Portela, la disillusione di residenti e commercianti: «Il presidio di polizia non basta»
La presenza degli agenti è vista come un apportom positivo ma non risolutivo: «Gli spacciatori di droga si spostano in continuazione e i traffici proseguono»
TRENTO. Da martedì scorso Piazza della Portela è presidiata dagli agenti della Polizia municipale di Trento, un segno concreto dell'attenzione delle istituzioni verso una delle aree più problematiche della città. Ma non c'è aria di festa, né da parte di chi è stato mandato a presidiare il territorio, né da chi è stanco ed esasperato: manca la fiducia che qualcosa cambi davvero.C'è chi addirittura alza lo sguardo stanco e poi ammette: «Basta, non dico più nulla, tanto non serve a niente».
Ed un altro negoziante della zona spiega: «Siamo esasperati. Va bene, per oggi non si spaccia più sotto quel portico lì, ma lo fanno dall'altra parte della strada. Ci chiedono di documentare quello che vediamo, ma chi ha il coraggio di andare in mezzo a persone anche violente e mettersi a fare fotografie? Per quel che mi riguarda, a questo punto preferisco tenere un basso profilo, perché se poi mi rompono una vetrina, chi me la paga?».
E c'è anche chi, dopo aver chiesto a degli spacciatori di andare via, ha ricevuto minacce e il "consiglio" di restare al sicuro dentro al propri negozio e di non impicciarsi.
Alessio Tovazzi, del supermercato che si affaccia su via Torre Vanga, apprezza gli sforzi in atto: «Sono contento - spiega - che ci sia questa presenza della forza pubblica. Purtroppo però, si va avanti lo stesso con i commerci di droga, un paio di angoli più in là, oppure appena gli agenti si spostano. I muri del nostro supermercato sono stati ripetutamente imbrattati, noi teniamo puliti i passaggi e le scalette qui dietro per evitare che gli anziani si facciano male, ma troviamo di tutto, immondizie, siringhe, cartacce. É veramente frustrante. Alcuni mesi fa si erano fermati dei turisti ed erano andati a cercare moneta per il parchimetro, ma dopo una rapida occhiata intorno, sono subito andati via perché la zona non era sicura. C'è un parcheggio davanti a Torre Vanga che è sempre vuoto perché se lasci lì la bici o la moto la trovi distrutta».
«Anche ieri - racconta un passante - c'era chi lanciava bottiglie . C'è il parcheggio delle Acli, ma le colleghe hanno paura la sera quando vanno a prendere la macchina». «Frequento questa zona da decenni - racconta Salgado Gonzales - da quando lavoravo alle Giubbe Rosse: allora c'era musica, c'era una bella vitalità, un disastro come quello di questi ultimi tempi non l'ho mai visto».
Da parte sua, il comandante della polizia locale Luca Sattin avverte: «Dobbiamo però aspettare almeno alcuni giorni per fare un bilancio della situazione».
«Adesso ci sono i vigili e la loro presenza aiuta, ma poi di notte si va avanti come prima» commenta Gianluca Merz dell'agenzia di viaggi delle Acli. E prosegue: «Purtroppo anche questo intervento non è risolutivo perché quelli che delinquono si spostano da un angolo all'altro, si nascondono, si fanno i segni, e poi riescono sempre a scappare. Bisognerebbe riuscire a lavorare alla radice del problema».
Gli stessi agenti manifestano un certo grado di esasperazione: «Siamo qui ma la situazione è molto tesa. Ed a volte è anche frustrante, perché la gente si lamenta ed è comunque critica: noi rispettiamo la legge e lavoriamo per farla rispettare, ma c'è chi pretende soluzioni più radicali. Oppure il contrario. E poi, purtroppo, se noi siamo qui, i malintenzionati si spostano in Santa Maria Maggiore o in Santa Maria Maddalena, e creano problemi altrove».
«É un meccanismo che abbiamo già visto in azione - ammette Massimo Sonn della Piadineria l'Angolo Tondo - quando succede qualcosa, arriva un surplus di polizia, per un po' ci sono più controlli, ma poi ritorna tutto come prima. I problemi sono i soliti, e le soluzioni che si trovano sono le solite, purtroppo fallimentari. Bisogna avere perseveranza, e sperare che prima o poi si risolva qualcosa. La voglia di lavorare c'è sempre, questa è una bella zona, vicina al centro e all'Università, ed è davvero un peccato che sia ridotta così. Quello che mi fa arrabbiare è che, dopo tante denunce, poi ci vengono a chiedere che problemi ci sono. E poi resta il dramma della droga: vedo giovani di trent'anni ormai distrutti. Li ricordo ragazzini di 15 anni ed ora non sono che l'ombra di se stessi. Bisogna fare qualcosa».
Oggi un gruppo di commercianti incontra il sindaco per un nuovo confronto sul tema.