Bonus alimenti: scovati 100 “furbetti” in Trentino: dalla doppia domanda a chi ometteva di denunciare redditi
L’indagine della Finanza è partita da Riva del Garda ma si è estesa a tutta la Provincia: le frodi facilitate dalla possibilità di fare domanda in via telematica alla Provincia
LA APP Stop agli sprechi
TRENTO. C'è il caso della famiglia che ha presentato richiesta per due volte con nominativi differenti, e c'è chi ha volutamente omesso di percepire altri sussidi pubblici. Per ottenere il "bonus alimentare 2020", attivato dalla Provincia di Trento per aiutare concretamente i nuclei familiari in difficoltà economica per l'emergenza Covid-19, bastava inviare la domanda per via telematica.
Ma i "furbetti" scoperti dalla Guardia di finanza, oltre 100, non hanno considerato che se per la richiesta di contributo basta un clic, anche agli investigatori è sufficiente un clic (seguito da altri approfondimenti) per verificare se le dichiarazioni corrispondono alla situazione reale.
L'indagine è partita dalla Tenenza di Riva del Garda e, dall'Alto Garda, dove si sono concentrate le verifiche, ha toccato l'intera provincia. Il fine degli approfondimenti delle Fiamme Gialle è la tutela della spesa pubblica, settore in cui si sono intensificate le verifiche nel corso dell'emergenza sanitaria, attraverso attività di contrasto delle indebite percezioni di "prestazioni sociali agevolate".
I finanzieri rivani hanno vagliato oltre duemila posizioni fra soggetti e nuclei che hanno richiesto il "bonus alimentare" per il 2020 e rilevato 103 posizioni con "alert di rischio elevato", ossia che manifestavano incongruenze da un confronto fra banche dati.
«L'approfondimento delle domande presentate per ottenere il bonus alimentare - spiegano le Fiamme gialle - ha permesso di scoprire 102 posizioni irregolari, pari al 99% dei controlli eseguiti, e contestare contributi indebitamente percepiti per 53 mila euro, oltre alle sanzioni amministrative, che vanno da uno a tre volte gli importi illecitamente incassati»
.I soggetti che hanno ottenuto irregolarmente il contributo sono stati segnalati alla Provincia di Trento, quale ente erogatore, per il recupero delle somme indebitamente percepite. In una classifica delle dichiarazioni illecite, il primo posto spetta all'omessa indicazione dei reali redditi percepiti, seguita dalla dichiarazione di una disponibilità finanziaria minore di quella reale (sui conti correnti sono state trovate somme superiori ai limiti previsti per poter inoltrare domanda di contributo).
Non manca il fenomeno della "moltiplicazione delle domande", presentate da più componenti di uno stesso nucleo familiare per ottenere il doppio o il triplo dei benefici. «L'operazione condotta dalle Fiamme Gialle trentine - viene evidenziato in un comunicato del Comando provinciale - costituisce un'ulteriore testimonianza del costante presidio esercitato dal Corpo volto, a maggior ragione nella delicata emergenza pandemica che stiamo vivendo, alla tutela della collettività, in modo che le importanti misure di sostegno economiche, messe in campo dallo Stato e dagli Enti Locali nel periodo di emergenza, possano essere ottenute da coloro che realmente ne abbiano il diritto e la necessità».