciale mediante il mercato libero con abbattimento dei costi.

«Invece che vendere a prezzo di mercato DE potrebbe vendere a prezzo di costo per un periodo limitato» sostiene Di Chiara.

La proposta del sindacato arriva all'indomani del decreto del governo che ha stanziato altri soldi a favore delle piccole e medie imprese, con particolare attenzione alle imprese energivore. Intervento salutato con favore dal mercato, ma la Uiltec, ribadendo richieste già avanzate a livello politico in consiglio provinciale, ad esempio dalla consigliera del Patt Paola Demagri, insiste sull'opportunità di introdurre offerte commerciali territoriali che possano aiutare aziende e famiglie.

«Mediante la stessa azienda che l'ente pubblico ha creato si farebbero gli interessi dei cittadini e anche dei lavoratori e si potrebbero offrire sconti anche su altre componenti di costo» ribadisce Di Chiara.

Convinto che la stessa Dolomiti Energia potrebbe averne dei benefici, convincendo magari a rientrare clienti che avevano scelto di affidarsi ad altre compagnie. «Inoltre - aggiunge il sindacalista - sarebbe un gran colpo dal punto di vista dell'immagine e la società si porrebbe veramente come punto di riferimento in Trentino».

In realtà le uniche proposte avanzate ai clienti nelle ultime settimane sono rivolte a chi ha un contratto sul mercato libero, a cui unilateralmente si propone una modifica dal prossimo primo aprile per agganciarsi al prezzo di borsa nazionale Pun fino alla fine del 2023 sfruttando l'auspicato calo dei costi a partire da metà anno. «Offerta con effetti comunque temo limitati» commenta Di Chiara, che ricorda il precedente di qualche anno fa di un'offerta fatta ai dipendenti con prezzo fissato che poi col tempo era diventato più alto rispetto a quello di maggior tutela.

Quanto alla Provincia ieri il governatore Maurizio Fugatti, commentando quanto deciso a livello nazionale con lo stanziamento di altri 1,7 miliardi per aiutare le imprese, ha invitato ad attendere la pubblicazione del decreto governativo per capire quali spazi di azione rimangano a livello locale per eventualmente integrare le misure. «Quello dell'aumento dei costi dell'energia è un tema dirimente - ha detto il presidente della giunta provinciale - come abbiamo visto l'altro giorno a proposito degli effetti nel mondo agricolo. Dobbiamo capire quali strumenti siano applicabili alla nostra realtà, con quale compatibilità normativa. Visto che come noto non si possono dare semplicemente contributi a fondo perduto».

Una delle ipotesi avanzate è quella agire nei confronti delle aziende che per effetto del caro energia si trovino a corto di liquidità garantendo loro l'abbattimento dei costi finanziari per il recupero di crediti sul mercato bancario. Ipotesi da valutare e che però, stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dall'assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli, sarà più facilmente attuabile dopo l'assestamento di bilancio di giugno.

Quando però per qualche azienda rischierà di essere tardi.

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